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Baretta: vaccinazione anti-Covid e le categorie di lavoratori dimenticate

2 min di lettura
Iolanda Baretta (Calabria Libera)

Sono più di 2 mesi che è iniziata la campagna di vaccinazione anti-SARS-CoV-2/ Covid-19 in Europa ed in Italia

Comunicato Stampa

La nostra terra ha il triste primato di essere l’ultima Regione d’Italia nella somministrazione del vaccino; finora solo poco più del 2% dei calabresi è stato vaccinato: in questi giorni stanno iniziando la somministrazione del siero agli ultraottantenni ed anziani ricoverati nelle RSA.

In questa pianificazione della somministrazione dei vaccini ci sono state alcune categorie di lavoratori che sono state completamente non considerate o dimenticate, prima fra tutte quelle delle estetiste e dei parrucchieri.

Categoria di artigiani che conosco bene in quanto io stessa sono una estetista professionista che gestisce un’impresa commerciale che opera in questo settore. Molte mie colleghe in questa pandemia, essendo a contatto con il pubblico ed “usando le mani per trattare la clientela” hanno contratto il virus SARS-CoV-2 trovandosi così, non solo a dover combattere con questa terribile infezione, ma anche con il disagio economico di dover chiudere la loro attività lavorativa.

Le estetiste su tutto il territorio nazionale da anni stanno cercando di fare il passaggio da figura artigianale a figura professionale riconosciuta con un corso di laurea triennale, come è stato fatto in passato per gli infermieri.

Questa classe di lavoratori, oggi più che mai si trova a non essere tutelata da questa pianificazione vaccinale, che non la vede affatto protagonista. Certamente quella delle estetiste e dei parrucchieri non è la sola categoria a non essere stata considerata, pensiamo ad i tatuatori, ai farmacisti, ai giornalisti, ai tabaccai, ai tassisti, alle commesse, ai camerieri, ai baristi, ai preti, agli impiegati degli pubblici uffici, alle cassiere, ai venditori ambulanti, a tutti coloro che per motivi di lavoro sono a contatto diretto con tante persone, ogni giorno.

Come si può pensare di contenere la diffusione del virus se non si dà la priorità di vaccinarsi a chi per motivi lavorativi deve confrontarsi con il pubblico? Mi auguro che chi è preposto ai vertici nella gestione della vaccinazione anti-Covid riorganizzi tutta la campagna valutando rischi e priorità delle varie categorie sociali, pensando prima di tutto a quelle che finora sono state completamente dimenticate.

Iolanda Baretta
Aspirante candidata al Consiglio Regionale nella lista Calabria Libera con Carlo Tansi

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