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Associazioni calabresi alle Asp: riaprire e potenziare i consultori familiari

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corsia ospedale

Il 16 febbraio 2021 si è svolto un incontro webinar molto partecipato da numerose Associazioni e da operatori consultoriali sul tema del “valore culturale dei Consultori familiari” organizzato da “Donne e Diritti” e “Comunità Competente” per riflettere sul ruolo del Consultorio Familiare in Calabria alla luce dei futuri “Atti Aziendali” che i Commissari delle Aziende Sanitarie dovranno elaborare entro 50 giorni

Comunicato Stampa

Da tale incontro è emerso con forza che anni di “Piano di rientro”, con il blocco del turnover, hanno “desertificato “i Servizi Territoriali” svuotando di personale i Consultori, favorendo una errata cultura “ospedalocentrica” che ha messo in crisi il ruolo fondamentale delle “Strutture sociosanitarie territoriali intermedie” e intasando gli ospedali con prestazioni prettamente territoriali.

È opportuno ricordare che:

1) Il Consultorio familiare previsto da leggi nazionali (405/75; 34/96; 194/78), regionali (26/77), progetti obiettivo (POMI), deve svolgere le sue attività in locali ben definiti, con una dotazione di personale precisa e strumentazione ad hoc (Decreto del Presidente della Giunta Regionale 28/12). Questa peculiarità deve essere rivendicata con forza nella nostra Regione rammentando che, questi atti normativi, nascono in seguito alle lotte dei movimenti femminili che hanno preso vigore a partire dagli anni ’60. Ricordiamo, inoltre, che l’Accordo Stato-Regioni del 16/12/2010 stabilisce la presenza di un Consultorio h 12 laddove è stato soppresso un Punto nascita, come, purtroppo, si è verificato in molti territori della nostra Regione;

2) Il Consultorio, attraverso un modernissimo modello di servizio sociosanitario, è dotato di una equipe multidisciplinare in cui le varie figure professionali (Assistente sociale /Ginecologo/Infermiere professionale/Ostetrica/Pediatra e Psicologo) interagiscono tra loro con una visione olistica della persona, garantendo funzioni sociosanitarie che, offrendo gratuitamente assistenza al singolo, alla coppia, alla famiglia, ai gruppi sociali, forniscono risposte efficaci alla tutela della salute della donna e alla sua soggettività, al percorso nascita, alle relazioni familiari, alla promozione della salute e prevenzione della malattia, al fenomeno, purtroppo, crescente della violenza sulle donne e le successive sequele, alle problematiche adolescenziali, alle esigenze legate ai rapporti con i Tribunali minorili e molto altro.

L’equipe del Consultorio, a nostro parere, deve avvalersi, in qualità di consulenti, di altre figure professionali quali il mediatore linguistico-culturale, il legale, il neuropsichiatra infantile, l’andrologo, il genetista.

Malgrado ciò, lo stato in cui versano i Consultori in questa sciagurata Regione è desolante: da alcuni anni in qua, i Consultori sono stati in gran parte smantellati e, laddove sono ancora esistenti, si è andato progressivamente snaturando il loro ruolo centrale come servizi di prevenzione e accoglienza delle istanze territoriali, la loro natura socio-sanitaria, laica, libera e gratuita; le figure professionali presenti risultano inferiori agli standard previsti; i pochi psicologi rimasti in servizio sono totalmente assorbiti delle numerose prestazioni richieste dagli Uffici Giudiziari, con ciò dovendo, di fatto, sacrificare le attività prettamente consultoriali, lo stesso dicasi per le assistenti sociali e le ostetriche.

I ginecologi sono nella quasi totalità “obbiettori di coscienza” e ciò determina un disservizio che impedisce la piena applicazione della legge 194/78 e quindi nega il diritto delle donne all’autodeterminazione e le costringe ad una mobilità forzata per accedere alle prestazioni sull’I.V.G..

