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Animalisti calabresi: commissario Cotticelli ci lascia nell’orrore

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Animalisti calabresi: commissario Cotticelli ci lascia nell’orrore

Nel coro di voci sollevatesi per la vicenda Cotticelli, ce ne sono alcune che restano soffocate e mute

Comunicato Stampa

Sono i lamenti degli oltre 11.000 cani detenuti nei canili della Calabria, dei migliaia abbandonati ogni anno, delle centinaia di cuccioli indesiderati annegati alla nascita o seppelliti vivi, dei cani presi a fucilate o impiccati, dei gatti avvelenati in massa.

Lungi da noi cercare nel Generale Cotticelli un capro espiatorio alle condizioni degli animali in Calabria, ma non si può non evidenziare che “una sregolata negligenza è quasi dolo”.

E se può sembrare fuori luogo parlare di randagismo mentre è in corso una pandemia, per noi animalisti calabresi è davvero inopportuno che questa Regione continui a sperperare una somma stimabile di 20 milioni di euro all’anno di soldi pubblici per la mancata prevenzione del fenomeno.

In Calabria non ci sono che pochissime, insufficienti, strutture deputate alla sterilizzazione degli animali vaganti. Le norme locali paralizzano le attività di prevenzione (vedi il discutibilissimo D.C.A. n. 67/2018, a firma dell’ex Commissario Massimo Scura).

Molti degli amministratori locali mostrano di non avere percezione delle leggi vigenti in materia di randagismo. Alcuni degli attori coinvolti nella gestione o sono completamente disinteressati al contenimento del fenomeno o sembrano addirittura voler prestare il fianco alle attività illecite che inevitabilmente si sono innescate sulla pelle di cani e di gatti.

Così non sembrava del Generale Cotticelli: ricevuti e ascoltati per più di un’ora, noi animalisti del Movimento Onda Calabra – movimento apolitico e senza scopo di lucro – ci siamo illusi di aver trovato un interlocutore che realmente volesse impegnarsi in un percorso di legalità e di civiltà per il bene di questa terra.

Del resto l’interesse primario di un Commissario alla Sanità di ridurre la spesa pubblica sposa appieno la richiesta degli animalisti di contenere la popolazione di cani e gatti liberi sul territorio.

Da Agosto 2019, per diversi mesi, una nostra delegazione composta da avvocati, ingegneri, professori e attivisti animalisti di comprovata esperienza, ha tenuto un tavolo tecnico con il Dott. Gianluca Grandinetti della Task Force Veterinaria, scandagliando le criticità delle norme e dei pochissimi fondi a disposizione (tra cui i dispersi 990 mila euro del DPGR 197/2012 per i canili sanitari, stanziati e mai utilizzati), giungendo, infine, alla redazione di un Piano Strategico, che sinteticamente prevede:
– ambulatori sanitari dove attuare campagne massive di identificazione e sterilizzazione (tanti Comuni sono disponibili a concedere strutture idonee all’attività),
– semplificazione delle procedure di reimmissione degli animali sul territorio di provenienza, – una maggiore presenza delle Associazioni di volontariato animaliste all’interno dei canili,
– aree di tutela comunali per la salvaguardia dei cuccioli e dei cani in attesa di adozione.

Terminato nel Dicembre 2019, al nostro Commissario alla Sanità non restava che firmarlo: tanto sarebbe bastato per iniziare un percorso di riduzione del randagismo nella nostra Regione.

Ma alla luce delle ultime vicende, non sapremo mai chi ha ostacolato, per l’ennesima volta, un piano di tutela dei nostri animali.

La Task Force Veterinaria a luglio 2020 è stata coinvolta in una vicenda di emolumenti non dovuti e, in seguito, sciolta. Il Commissario Cotticelli ha rassegnato ieri le proprie dimissioni. Il piano strategico per il contrasto al randagismo muore nell’indifferenza di una Regione arretrata, ma dalla spesa pubblica incontenibile.

A noi animalisti resta l’amarezza e la rabbia di dover continuare a vivere in mezzo all’orrore, con le carcasse in decomposizione lungo tutte le nostre strade, i cani spellati vivi da rogna e leishmania, i gatti soffocati dal loro stesso vomito.

Sebbene, del resto, per noi calabresi si prospetti un futuro di rassegnazione al quale molti vorrebbero ci assoggettassimo, siamo qui ancora una volta a ribadire che non smetteremo mai di lottare per una regione più civile, che non smetteremo mai di difendere i diritti degli animali.

Nessuno, né la mala politica, né la dirigenza collusa, né la ndrangheta riuscirà mai a spegnere la determinazione che vive in noi: continueremo a denunciare con forza le drammatiche condizioni degli animali in Calabria e a pretendere una vita dignitosa per loro e per noi cittadini calabresi.

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