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Costa lametina: emergenza mare

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Nonostante il meteo poco favorevole di oggi, la stagione estiva è alle porte e le polemiche sulla situazione delle costa lametina e calabra non accennano a placarsi. Abbiamo incontrato la dott.ssa Anna Mancini, Presidente della “Caduceo” nonché delegata al coordinamento e ricognizione delle azioni legali a tutela dei balneatori dell’area centrale tirrenica, in rappresentanza del Comitato “Mare pulito”.
di Valeria Folino

Costa lametina
Anche quest’anno, i dati relativi alla balneazione del litorale calabrese mettono sotto accusa la depurazione. Il deficit depurativo rischia non solo di compromettere irrimediabilmente le bellezze della nostra terra ma anche di affossare l’economia turistica della zona e, di riflesso, dell’intera Calabria.
Urgono interventi urgenti per impedire che il mare continui ad essere considerato“una discarica che tutti possono utilizzare pur di risparmiare soldi pubblici e privati”, come si legge nella relazione del 2015 della Corte dei Conti sull’inquinamento delle acque di balneazione del Tirreno.
A tal propositova ricordato che, negli anni passati, i magistrati della Corte dei Conti hanno indagato sulla “gestione delle risorse pubbliche finalizzata a prevenire l’inquinamento delle coste, a risanare le stesse, a migliorare la qualità delle acque destinate alla balneazione e a tutelare la salute pubblica” e, a conclusione delle indagini, hanno scritto che “le amministrazioni hanno mostrato una insufficiente consapevolezza delle proprie funzioni e competenze”.
La situazione è critica, vi è la necessità di interventi concreti da parte delle amministrazioni e di tutti gli enti preposti al controllo e alla tutela delle risorse del territorio, più informazione e responsabilizzazione degli stessi bagnanti, monitoraggio costante dell’inquinamento marino ma anche dei corsi d’acqua e delle falde idriche delle fasce costiere.
L’inquinamento marino comprende tantissimi aspetti: la definizione ufficiale dell’ONU consiste nella “introduzione diretta o indiretta da parte dell’uomo nell’ambiente marino di sostanze o di energie capaci di produrre effetti negativi sulle risorse biologiche, sulla salute umana, sulle attività marittime e sulla qualità delle acque”.
Si capisce, dunque, come il termine possa assumere molteplici significati proprio perché le alterazioni, che le attività umane apportano all’ambiente marino, sono appunto molteplici.
Un aspetto importantissimo legato alla emergenza “mare sporco” è sicuramente lo smaltimento e il trattamento dei liquami che rappresenta ancora un problema irrisolto soprattutto per i piccoli comuni costieri a vocazione turistica, come testimoniano le recenti vicende del depuratore consortile di Nocera.
Il Comune di Lamezia Terme, attraverso un’ordinanza a firma del dirigente di settore Salvatore Zucco, ha recentemente indicato i tratti di costa lametina vietati alla balneazione per la prossima stagione: il divieto di balneazione a 200 metri a destra e sinistra della foce del fiume Bagni per complessivi 400 metri, a 200 metri a destra e sinistra alla foce del fiume Amato per una lunghezza complessiva di 400 metri, il divieto di balneazione ricadente tra il pontile nell’area ex Sir e la foce del Turrina e il divieto di balneazione, per motivi di sicurezza, per ulteriori 100 metri alla destra del pontile medesimo.
Sono stati dunque essenzialmente confermati i tre tratti di costa già interdetti alla balneazione lo scorso anno.
Ma al di là dei dati ufficiali, l’emergenza “mare sporco” si ripropone ogni anno con l’inizio della stagione balneare, in maniera visibile e palese a tutti i cittadini che lamentano con fermezza la criticità della situazione della costa lametina, pubblicando spesso foto allarmanti a testimonianza del degrado.
Abbiamo incontrato, per parlare del mare e tutte le iniziative necessarie a tutela dei cittadini, la dottoressa Anna Mancini, Presidente dell’Associazione “Caduceo” nonché delegata all’assistenza, coordinamento e ricognizione delle azioni legali da intraprendere a tutela dei balneatori ricadenti nell’area centrale tirrenica, in rappresentanza del Comitato “Mare pulito”.

