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Al Festival di Sanremo: una chimica senza web

3 min di lettura

“I social media danno diritto di parola a legioni di imbecilli che prima parlavano solo al bar dopo un bicchiere di vino, senza danneggiare la collettività. Venivano subito messi a tacere, mentre ora hanno lo stesso diritto di parola di un Premio Nobel. È l’invasione degli imbecilli. La tv aveva promosso lo scemo del villaggio rispetto al quale lo spettatore si sentiva superiore. Il dramma di Internet è che ha promosso lo scemo del villaggio a portatore di verità”.

(Umberto Eco)

Scegliamo altro, allora, per non vedere girare intorno lo spettro più gotico del Novecento! Il classico come chimica del benessere, gli andrebbe bene, sicuramente! Why? Di certo risponderebbe nella semantica della pronuncia albionica, il saggista della bellezza e della bruttezza, per antonomasia. (G)uai, se l’Antico non si rincorresse,  infatti, perché struttura, articola, è l’ossigeno della mente, insomma! C’è da dire pure che la O, oltre ad essere lo svarione artistico di Giotto, in natura, come in arte, presenta, combinandosi, vari e veri benefici :

  • Fortifica e mineralizza (vedi il carbonato e il fosfato di calcio): a dire il vero anche la vitamina k, per la cronaca, concorre al mantenimento scheletrico. Io, comunque,  chiamo in causa un altro bioregolatore, cui do il nome di K2,  a memoria delle vette dello spirito cui anela il senso di una buona (k)ultura. Prenditi cura delle ossa, dice uno spot, ma non dimenticarti della testa, questo mai (senza l’amina da esploratori vivremo in una cappa limbica, arcaica della contemporaneità: ko, e spero tanto di no)!
  • Idrata (H2O), spazzando le impurità, ed aiutando il corpo a metabolizzare il grasso accumulato. Puliti dentro, belli fuori…con l’acqua e la cultura! O saremo liquidi! Prin prin, come per la nota pubblicità dell’acqua Uliveto: a colpetti di calcio,  quelli di Baggio, se non prendo un abbaglio tra le figurine Panini, credo sia lui!

E sempre in tema di alchimia, proprio nelle giornate in cui sfilano le voci di Sanremo, una inattesa bustina di Minerva rimanda ad un’eco di classicità, annunciandoci il super-ospite del Festival di terza serata: Catullo, Vivo o morto x, sempre presente, tra le note di una Consuelo Velasquez (al secolo, un’altra Lesbia)!

Lei:

Da mi basia mille
como si fuera ésta noche
la última vez.

Besame, besame mucho
que tengo miedo a perderte
perderte después.

Besame, besame mucho
como si fuera ésta noche
la última vez.

Besame, besame mucho
que tengo miedo a perderte
perderte después.

Quiero tenerte muy cerca
mirarme en tus ojos
verte junto a mi.

Piensa que tal vez mañana
yo ya estaré lejos
muy lejos de ti…

 

Lui:

Da mi basia mille, deinde centum,
dein mille altera, dein secunda centum,
deinde usque altera mille, deinde  centum,

Dein, cum milia multa fecerimus,
conturbabimus illa, ne sciamus,
aut ne quis malus invidere possit,
cum tantum sciat esse basiorum.

 

Albano e Romina dell’antichità, che felicità!

Tonico nervino a sazietà!

Come sempre, tutto merito del Latinorum,

che è la tavola periodica del benessere!

Al primo posto sul podio

 e con premio della Critica!

Perché Sanremo è Sanremo!

Prof. Francesco Polopoli

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