E’ fondamentale contrastare la medicalizzazione del Consultorio valorizzando il lavoro in equipe con la cura delle relazioni familiari in momenti cruciali del loro ciclo vitale (nascita, adozioni, affidi, fertilità assistita, educazione dei figli, divorzio) ricordando che il Consultorio Familiare è l’unico Servizio in cui è permesso l’accesso ai minorenni anche in assenza del consenso degli esercenti la “responsabilità genitoriale”.

Se a questo depauperamento del Servizio si aggiunge la crescente complessità dei rischi e dei bisogni, l’aumento delle disuguaglianze, la galoppante povertà economica ed educativa, l’emersione di nuove soggettività e, soprattutto, l’incalzante predominio delle strutture private, il quadro che ne emerge è desolante.

Tutto questo, per noi è inaccettabile. Mai come in questa fase storica mondiale si è compreso il ruolo centrale della salute pubblica, la necessità dell’offerta attiva territoriale, l’imprescindibilità dell’appropriatezza dei servizi sanitari di prossimità e i consultori non possono essere, come stanno diventando, nelle migliori delle ipotesi “ambulatori ginecologici”.

Pertanto, come Associazioni firmatarie, intendiamo richiamare le SS.LL., che si apprestano ad elaborare gli “ Atti Aziendali”, ad un’assunzione di responsabilità perché si impegnino a ripristinare in tempi rapidi il ruolo e la funzione dei Consultori Familiari che, lo stesso ministro Speranza, il 5 febbraio 2020 in occasione dell’Assemblea Nazionale sui Consultori, ha definito “pilastri del welfare sociosanitario” e il Presidente del Consiglio Draghi nelle dichiarazioni programmatiche del 17 febbraio scorso in Senato ha rammentato.

Chiediamo che i Consultori siano adeguanti ai nuovi bisogni che i mutamenti sociali hanno prodotto in questi anni, alle nuove soggettività, alle conoscenze basate sulle evidenze scientifiche e all’epidemiologia, nonché alle molteplici funzioni richiamate dai LEA, dal Progetto Obiettivo Materno Infantile (POMI) che indica, con estrema chiarezza e proposte operative la necessità di:

° Integrare i Servizi di 1°livello (promozione della salute), 2° livello (cure specialistiche e diagnostica ambulatoriale) e di 3° livello (cure intensive e diagnostica complessa);
° Operare secondo il modello dell’empowerment e con le modalità della offerta attiva.

Per quanto sinteticamente espresso, chiediamo che gli Atti Aziendali stabiliscano:

– la riapertura, accessibile e gratuita, dei Consultori chiusi e l’adeguamento alla legge 34/96 che prevede un Consultorio ogni 20mila-25.000 abitanti nelle zone urbane metropolitane e uno ogni 10mila nelle zone rurali e semi-urbane, con una rinnovata attenzione riguardo alle giovani generazioni ed alle donne migranti;
– lo sblocco del turnover, le assunzioni e l’adeguamento dell’organico dei consultori, rivedendo il “Piano del Fabbisogno del personale” alla luce della Legge 27/2020;
– la formazione e l’aggiornamento continuo del personale sui programmi di educazione alle differenze, all’affettività e alla sessualità, alla medicina di genere, alla sanità umanizzata;
– la ripresa dei programmi di screening per la prevenzione del tumore della cervice uterina e del tumore della mammella;
– la ripresa dei programmi per il post-menopausa;
– la ripresa dei programmi di educazione e prevenzione del rischio (alimentazione, sessualità, dipendenze) per gli adolescenti a scuola;
– la prima accoglienza, l’orientamento e l’assistenza integrata in codice rosso delle donne vittime di violenza e dei loro figli;
– l’applicazione ed il monitoraggio delle Linee guida per la riorganizzazione del percorso nascita di cui al DPGR n. 28 del 21/03/2012 dove la figura della ostetrica ha un ruolo pivotale in tutto il percorso nascita;
– la rilevazione precoce del rischio e l’assistenza integrata per quanto riguarda la depressione post-partum;
– la piena applicazione della L. 194/78: presenza di medici non obiettori, sostegno alla donna
rimuovendo, laddove possibile, (attraverso interventi di natura sociale e socio-sanitaria integrata) le cause che potrebbero indurla all’interruzione di gravidanza e seguendola adeguatamente sia da un punto di vista medico che psicologico nell’intero percorso che va dal front-office iniziale ai controlli post-IVG; somministrazione della Ru486 nei Consultori;
– l’attuazione dell’art. 3 della legge 11/01/2018 (Applicazione e diffusione della medicina di
genere nel Servizio sanitario nazionale);
– la trasparenza sui finanziamenti finalizzati ai programmi consultoriali e sul relativo utilizzo.
– infine, chiediamo che, istituito il Dipartimento Materno Infantile interaziendale come previsto dalle “ Linee guida degli Atti Aziendali”, sia attivata una Consulta di Dipartimento costituita dal Direttore del Dipartimento o suo delegato, dai Rappresentanti degli operatori per profili professionali e dalle Associazioni di donne attive sul Territorio.

