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Presidente Senato Pietro Grasso a Trame.7 con i Ricordi di mafia

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Pietro Grasso-LameziaTermeit

Ospite importante per la seconda intensa giornata di Trame.7

Una piazza San Domenico gremita e curiosa ha accolto Pietro Grasso, presidente del Senato della Repubblica, per la seconda tornata del Festival dei libri sulle mafie durante il quale ha presentato il libro “Storie di sangue, amici e fantasmi. Ricordi di Mafia” (Feltrinelli Editore).

A moderare l’incontro è stato Gaetano Savatteri, direttore artistico del Festival, che ha ripercorso insieme a Grasso i tratti salienti del testo e soprattutto i ricordi, appunto, del presidente del Senato.

In particolare il fil rouge dell’incontro è stata la ricostruzione di due importanti e tragici eventi che hanno inevitabilmente segnato la storia d’Italia: le stragi di Capaci e via D’Amelio durante le quali persero la vita Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Il senso del libro è il desiderio e il dovere di trasmettere quello che i due magistrati sono riusciti a fare, un’immagine che sia anche e soprattutto umana, non eroi ma uomini.

È importante infatti che vengano ricordati come degli uomini eccezionali quanto al senso del dovere, uomini da imitare, uomini che seguivano i loro valori e i loro ideali che sono poi anche i nostri, alla continua ricerca della verità. Non è un caso allora che una lettera a Giovanni Falcone e una a Paolo Borsellino aprano e chiudano il testo presentato durante il Festival.

È un testo ricco di tratti umani, di parti di indagini importanti, come quelli riguardanti l’arresto nel 2006 di Bernardo Provenzano, boss di Cosa Nostra, che unisce le emozioni di un uomo, le sue analisi di magistrato e la ricostruzione storica del fenomeno mafioso.

L’anno delle stragi era il 1992 e venticinque anni dopo Pietro Grasso, che all’epoca era magistrato in prima linea nella lotta alla mafia, “torna a percorrere le strade di Palermo, l’aula del Maxiprocesso, le campagne rifugio dei latitanti e le tante, troppe scene del crimine in cui ha dovuto scorgere il cadavere di uomini dello Stato trucidati dalla mafia, di amici portati via troppo presto.”

Durante l’incontro Savatteri pone al presidente del Senato una importante domanda sulla possibilità di un cambiamento, o forse sulla speranza del cambiamento per una terra e una realtà come quella della nostra Regione, come quella siciliana o come quella del sud e dell’Italia in genere.

“La mia vita è improntata al cambiamento – risponde sicuro Grasso- con la certezza che si può cambiare. I miei maestri sono stati Falcone e Borsellino, che di fronte a tante difficoltà, di fronte a tanti ostacoli, si rialzavano dopo le batoste che ricevevano e loro credevano molto nella possibilità di cambiamento, soprattutto attraverso i giovani che alle volte riescono anche a far cambiare gli adulti. Ho parecchie speranze perché ho parecchie esperienze positive. Ci sono tanti magistrati e forze dell’ordine che hanno fatto della loro vita una missione per poter davvero cambiare le loro terre”.

Le parole di Grasso vanno così inevitabilmente ai sindaci che tentano di sottrarre il territorio alle mafie, ai giornalisti che oggi vivono blindati perché hanno svelato il malaffare che sta dentro queste terre, ai tanti docenti che ogni giorno formano i ragazzi alla legalità e al rispetto e che sebbene siano pagati poco, pur ricoprendo una funzione così importante nella società, continuano a fare il loro lavoro in maniera encomiabile, ai ragazzi che passano le loro estati a coltivare i terreni confiscati alle mafie, a tutte quelle associazioni e a quei cittadini che lottano contro le mafie, alle persone che non fanno acquisti nei negozi che pagano il pizzo. Questa è la bellezza del nostro paese e il nostro punto di forza.

“Qualunque cosa accada bisogna rialzarsi”.

L’incontro si è concluso con il ricordo dell’operatore e giornalista Rai Marcello Le Piane venuto a mancare nella giornata di ieri (22 giugno), con un messaggio di solidarietà alla giornalista Alessia Truzzolillo, vittima di un atto intimidatorio e con la promessa, da parte di Grasso, a quanti tra parenti e amici erano lì presenti in ricordo di Francesco Pagliuso, avvocato penalista vilmente ucciso e per il quale si attende giustizia, di interessarsi alla vicenda.

Valentina Dattilo

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