costa lametina

  • L’inquinamento marino è pervenuto ormai a livelli insostenibili, ledendo diritti fondamentali, anche costituzionali dei cittadini. Quali interventi secondo Lei sarebbero necessari a tutela dei cittadini?
    «Il primo basilare intervento è una seria presa di coscienza da parte di tutti, istituzioni e cittadini, della gravità del problema esistente, affinché ciascuno si adoperi, in base alle proprie potenzialità, ad offrire un contributo fattivo per alleviarne le disastrose conseguenze che viviamo da anni.
    Dunque, sinergia di intenti positivi, come si sta manifestando intorno al Comitato “Mare Pulito” costituito nel settembre 2016 e nel quale i cittadini ripongono grande fiducia, come attestato dalla attiva collaborazione da subito offerta, tant’è che già il 2 febbraio u.s., siamo stati nella condizione di depositare una corposa denuncia/querela alle Autorità Inquirenti, corredandola di ben 50 rilevamenti fotografici delle criticità via via riscontrate.
    Ciò a significare che quando si muove la società civile, come costituita nel Comitato, il problema affrontato non lo si “sussurra” nell’orecchio del “potente” di turno… ma lo si “urla” pubblicamente e senza remore, nel legittimo esercizio dei diritti di tutela, costituzionalmente garantiti».
  • Siamo alla vigilia della stagione balneare e i problemi legati alla depurazione rischiano di compromettere l’immagine stessa della città di Lamezia Terme e dei comuni limitrofi, oltre che quella parte di economia locale che proprio dalla stagione turistica trae sostentamento.
    Secondo Lei, dott.ssa Mancini, la situazione dell’inquinamento del Golfo lametino è un problema “cronico” o è ancora possibile risolvere concretamente la situazione? E, quantomeno, per evitare il peggioramento del degrado marino, è realmente possibile attivarsi al fine di prevenire e reprimere i comportamenti forieri di inquinamento?
    «La cronicità del problema esiste perché è radicata da troppo tempo!!! Ma l’energia del mare ci è di conforto e siamo fiduciosi che l’adozione degli opportuni rimedi, ai mali sin qui cagionati, consentirà di riportarlo alla sua naturale salubrità.
    Indubbiamente ci vorranno anni di iniziative virtuose perché ciò possa concretizzarsi… ma noi non demordiamo e non demorderemo. Sul punto non posso tacere che è in moto una “macchina” istituzionale di rilevante valenza, la efficacia dei cui effetti avremo modo di verificare in termini temporali non lunghi.
    A riguardo, noi tutti riponiamo grande fiducia negli esiti cui perverrà la Magistratura, ma è corretto segnalare che anche il Dipartimento Regionale di riferimento è indirizzato all’adozione di iniziative urgenti ed anche progettuali e programmatiche per il risanamento del dannoso livello di inquinamento marino, cui siamo pervenuti.
    Anche la Commissione Regionale Antimafia presta molta attenzione all’iniziativa del Comitato e presto saremo in audizione sulle problematiche segnalate».
  • Il Comitato ha presentato nel mese di febbraio alla Procura della Repubblica di Lamezia Terme, alla procura di Catanzaro e alla DDA, una corposa denuncia-querela di 25 pagine (corredata da documenti fotografici e CD) riguardante la costa marina fra Curinga e Nocera. Potrebbe delineare in grandi linee la situazione?
    «Come sopra anticipato, confermo il deposito della citata denuncia/querela a firma dei 28 Balneatori del CNA che sono direttamente lesi, sia come semplici cittadini che nella qualità di imprenditori, dai deleteri effetti conseguenti ad un’ampia serie di condotte imprudenti, che ne sono la causale.
    Ed a riguardo, abbiamo attenzionato soprattutto due ipotizzabili criticità, rinvenute: l’una nel legittimo sospetto della reale efficienza dei depuratori ed altra nell’ampiezza del problema dell’abusivismo.

    Quanto alla prima, cito ad esempio le sollecitazioni che quotidianamente muove al Dipartimento Regionale di riferimento il Sindaco del Comune di Nocera Terinese segnalando il problema del sottodimensionamento del depuratore consortile con l’arrivo della stagione estiva e l’ulteriore problema dello smaltimento dei “fanghi”.
    In ciò acclarandosi la necessità di efficientamento dell’impianto, nonché il bisogno di interventi di completamento del sistema depurativo, che consentano di tradurre in “risorse” i medesimi fanghi prodotti.
    Allo stato, la situazione è allarmante ed è agevole intuirne la portata! Sono stati anche fotografati, lungo la costa in esame, sversamenti in mare di liquami per cattivo funzionamento delle pompe di sollevamento…!!!
    E mi fermo qui… per non cagionare reattività ulteriori di quanti, anche nel convegno svolto il 10 settembre del 2016, tentavano di sminuire la gravità del problema …di contro alla evidente ed oggettiva realtà degradata che avevamo dinanzi e che soltanto il Sindaco del Comune di Nocera, Avv. Fernanda Gigliotti, rilevava ed urlava, in quella circostanza, sia pubblicamente che nelle apposite Sedi Istituzionali affinchè vi si ponesse rimedio con estrema urgenza!!!
    Sarà, comunque, onere dell’adito Organo Inquirente valutare i contenuti del citato atto di denuncia, accertare la eventuale illiceità delle agite condotte e, quindi, se sussistenti, individuare gli eventuali responsabilie».

  • Che legame c’è tra abusivismo edilizio e inquinamento marino?
    «Non vi è dubbio che altro problema gravante sul tratto di territorio costiero in esame, sia determinato dal diffuso fenomeno dell’abusivismo edilizio, l’ampiezza della cui portata legittima ogni sospetto, atteso che un fabbricato edificato in carenza di licenza abilitativa non potrebbe essere collegato al sistema fognario comunale!
    Il che apre un’ampia serie di verifiche conseguenti anche in termini di accertamento dei liquami cumulati in “pozzi neri”, di cui alcuni di questi edifici si avvalgono e, quindi, di controllo, ad esempio, della corretta funzione manutentiva nelle attività di prelievo e conferimento in depuratori!!!
    Peraltro, dobbiamo evidenziare che molti di questi edifici, come è accaduto in Lamezia Terme, sono entrati di diritto nel patrimonio disponibile del Comune, di seguito alla mancata ottemperanza al loro abbattimento, nei termini di cui alla ordinanza di demolizione emessa.
    Va dunque verificato anche il volume degli immobili acquisiti e quali siano le attività di pianificazioni poste in essere dal medesimo Ente, che ne è il legittimo proprietario!!!
    Come Associazione “Caduceo” seguiamo da anni questa problematica e sollecitiamo da tempo un serio monitoraggio del territorio, per i devastanti effetti sin qui prodotti dal fenomeno, segnalato nella citata denuncia per l’incidenza che possa aver determinato anche sull’inquinamento marino in esame».

 

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