In attesa di concrete garanzie di recepimento della nostra piattaforma proclamiamo, da oggi, lo stato di mobilitazione permanente.

FIRME
1) Rubens Curia “Comunità Competente Calabria”
2) Stefania Fratto Associazione “Donne e Diritti” San Giovanni in Fiore
3) Daniela Diano Associazione “S.IN.A.PSI.” Reggio Cal
4) Giacomo Panizza-Marina Galati Comunità “Progetto Sud” Lamezia T.
5) Chiara Gravina “Centro Antiviolenza Lanzino” Cosenza
6) Pino De Lucia “Forum Terzo Settore” Crotone
7) Tonino Maglia “Ordine dei Medici” Vibo Val.
8) Silvia Puntillo “Associazione “Dall’Ostetrica” Cosenza
9) Fatima Zahiri “UDI” (Unione Donne Italiane” Catanzaro
10) Aldo Pirillo “Volontari di strada” Crotone
11) Domenica Clemensi “Associazione Donne Insieme” Condofuri
12) Amalia Bruni/Antonio Laganà Associazione per la ricerca neurogenetica onlus Lamezia T.
13) Giorgio Marcello Associazione ”San Pancrazio” Cosenza
14) Maria Teresa Roto “Comitato Amici Malati Cronici” Reggio Cal.
15) Maria Francesca Amendola “Società Italiana Alcologia” Calabria
16) Monica Zinno Associazione” Infanzia e Adolescenza G.Rodari” Cosenza
17) Raffaella Rinaldis “Casa delle donne di Fimmina TV”
18) Vito Crea “ADDA” (Associazione per la difesa dei bambini diversamente abili)
19) Domenica Iannello Federconsumatori Calabria
20) Antonella Occhiuto “UDI” (Unione Donne Italiane) Reggio Cal.
21) Mirella Giuffrè AGEDO (Associazione genitori, parenti, amici, di persone LGBT) Reggio Cal.
22) Flavia Carricato Associazione “Jineca- Percorsi femminili” Reggio Cal.
23) Caterina Vaiti Coordinamento Donne CGIL Calabria
24) Federica Roccisano “Associazione “Hermes 4.0”
25) Anna Cannizzaro Associazione Italiana Celiaci Calabria
26) Caterina Laria FIMMG Catanzaro
27) Franca De Bonis Circolo culturale Popilia Cosenza
28) Eugenio Corcioni Ordine dei Medici Cosenza
29) Simona Coluccio Associazione “Comma Tre” Marina di Gioiosa Ionica
30) Francesco Mollace “Civitas Solis” Locri
31) Giuseppe Belcastro “Medambiente ” Marina di Gioiosa Ionica
32) Stella Primerano “ADOS” (Ass. Donne Organizzate Socialmente) Galatro
33) Paolo Graziano Circolo Auser Bovalino
34) Susanna Quattrone “Confapi D.” Calabria
35) Adriana De Luca Associazione “Gli altri siamo noi” Cosenza
36) Antonio Tata “Associazione Libera“ Crotone
37) Bruna Filippone Comitato “DifendiAmo l’Ospedale” Locri
38) Marina Simonetti “www La Calabria vista dalle donne” Rende
39) Antonella Tassitano Ass. “Non una di meno” Reggio Cal.
40) Claudio BaucKneht “Cooperativa Access Point” Crotone
41) Isa Mantella “Centro Calabrese di Solidarietà” Catanzaro
