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Comitato Malati Cronici: “Un paziente su 10 spende fino a 1000 euro al mese per la salute”

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Malati cronici

Il Comitato Malati Cronici del lametino esprime forti preoccupazioni sui costi inaccessibili per le cure sanitarie

Comunicato Stampa

Malati croniciTra farmaci, badante, fisioterapista e pannoloni, un paziente su 10 spende oltre 1000 euro al mese di tasca propria. Al Sud, Calabria e Lamezia la cifra aumenta del 20%. E’ quanto costa in media ai cittadini compensare la carenza di servizi territoriali e assistenza a domicilio, secondo il Rapporto di Cittadinanzattiva.

A causa di lentezze burocratiche,prenotazioni dopo otto nove mesi e anche oltre  spesso, secondo quanto riportano le interviste a 1800 pazienti, si provvede di tasca propria a comprare materiale che non arriva oppure arriva  in ritardo. Un cittadino su 4, infatti, attende più di 30 giorni per materasso o cuscino antidecubito, così come per traverse e pannoloni; uno su 3 aspetta un mese per ricevere una carrozzina.

Più di uno su 10 attende oltre un mese per avere farmaci indispensabili. L’esperienza dei cittadini nei confronti di infermieri e fisioterapisti che si recano a casa è quasi sempre positiva ma chiedono di migliorare il grado di tempestività nell’attivazione del servizio: circa il 14% ha incontrato criticità nell’attivarlo. Quanto alle forme di aggregazione delle cure primarie, che dovrebbero spostare l’offerta di prestazioni sanitarie dall’ospedale al territorio, un esplicito coordinamento tra i due tipi di struttura previsti, ovvero AFT (Aggregazioni Funzionali Territoriali) e UCCP (Unità Complesse di Cure Primarie), è presente nel 63% delle regioni. Inoltre balza agli occhi la diversità di nomi per definire le UCCP: in Emilia Romagna Toscana e Piemonte si chiamano Case della Salute, in Veneto Medicine di Gruppo Integrate, in Piemonte Centri di Assistenza Primaria.

Oggi più che mai,nella realtà lametina si avverte la necessità di un sistema integrato dei servizi, che veda veramente al centro il cittadino con i suoi bisogni e che persegui quell’efficienza che mai potrà essere auspicata lasciando come unico punto di riferimento l’Ospedale. Forti  sono le preoccupazioni di chi dovrebbe beneficiare di tale Servizio. E le preoccupazioni delle cooperative sociali vanno in questa direzione. Un forte malcontento è espresso da chi, anche per condizioni economiche, non riesce a fare quanto vorrebbe per i cari ammalati e sofferenti. Si continua così ad avere una profonda sperequazione tra chi vive nell’agiatezza e chi non riesce ad avere un’adeguata assistenza.

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