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Primo giorno a Montecitorio per i deputati lametini D’Ippolito e Furgiuele

3 min di lettura

ROMA. Primo giorno di ‘aula’ per i parlamentari eletti alle politiche del 4 marzo scorso. Fra gli scranni di Montecitorio anche i deputati lametini Giuseppe D’Ippolito (Movimento 5 Stelle) e Domenico Furgiuele (Lega).Montecitorio D'Ippolito e FurgiueleEntrambi hanno immortalato su Facebook i primi momenti vissuti alla Camera dei deputati dove si è votato per eleggere il presidente.

“Abbiamo iniziato questa avventura alla Camera – ha commentato D’Ippolito sui social – con l’unità del gruppo del Movimento 5 Stelle, con la voglia di lavorare per il bene dell’intero Paese e di incidere in profondità per l’emancipazione della Calabria, i diritti dei singoli e il lavoro dignitoso per tutti”.

Per Furgiuele una frase secca, un pensiero ermetico che racchiude tutto un programma: “Il privilegio di stare in questa aula solo e soltanto per servire la Calabria”.

L’emozione del ‘primo giorno’ per tutti i neoeletti è sicuramente scemata man mano che andavano avanti le operazioni di voto per eleggere il nuovo presidente di Montecitorio.

La XVIII legislatura, infatti, è iniziata con due fumate nere, sia alla Camera che al Senato e con un fiume di schede bianche: 592 a Montecitorio e 312 a Palazzo Madama.

I 5Stelle hanno rigettato la proposta di eleggere Paolo Romani, candidato forte di Berlusconi, come presidente dei senatori; i grillini non lo gradiscono in quanto condannato in Cassazione per peculato.

“Il M5S sbaglia a porre veti, ma sbaglia anche chi si arrocca su un solo nome: ognuno di noi, in questo momento deve parlare con tutti e mettersi di lato di qualche centimetro, noi della Lega ci siamo messi di lato di un chilometro” ha commentato Matteo Salvini, leader della Lega eletto senatore in Calabria.

In una nota di Forza Italia si conferma che gli azzurri al terzo scrutinio del Senato voteranno per Paolo Romani. L’impasse sul negoziato tra M5S e centrodestra, in merito alle presidenze delle due Camere del Parlamento sta condizionando pesantemente l’avvio della nuova legislatura.

Quanto ai candidati per la Camera dei deputati salgono le quotazioni di Roberto Fico su Riccardo Fraccaro. “Non l’abbiamo proposto per non bruciarlo, ma credo possa essere il nostro presidente della Camera” dichiarano i grillini. Quanto al Senato, il fronte dei 5Stelle preme sul centrodestra, anzitutto su Salvini, perchè convinca Forza Italia a cedere su Romani e comincia a usare anche qualche velata minaccia di cambiare cavallo.

Il ‘piano B’ del M5S sarebbe di votare un candidato del centrosinistra al ballottaggio previsto alla quarta votazione di Palazzo Madama: il favorito dovrebbe essere Luigi Zanda del Pd ma qualcuno dice che potrebbe spuntare a sorpresa anche il nome di Emma Bonino.

“Un Nazareno bis non lo farò mai, non porterò mai il M5S a fare una cosa del genere. Ho sentito più volte sia Matteo Salvini che Maurizio Martina in questi giorni, con loro continueremo a parlare. Una soluzione la troveremo”, lo ha detto Luigi Di Maio, candidato premier dei 5Stelle.

La posizione di Di Maio è naturalmente suffragata da Beppe Grillo, fondatore del movimento che ha ribadito sui social: “Il tango si balla in due”.

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