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Lamezia e i suoi primi cinquant’anni, I parte

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Lla scheda del referendum per la conurbazione

Narreremo in tre puntate le vicende storico – politiche che portarono alla creazione della città di Lamezia Terme nel 1968.

Cari lettori, come più o meno a Lamezia tutti sappiamo, chi ebbe l’idea di unificare i comuni di Nicastro, Sambiase e Sant’Eufemia in un’unica realtà amministrativa fu il senatore Arturo Perugini.

L’origine sulla idea di Lamezia

Ma questa intuizione, se vogliamo essere rispettosi delle dinamiche storiche, ha la paternità di un altro notabile locale, dominus delle vicende politiche del nostro comprensorio per tutta la prima metà del XX secolo. Sto parlando dell’avvocato e senatore dell’allora regno d’Italia, Salvatore Renda. Egli infatti propose nel lontano 1927, in pieno regime fascista, la fusione di Nicastro e Sambiase (Sant’Eufemia nacque qualche anno dopo, nel 1936). Ciò, perché un’unica realtà amministrativa avrebbe espletato alcuni obiettivi che erano cari al Renda, quali il controllo della vita politica locale attraverso un suo uomo di fiducia (che in quel periodo a Nicastro sarebbe poi stato l’avvocato Pasqualino Stancati in veste di podestà), il pieno controllo delle ormai imminenti opere di bonifica che l’anno dopo furono realizzate nella piana e, infine, per rendere amalgamate e interdipendenti due economie diverse come quella commerciale di  Nicastro e quella agricola di Sambiase, nei fatti da sempre complementari.

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Purtroppo il senatore Renda, nonostante le autorità fasciste locali fossero ben disposte, non riuscì nel suo intento a causa del disappunto per motivi campanilistici che gli abitanti dei due comuni sollevarono tenacemente. L’idea dunque cadde nel dimenticatoio. Dopo la seconda guerra mondiale, all’inizio degli anni Cinquanta, un giornale di Nicastro, “Risorgimento Nicastrese”, in un suo articolo rilanciò l’idea della unificazione, “poiché – argomentava l’articolo – da questa fusione poteva scaturire una potenziale quarta provincia calabrese”. Ma anche stavolta questa idea non convinse nessuno delle personalità che potevano muoversi per avviare questo iter politico – amministrativo.

Perugini e Moietta insieme per fondare Lamezia Terme

Moietta e Perugini

Solo negli anni Sessanta questa idea poté cominciare a muoversi concretamente, grazie all’azione sinergica di due grandi personalità del nicastrese: l’avvocato Arturo Perugini e il nuovo vescovo della città, il piemontese Vittorio Moietta.

Il primo (nel frattempo eletto senatore per conto della Dc), nel novembre del 1963, organizzò nella sede della Società Operaia sita in via Indipendenza un incontro con gli amministratori locali dei tre comuni per spiegare le motivazioni che lo avevano indotto a presentare il disegno di legge per la fusione dei tre comuni. Fra i tanti motivi esposti, in primis la possibilità di uno sviluppo industriale e lavorativo che avrebbe portato benessere e prosperità su tutto il territorio. Il vescovo Moietta, subito dopo essersi insediato in diocesi nel 1961, avendo colto le potenzialità e criticità della comunità ecclesiale che era stato chiamato a guidare, si mobilitò per portare avanti il progetto di fusione amministrativa. Contattò industriali piemontesi suoi amici affinché valutassero l’idea di fondare industrie nel nicastrese ma, soprattutto, lavorò sulle coscienze dei suoi fedeli attraverso la fondazione della rivista Orizzonti Nicastresi. A supporto del progetto Moietta creò anche due centri studi Il Fuoco e il G. Toniolo. Entrambi sorti nel 1962, si prefiggevano di forgiare una nuova classe politica di giovani che conoscessero le criticità del Mezzogiorno attraverso una permanente formazione politica; si puntava, dunque, ad una formazione volta ai principi sociali e cristiani, per una programmazione economica e sociale idonea ad un’area disagiata com’era la Calabria dell’epoca.

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In generale le due personalità, il senatore Perugini e il vescovo Moietta, confidavano nella possibilità che il progetto unificatore potesse finalmente essere portato a termine in quanto vigevano già possibilità concrete di avanzare una simile proposta. Possibilità costituite da posizione geografica baricentrica, importanza storica, produzione agricola e commerciale forte e radicata per i due comuni. Due realtà economico-produttive diverse ma complementari che potevano trovare ulteriore sviluppo grazie al passaggio di un tratto della erigenda autostrada Salerno- Reggio Calabria; dalla fondazione imminente di un consorzio industriale e dalla possibilità che finalmente la Calabria potesse avere nel suo territorio un moderno aeroporto internazionale da ubicare a Sant’Eufemia, il terzo comune che insieme a Nicastro e Sambiase avrebbe dato vita alla conurbazione pensata da Perugini e sostenuta da mons. Moietta.

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M. S.

 

 

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