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Dante, patrono della Pitta

3 min di lettura
Pitta mpigliata

Pitta mpigliata

La pitta ‘mpigliata calabrese o pitta ‘nchiusa è un dolce magnogreco se non omerico.

Pitta mpigliata
Pitta mpigliata (foto untavoloperquattro.blogspot.it)

Il nome (in greco πίτα, in ebraico פִּתָּה o פיתה, in arabo كماج) significa schiacciata ed individua, nella girandola delle tradizioni, il pane dolciario di Betlemme in ogni casa natalizia della popolazione calabrese.
Chiamiamo in causa un Patrono, per esplicitarne l’accompagnamento aggettivale, prima di passare alla ricetta.
Impigliare. – Il termine compare nel Purgatorio dantesco. Con costrutto transitivo, nel senso proprio di ” arrestare avviluppando “, detto delle cannucce e del braco che impigliar Iacopo del Cassero in fuga (V 83).
Figuratamente è detto dei castighi che trattengono, legano, costringono le anime alla pena: Omai veggio la rete / che qui vi ‘mpiglia e come si scalappia (XXI 77).
Sulla scia della Comedìa, la voce evoca la proceduta della saldatura del dolce per opera di cavadenti: un martirio dell’impasto nella gloria paradisiaca del palato.
inchiùdere v. tr. [dal lat. includĕre (v. includere), rifatto su chiudere] (coniug. come chiudere), ant. – Chiudere dentro: Parendo inchiuso da quel ch’elli ’nchiude (Dante), di Dio che appare come un punto, circondato dai cori angelici, mentre in realtà tutti li circonda e comprende in sé.
Ancora sull’esempio del padre della letteratura italiana, il termine richiama l’intreccio stratificato del preparato, che ad alcuni può far pensare i cerchi concentrici di un fusto reciso di pinus rigida, l’albero più rappresentativo del polmone calabro, di virgiliana memoria: la Sila

Ricetta (ognuno, poi, ha il suo segreto!)

Ingredienti. per la pasta esterna

  • 500 gr di farina 0 (regolarsi se bisogna aggiungerne o togliere.)
  • 100 gr di zucchero
  • 100 ml di olio
  • 100 ml di vino moscato o vermouth
  • 50 ml di succo d’arancia o di mandarino
  • 1/2 cucchiaio da tè di chiodi di garofano macinato
  • 1/2 cucchiaio da tè di cannella
  • 1 cucchiaio di liquore di anice
  • 1 di strega o mandarinetto
  • 1 pizzico di sale
  • 1 cucchiaio di miele

Ingredienti per il ripieno:

  • 500 gr di noci a pezzi
  • 500 gr di uva passa
  • 1/2 cucchiaio da tè di chiodi di garofano macinato
  • 1/2 cucchiaio da tè di cannella
  • 1 cucchiaio di liquore strega
  • 1 cucchiaio di anice
  • 1 cucchiaio di mandarinetto
  • 50 ml di succo di arancia

Ingredienti per formare le rose

  • 1 cucchiaio di olio
  • 1 cucchiaio di zucchero
  • 1/2 cucchiaio da tè di cannella

Ingredienti per la copertura

  • 200 gr di miele
  • 1 cucchiaio di zucchero

Procedura

Preparazione ripieno

Lavare l’uvetta lasciandola a bagno per 10 minuti, asciugarla bene, mettere tutti gli ingredienti in una ciotola, mescolando tutto, fare riposare 3/4 ore.

Preparazione pasta esterna

In un pentolino mettere a riscaldare tutti i liquidi, versare in una ciotola e aggiungere lo zucchero e la farina, mescolare con una forchetta, passare l’impasto sulla spianatoia, impastare bene ottenendo un impasto liscio, omogeneo.

Preparazione rose

Prendere un pezzo d’impasto, stenderlo con il matterello in una sfoglia sottile e fare una forma rotonda più grande della teglia che la deve contenere. Dividere il resto della pasta in 2/3 pezzi, stenderli in rettangolo, tagliare delle strisce larghe circa 10 cm e lunghe a piacere, spennellare con olio, zucchero e cannella , distribuire il ripieno solo su metà del rettangolo, raddoppiare e arrotolare a forma di rosa.
Disporle sulla base aprendo con le dita i bordi delle rose, sollevare i bordi della sfoglia posta sotto, legare con uno spago affinché le rose stiano ben strette e non si aprano.

Cuocere in forno preriscaldato a 170°/ 180° per un’ora, deve dorare, ma essere ben cotta all’interno.

Durante la cottura irrorare di miele caldo, così acquista un bel colore ambrato.
Dopo cotta, aggiungere miele caldo zucchero e cannella.

Prof. Francesco Polopoli

[foto: untavoloperquattro.blogspot.it]

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