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Avanti Popolo! e Barra Al Centro: intervista all’autore Mario Astarita

3 min di lettura

Avanti Popolo!: Nenni, Saragat e Togliatti, e Barra Al Centro: c’è qualcosa che li lega?

Il legame è il loro ripercorrere tutta la prima fase del “centrismo”  italiano, dal post dopoguerra e dalla caduta del fascismo, dal ’46 e dall’approvazione della Carta Costituzionale, fino al 1963. Per quanto riguarda il periodo, Avanti Popolo!, ripercorre la nascita delle forze di sinistra: quindi il socialismo, il comunismo, e la socialdemocrazia tramite Saragat con la scissione di Palazzo Barberini del ’47. Vengono quindi ad essere ricordate le figure dei principali esponenti dei partiti politici del centrismo (ricordo Nenni, Togliatti e Saragat in Avanti Popolo!) e del socialismo (in Barra Al Centro, De Gasperi, Martino, La Malfa e sempre Saragat, perché fece parte della coalizione centrista, che dal ’68 in poi diventò centro sinistra).

Lei ha studiato scienze politiche e fa anche l’avvocato: la politica è un divenire, quindi un fil rouge lega passato e presente trasformandoli in futuro. Facendo un paragone -impietoso- tra il periodo storico/politico che lei racconta e quello di oggi, è utile, anzi dovrebbe o potrebbe essere utile affrontare certi personaggi?

La mia valutazione è questa: sono innamorato della vecchia politica, e in questo forse sono uno dei pochi, perché vedo tanti giovani scalmanati che non sanno di cosa parlano…

…perchè adesso c’è ben poco di politico nella politica!

Si, io resto del parere che c’è più politichese che politica. Il politichese c’era anche allora, ma c’era un rapporto più stretto con la gente, con le sue esigenze e il suo vissuto reale, c’erano i comizi in piazza. E basti pensare che adesso, alle ultime elezioni del 4 marzo, non è stata organizzata nessuna manifestazione pubblica! Prima le piazze erano riunite, c’erano vere e proprie adunate (se vogliamo usare impropriamente questo termine fascista) per ascoltare i propri leader: non voglio dire cose impopolari, ma non credo che adesso si riesca a trovare un De Gasperi, un Togliatti pur con le sue idee prettamente filosovietiche. E mi permetto di dire, visto che in questo periodo si parla molto di populismo e forze populiste, il qualunquismo di Guglielmo Giannini non lo si trova sicuramente in nessuno degli attuali populisti -se vogliamo definirli così… basti pensare che Guglielmo Giannini dal 2% che aveva il suo partito (anzi la sua era una formazione) arrivò all’Assemblea Costituente con il 20%. Insomma, quel qualunquismo populista che poi entrò in tutte le società sia di destra che di sinistra, sia sovietiche che occidentali, dimostrò una forma di populismo sicuramente più vicina alla gente che non possa essere questa ondata che vediamo in questi giorni. Che con schiaccianti maggioranze, da due mesi e mezzo stanno bloccando un paese.

Non parliamo neanche della sinistra di oggi, ammesso che ci sia: ma è più utile o doveroso parlare di quello di cui tratta nei suoi scritti?

Il problema della sinistra ritengo sia stato sempre e solo uno: come i problemi di ogni figlio, deriva dalla madre. Le forze di sinistra in Italia, socialiste, comuniste, post comuniste, post socialiste o quello che vuole, sono derivate dalla Scissione: e quindi la Sinistra ha sempre valutato una funzione prettamente scissionistica, forse in un certo senso egoistica, che non una valutazione del bene di ognuno, della res pubblica di cui potevano beneficiare tutte le classi sociali, dal proletariato fino via via a salire alla borghesia. Ora parlare di sinistra non so se serve, e fino a che punto: ho visto forze populiste -e ritorniamo al discorso di prima- hanno vinto in regioni dove la Sinistra comandava da più di cinquant’anni, sono riuscite a scalfire proprio quell’elettorato di sinistra che adesso non rappresentano più il popolo o il proletariato o la massa contadina o quello che sia. Adesso le forze di sinistra si perdono a discutere di spread o di inflazione, o quello che sia, e non di come migliorare la possibilità gli “ultimi” della società, le classi più basse, alle quali ideologicamente dovrebbe protesa per dare un appoggio politico ed ideologico.

 

GianLorenzo Franzì

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