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Associazioni imprenditori: stato di emergenza uno dei paradossi italiani

2 min di lettura
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Quant’ è strano il nostro Paese?

Comunicato Stampa

È la domanda che tutti i cittadini si pongono ultimamente.

Impresa Calabria”, insieme alle associazioni “Lamezia Shopping” e “Autonomi e Partite Iva”, non riesce a dare una spiegazione a queste stranezze, eppure è composta da imprenditori che di stranezze ne vedono quotidianamente.

Nell’ ultimo periodo, si stanno focalizzando le attenzioni su altri problemi (ora è importante concentrarsi sui no-vax), ma non si parla di futuro e di prospettive.

Per fare impresa è indispensabile pianificare, con visioni lungimiranti, su economia e risorse, ma ultimamente i nostri grandi “Illuminati” non riescono a vedere più lontano del proprio naso.

Per arrivare al punto si parla di una eventuale proroga dello stato di emergenza, oggi fissato al 31 dicembre 2021: forse il motivo è che la pandemia non è stata ancora arginata? Forse per mantenere in attività il comitato tecnico scientifico? O forse per guadagnare i privilegi che ancora non sono stati acquisiti?

Queste risposte non le possiamo conoscere, ma sta di fatto che siamo ancora in uno stato di emergenza che probabilmente sarà prorogato più a lungo.

E allora perché le imprese sono trattate come se questa situazione è ormai un brutto ricordo? Come possono sopportare le attività il carico fiscale a cui sono di nuovo sottoposte?

Ormai le cartelle esattoriali sono state sbloccate, insieme alle contribuzioni, le imposte e le tasse, come se la situazione pandemica è ormai alle spalle.

Come viene in mente di RICOMINCIARE dalla richiesta così solerte di pagamenti del pregresso e dell’attuale? Come si può rimettere in moto un’economia provata, quando il carico fiscale soffoca ogni tentativo di ripresa? Le tasse e le cartelle esattoriali disincentivano il consumo bloccando di fatto l’economia.

Inoltre, bisogna considerare che si è registrato un aumento smisurato dei prezzi, a partire dai farinacei, dalle utenze luce e gas, dai carburanti, persino dalla revisione auto, dai materiali edili: tutto ha subito un incremento pari al doppio.

A questo vanno aggiunte le restituzioni dei finanziamenti ricevuti nel periodo del lockdown per spalmare le perdite in cinque anni: perdite subite per le chiusure imposte e necessarie (finanziamenti che, a nostro avviso, avrebbero dovuto essere a fondo perduto).

Ma tutti sono distratti da altro e nessuno mette in luce i problemi a cui sono nuovamente sottoposte le imprese. Se la classe dirigente ritiene che siamo ancora in stato di emergenza sanitaria, allora questo stato di emergenza deve essere esteso anche all’economia, al lavoro e alle imprese; perché la cosa più importante da fare è quella di prevenire e non di curare, infatti se le cose non prendono un’altra strada, ossia quella di congelare le scadenze attuali e pregresse, fino a data da stabilire, sarà troppo tardi per sanare un sistema economico esausto e in agonia, in quanto non ascoltato e più volte mortificato da uno Stato statalista e assistenzialista.

Stefano Rocca, “Impresa Calabria”
Giuseppe Serra, “Lamezia Shopping”
Vincenzo Arnone, “Autonomi e Partite Iva”

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