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“Il Canto delle sirene” di Lina Latelli Nucifero al Maggio dei Libri

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Miriam Guzzi e Lina Latelli Nucifero - LameziaTermeit

Miriam Guzzi e Lina Latelli Nucifero

Presentato il libro della poetessa, giornalista e scrittrice

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Miriam Guzzi e Lina Latelli Nucifero

La rappresentazione simbolica della realtà domina il libro di poesie “Il Canto delle sirene” della giornalista e scrittrice Lina Latelli Nucifero presentato alla rassegna “Il Maggio dei Libri 2017” di Lamezia Terme organizzata dal Sistema Bibliotecario Lametino e dal Comune di Lamezia Terme.

La ricerca interiore della propria identità, il sentimento di vanità delle illusioni quotidiane e la presa di coscienza dell’impossibilità di trovare possibili soluzioni alle problematiche, che assillano la vita dell’uomo, assurgono a motivi fondanti delle poesie de “Il Canto delle sirene” intrecciandosi mirabilmente e generando infiniti quesiti sui perché e sulla validità del vivere senza alcun riscontro di risposte.

Il percorso artistico ed interiore della poetessa è stato egregiamente indagato dal critico d’Arte Miriam Guzzi e messo a fuoco attraverso un felice connubio tra poesia e pittura, illustrato dallo scorrere, su uno schermo bianco, di immagini pittoriche e pensieri di famosi artisti sia italiani che stranieri come Nicolas Poussin, Caspar Friedrich, Camille Corot, Renè Magritte, Van Gogh. Pertanto, poesia ed arte, in piena armonia e sintonia, hanno messo a nudo i vari stati d’animo della poetessa, la musicalità dei versi, le luci e le ombre, i sogni, i silenzi attraversati dalle inquietudini psicologiche e spirituali.

«I poeti, così come gli artisti – ha commentato il critico d’Arte Guzzi – hanno la capacità di avvertire la vita prima degli altri esseri umani. Ciò li ha sempre portati ad essere dei fari nell’oscurità. Dai versi di Lina si percepisce quanto vivano dentro di sé sentimenti contrastanti di fronte alla natura, all’inquietudine della vita, all’egoismo della miseria umana, alla dolcezza dei legami più profondi, alla bellezza della vita».

Il critico letterario Pasquale Allegro, evocando i temi dominanti della silloge di poesie in oggetto tra cui la solitudine, la solidarietà, la fede, l’incomunicabilità, ha rimarcato l’autenticità della poesia di Lina Latelli Nucifero «fatta di ricordi ed immagini che danno il senso della fragilità umana e, nel contempo, si aprono a riflessioni universali. Lina Latelli – ha proseguito – si interroga sul senso della vita, ma sente il dovere di guardare al cielo, senza esimersi dal gettare uno sguardo accanto e al di sopra. In questi versi vi è religiosità e sono rappresentati degli scenari dominati da desolazione. Ma dalle macerie sorge la rinascita. Grazie al richiamo ammaliante della poesia, l’autrice si fa spazio per risorgere nelle ‘pieghe di un trifoglio’ (Anelito del vivere)».

Collegando il titolo della raccolta “Il Canto delle sirene” alla storia delle sirene, che cercarono di sedurre Ulisse con promesse di canti pur di trascinarlo nel fondo del mare, la blogger Luzzo ha sostenuto che simile è il rapporto di Lina Latelli Nucifero con la poesia che diventa «una promessa di un canto, una promessa di conoscenza, un suono articolato, una voce carica di contenuti, un canto perfetto che è un invito a non perdersi nell’abisso di ogni parola, un inizio».

In conclusione l’autrice de “ Il Canto delle sirene” Lina Latelli Nucifero ha chiarito l’esegesi della sua poesia, che coltiva fin da quando frequentava le scuole elementari, ha parlato di poetica, di svolgimento presente nelle sue due opere, Il Canto delle sirene ed Ali riflesse nel sole, dei versi che devono emanare pathos, a volte, colto attraverso la metafora che  domina e guida la scrittura poetica con la quale bisogna misurarsi per comprendere la cifra portante della poesia, della differenza tra prosa e poesia e della necessità di incoraggiare i giovani talenti nella scrittura poetica che però va sostenuta dai  meccanismi della   creazione lirica (struttura metrica, ritmica, fonica) e dal possesso dei mezzi  espressivi  per penetrare nei più riposti angoli del proprio io.

«Scrivere una poesia – ha concluso – non è altro che saper leggere l’io interiore, saper percepire  emozioni, sensazioni, saper sognare, liberare la mente dalle ansie, dall’angoscia e dalla monotonia, che spesso affliggono la vita di chi vive particolari situazioni e impadronirsi della potenza espressiva e comunicativa per creare immagini eterne, per sentirsi mentalmente liberi dalle catene che soffocano il pensiero, significa anelito, riscatto, rinnovamento, speranza per una vita futura, significa uscire dall’emarginazione e dall’isolamento che ci opprimono  specie nei momenti critici, drammatici o addirittura tragici, della nostra vita».

Don Pino Latelli

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