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Agenzie viaggi e operatori turistici al collasso: la protesta all’aeroporto di Lamezia

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LAMEZIA. Sgravio totale dei tributi fino a fine anno; revisione ed adeguamento dei criteri di calcolo a fondo perduto più pertinenti al sistema di fatturazione (annuale/12) e basato su almeno un trimestre (marzo/aprile/maggio); aumento del fondo turismo; cassa integrazione in deroga fino al 31 dicembre 2020; blocco dei leasing e dei mutui fino al 31 marzo 2021.

Queste le richieste avanzate al governo nazionale dagli operatori del settore turistico che quest’oggi hanno protestato nel piazzale dell’aeroporto di Lamezia. La manifestazione è stata promossa da Federnoleggio, Assoviaggi, Movimento autonomo delle agenzie di viaggi, Fiavet, guide e accompagnatori turistici della Calabria. Una mobilitazione pacifica ma forte e determinata per ribadire il proprio dissenso nei confronti delle linee guida annunciate dal governo nazionale sulla Fase 2 del dopo lockdown. Misure che, secondo gli operatori del settore, non tengono in considerazione le esigenze degli operatori del turismo e dei bus operator. “Sono numerose – hanno affermato i rappresentanti di categoria – le aziende che rischiano di chiudere la loro attività e perciò abbiamo presentato richieste e proposte ben precise alle istituzioni.

I provvedimenti in atto al momento sono distanti dai bisogni delle agenzie di viaggi. Infatti nel caso specifico del bando regionale ‘Riapri Calabria’ alcuni requisiti previsti escludono circa il 90 per cento delle agenzie di viaggi. Al momento nulla di concreto è arrivato nelle tasche degli imprenditori, né dal governo nazionale né da quello regionale. Da marzo gli imprenditori stanno vivendo e sostenendo l’azienda con 600 euro al mese (per chi li ha presi), e i dipendenti con la cassa integrazione, anche questa erogata con ritardo e non ancora a tutti. Vogliamo far arrivare il nostro grido d’allarme ed il nostro disagio alla classe politica regionale e nazionale perché al momento non riusciamo a intravedere una via d’uscita sicura. Servono misure urgenti e tempestive – concludono i rappresentanti del settore – per evitare che il tutto il comparto, azzerato dalla crisi dovuta alla pandemia, muoia definitivamente”. Domani, 4 giugno, la protesta si sposterà in Piazza del Popolo a Roma. Red.

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