42) Massimo Gelli “Cooperativa Sociale R-Accogliere” Cosenza
43) Lina Lizzio “Associazione Alzheimer” Reggio Cal.
44) Francesco Costantino”10 Idee per la Calabria”
45) Sandra Innocente “Cooperativa Strade di casa” Cosenza
46) Paola Infortuna ostetrica ASP Reggio Cal.
47) Luigi De Filippis Associazione “Cooperazione in sanità” (Coopisa) Reggio cal.
48) Stefania Zampogna pediatra A.O.Pugliese Ciaccio
49) Isa Mantella Coordinamento dei “Centri antiviolenza calabresi” (Cadic )
50) Leonardo Iacopino “Lega Italiana lotta ai tumori” (LILT) Reggio C.
51) Lucia Mangeruca “Associazione Italiana Parchi Culturali Area Grecanica”
52) Italo Reale avvocato Lamezia Terme
53) Cristina Ciccone “Cooperativa Sociale Demetra” Reggio Cal.
54) Antonino Zumbo “Società di Mutuo Soccorso Cesare Pozzi” Calabria
55) Anna Sisinni ostetrica ASP Reggio Cal.
56) Pasquale Scarmozzino “Associazione Nazionale Emodializzati” Calabria (ANED)
57) Stefania Marino-Ernesto Mancini Associazione “PRO SALUS” Palmi
58) Ercolino Cannizzaro “MEIC” Cosenza
59) Patrizia Gambardella “Il cuore di Medea Onlus
60) Lino Caserta “Associazione Calabrese di Epatologia”
61) Lucia Filomia-Mario Viola “Comitato per la salute pubblica Esaro-Pollino” Castrovillari
62) Giovanni Marino “Fondazione Marino onlus” Melito P.S.
63) Vita Cupertino pediatra di Comunità ASP Cosenza
64) Pino Ippolito “Circolo Armino” Palmi
65) Luisa Pandolfini ginecologa Oppido Mamertina
66) Lorenzo Sibio “Lega delle Cooperative Sociali” Calabria
67) Lino Caserta “Fondazione Medicina Sociale” Calabria
68) Mario Diano “Coordinamento Organizzazioni Sociali Locride” (Corsecom)
69) Carmine Galippi “Associazione Strutture Sanitarie-Sociali Assistenziali” (ASSA) Calabria
70) Pasquale Neri “Macramè Trame Solidali Terre del sole”
71) Enzo Priolo “Specialisti Ambulatoriali SUMAI” Calabria
72) Francesco Mammì “Associazione Genitori bambini Diabetici Locride” (A.G.D.)
73) Maria Teresa Napoli psicologa ASP Catanzaro
74) Sasà Albanese- M.Antonella Avellis-Emmidia Multari-Franco Martino-Maria Romeo “ Comitato Casa della Salute di Siderno”
75) Rossana Melito “Associazione culturale Magnolia” Reggio Cal.
76) Maria Antonella Avellis “InpiediSiderno”
77) Immacolata Cassalia “U.N.A.SA.M” (Unione Nazionale Associazioni per la Salute Mentale)
78) Vincenzo Linarello “GOEL-Gruppo Cooperativo” Siderno
79) Lillo Laganà “Consulta Regionale delle Professioni Sanitarie “Calabria
80) Anna Maria Rosato “Associazione Italiana Donne Medico” (AIDM) Reggio Cal.

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