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Catanzaro città più brutta d’Europa? Abramo risponde alla provocazione di Manti

2 min di lettura
Sergio Abramo-LameziaTermeit

Sindaco Sergio Abramo

“Per me è la città più bella del mondo, Manti resti a Milano tra smog, scandali e vandali che bruciano le palme in Piazza Duomo”

Riportiamo la dichiarazione del sindaco Sergio Abramo.

Sindaco Sergio Abramo di Catanzaro
Sergio Abramo

Felice Manti è un giornalista reggino che si è affermato al nord. La sua ultima “provocazione” sul Giornale è stata quella di definire Catanzaro una delle città più brutte d’Europa, nell’ambito di un ragionamento più largo sulla “discriminazione” dei calabresi.

Potremmo liquidare la questione, riconducendola all’eterno derby politico-calcistico tra Catanzaro e Reggio Calabria, ma non voglio fare polemiche sterili e inutili.

Per me Catanzaro è e resta la città più bella del mondo

Con i suoi pregi e con i suoi difetti, con il suo cielo e con il suo mare, con i suoi vicoli e le sue piazze, con la sua brava e onesta gente. A Catanzaro si può ancora sentire il calore umano, si può passeggiare la sera senza timore di essere aggrediti, il forestiero è ancora accolto quasi con venerazione, c’è sempre qualcuno che ti apre la porta e ti offre qualcosa. Dalle finestre di Catanzaro si possono ammirare le verdi pendici della Sila o, cambiando prospettiva, le azzurre marine da Capo Colonna a Punta Stilo.

Ci sono enormi ferite urbanistiche, è vero, ma quando pezzi di Catanzaro venivano cementificati, io ero appena nato. Sarebbe facile per me “restituire” a Manti l’insolenza. Ricordare lo stato delle periferie di Reggio Calabria, le montagne di rifiuti e le montagne di debiti. Ma io non dimentico che a Reggio Calabria c’è il lungomare più bello d’Italia (ma anche il nostro non è certo da scartare). Non ne parlerò mai male! Nell’articolo-provocazione di Manti ci sono considerazioni che condivido, tutte legate allo stato di marginalità e quindi di discriminazione della nostra Calabria. La battuta su Catanzaro non c’entrava assolutamente nulla.

Ovviamente, ci sono due cose che non condivido: l’infelice battuta sulla mia città e il fatto, per me fonte di grande amarezza, che ci sono catanzaresi – fortunatamente pochi – che la pensano come Manti. La mia non è una difesa d’ufficio. Non ho alcuna intenzione di cavalcare il campanilismo o ergermi a paladino della catanzaresità. Non manderò alcuna lettera infuocata al direttore del Giornale. Noi abbiamo un grande pregio: la dignità. Se Manti pensa male di Catanzaro, ci sono tante personalità che alla nostra città sono legate da sincero affetto e amore, tanti grandi personaggi del giornalismo, delle arti e delle scienze che di Catanzaro parlano in ben altro modo. Io, al contrario di altri, non invito Manti a Catanzaro. Se il modello di riferimento è la “sua” città d’adozione, dove i vandali bruciano le palme in piazza Duomo, allora non dobbiamo dimostragli nulla. Resti a Milano, tra smog, scandali e criminalità”.

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