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Fiorenzo Zaffina: un meteorite a Roma

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In una calda serata romana, addolcita da una carezzevole brezza, ho appuntamento con Fiorenzo Zaffina in via dei Quintili, nel quartiere del Quadraro, oltre che per un saluto, per farmi raccontare del suo nuovo progetto e, naturalmente, per vederne la realizzazione concreta.

Fiorenzo Zaffina meteoriteSi tratta di “Meteorite”, un intervento site specifc che coinvolge l’intero spazio espositivo della Galleria “Spazio Y”, cui si deve la cura del progetto, con testi di Helia Hamedani e del fisico Cristian Stanescu.
E’ stato annunciato da un video, un gioco divertente e ironico, con cui l’artista calabrese simula la caduta di un meteorite su Roma: proprio lì, nel quartiere, nell’edificio in cui si trova la Galleria “Spazio Y”.
Pubblicato su facebook, è diventato subito virale destando immediata curiosità. Molti pensano addirittura che la notizia sia vera, finché un articolo sul quotidiano La Repubblica rivela la bufala, dando ancora più visibilità all’intervento artistico che stravolge l’intero ambiente della Galleria.
La caduta del meteorite, annunciata da Zaffina, ha danneggiato la porta in vetro dell’entrata, squarciato il pavimento, danneggiato le pareti.
Ci sono vetri dappertutto: sul pavimento, tra i cumuli di terra colorata, in cui fragili cristalli brillano nel blu.
Frammenti dello strano oggetto “celeste” sono conficcati nell’intonaco del muro, schizzati via nel violento atterraggio.
Giù, nello squarcio provocato dall’impatto, un blocco trasparente di plexiglass; non già, quindi, una massa informe di nera materia bensì un blocco con tracce di scavo, di segni prodotti dall’artista. Dalla base s’alzano lievi volute di fumo.  D’altronde, un meteorite non si sa che effetti può determinare laddove cade!
Quello di Zaffina evoca le imponderabili dinamiche del cosmo, misteriose e imprevedibili, ma anche i territori sterminati della creatività, dell’arte.

Qual è il senso di “Meteorite”? E’ un intervento che propone un intenso e serrato confronto con la storia creativa dell’artista, con i suoi scavi nei muri che, nelle sue opere più recenti, diventano scavi, impregnati anche di colore, tracce scolpite nella materia dura del plexiglass in un continuum dialogico tra tempo e spazio, tra memoria e scorie esistenziali, tra certezze scientifiche e inquietudini umane.
Il meteorite è metafora del nostro tempo, della liquidità in cui siamo immersi, presi nella trascorrente deriva del tempo, sospesi tra verità e finzione, tra inganni della realtà e rivelazioni salvifiche dell’arte. E’ un lampo, è un meteorite, è il sogno creativo di Zaffina che apre possibilità all’immaginazione e, con essa, alla vita.

Teodolinda Coltellaro

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