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RISONANZE DA LAMEZIA A MILANO: IL CIRCO BARNUM DEGLI ORRORI (sociali)

3 min di lettura

Lamezia-Milano, andata e ritorno: la signorina di Google mi dice dove andare (per dirla con Brunori), e io mi fermo al Museo Nazionale Scienza e Tecnologia “Leonardo Da Vinci” (si, a Milano), dove questo autunno incredibilmente la Scienza incontra l’Arte.

Fino al 22 ottobre infatti troviamo la mostra “Resonances II”, ideata e promossa dal Centro Comune di Ricerca (JRC) – il servizio della Commissione europea per la scienza e la conoscenza: le opere esposte sono quelle realizzate da artisti e scienziati provenienti da dieci diversi paesi europei per declinare il concetto di fairness, cioè di equità e giustizia – e oltre.

(info su http://www.museoscienza.org/attivita/mostre/resonancesII/)

Le installazioni della mostra allestite all’interno si muovono in cinque ambiti: società, economia, natura (intesa anche come ambiente), scienza e cosmo.

Milano-Lamezia e ritorno: se nella città della piana nei giorni scorsi abbiamo visto il cirque en plein air nel cartellone di “TeatrOltre Festival di teatro in strada”, nella capitale padana sempre all’interno della mostra Resonances II ecco l’installazione “La Grande Mostra Scientifica e Sociale” dell’artista-regista teatrale Lorenzo Montanini, che insieme a Daniela Ghio -demografa specialista della migrazione- indaga sulle paure di oggi: terrorismo e immigrazione nella società. Forse è difficile parlare di installazione, perché c’è anche il teatro, come dice lo stesso Montanini che, presentando il suo progetto, parla appunto di interazione fra artista e pubblico, del loro momento di incontro (che è pure l’essenza stessa del teatro).

Proseguendo, ci imbattiamo nella costruzione di un circo itinerante: che è lo specchio delle paure che affronta oggi la nostra società, proprio come quella degli immigrati chiusi in un vagone-gabbia che si avvicina a quella più simpatica di Dumbo, che però a ben guardare ritrova gli echi lontani ma presenti del circo Barnum, luogo leggendario dove venivano esibiti i “fenomeni da baraccone”, i tristemente famosi freaks. All’interno, dietro le sbarre, troviamo due ragazze (una di origine filippina, l’altra egiziana) e un ragazzo richiedente asilo che vive in un centro accoglienza vicino Varese. Sempre Lorenzo Montanini racconta a La Stampa: “La gente viene, guarda e si sente in imbarazzo. Poi, un po’ a fatica, comincia a parlare, a interloquire. Qualcuno, si spera, finirà per farli evadere”.

Più avanti di pochi metri troviamo il Burqarium (una donna velata che si spoglia per dare i vestiti ad una donna nuda);

circo barnum degli orrori

poi la storia dell’uomo cannone, che traslato diventa un terrorista dell’Isis (in realtà un attore siciliano) il quale alla fine preferisce diventare attrazione anziché assassino.

Insomma, Resonances è una scoperta dietro l’altra: oltre Montanini troviamo anche Markus Zohner con la sua Radio Frankestein che mette a confronto la nuova scienza applicata alla medicina con relativi interrogativi umani; un perturbante Mickey Mouse a due teste, opera di Frederik De Wilde, che redarguisce sui rischi della sperimentazione sugli animali; questi, insieme a tanti altri artisti che attendono i nostri dubbi per risolverli con le loro opere.

O forse no.

 

di Valentina Arichetta

 

n.d.a.: le foto sono di proprietà dell’artista, dal suo profilo social personale.

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