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Cerra (Tesoro Calabria): sulla transizione ecologica ci giochiamo il futuro della regione

5 min di lettura
rosella cerra

Il 22 aprile è la Giornata Mondiale della Terra, una ricorrenza che risale al 1970, in seguito alla fuoriuscita di petrolio che provocò la morte di decine di migliaia di uccelli

Comunicato Stampa

Ancora una volta, con gli occhi puntati su quella data, il mondo intero si mobilita per sollecitare una reale svolta ecologica della Terra che avrebbe le ore contate. Serve un cambio di rotta subito. In Italia, però, all’indomani della pubblicazione del Bollettino Ufficiale degli Idrocarburi e Georisorse (BUIG) del mese di Marzo 2021 veniamo a scoprire che il Ministro per la Transizione Ecologica, il fisico Cingolani, tanto voluto e condizione per la creazione del governo Draghi, ecologico, poi, non è.

Anzi, tutt’altro. Ambientalisti di tutta Italia hanno infatti contestando la forte contraddizione che vi è nell’avere firmato nuove autorizzazioni e proroghe dai 5 ai dieci anni per attività di ricerca ed estrazione di idrocarburi in mare. Fra queste vi sono anche quelle a ridosso di Crotone e Capo Colonna, nello specifico definite «D.C4.AG» e «D.C2.AG» tutte e due in scadenza a metà marzo 2021 e tutte e due di proprietà dell’ENI, come quasi tutte quelle che hanno avuto la proroga.

Le sorprese per la Calabria non sono solo queste. Vi è ancora nell’elenco delle istanze di ricerca in mare quella della Schlumberger, che copre gran parte del Golfo di Taranto fino a Crotone. E poi vi sono le 5 della Global Med, che hanno avuto le autorizzazioni nel 2016 e nel 2018. Due di queste a ridosso delle coste del crotonese hanno avuto una sospensione per merito dei ricorsi presentati dalla regione Calabria e dai comuni interessati, fra cui quello di Crotone.

Gli effetti devastanti di questo tipo di attività le ho documentate e inviati ai Ministero dello Sviluppo Economico, dell’Ambiente, dei beni Culturali dal dicembre 2014 con corpose osservazioni, sottoscritte da molte associazioni, comitati e movimenti politici. Mi chiedo se il nuovo ministro ha letto il materiale che si trova sulle piattaforme ministeriali, perché dovrebbe dare conto a chi poneva molte argomentazioni contrarie, o è interessato solo alle piattaforme in mare?

Voglio elencare tutte le realtà che avevano sottoscritto quelle osservazioni e che avevano contribuito alla loro stesura, per ricordare una opposizione ampia e corale che si era levata dalla Calabria e oltre, contro queste attività. Ad iniziare dal Coordinamento Nazionale No-Triv, e poi la rete delle associazioni Raspa della sibaritide, WWF Calabria, WWF Basilicata, Verdi Ambiente e Società, CGIL Calabria, CGIL Crotone, Italia Nostra Calabria, Usb (Unione Sindacale Di Base), Unione Mediterranea, Il Forum “Stefano Gioia (Castrovillari), l’Associazione Il Riccio (Castrovillari), l’Associazione Cittadina “Solidarietà e Partecipazione” (Castrovillari), Sos Mediterraneo, I Briganti (Na), , Coordinamento Politico Basso Ionio Catanzarese (Soverato), Forum Ambientalista Puglia, No Biomassa Sorbo San Basile, No-Rigassificatore Gioia Tauro, Man -Mediterraneo Ambiente Natura, Magna Grecia No-Triv (Bernalda), Fabbrikando L’avvenire (Crotone), Associazione Confimpresa Campania, Viesti-NoTriv,. Realtà che si sono mantenute unite anche in occasione del Referendum NO-TIRV del 2016 che abbiamo perso perché non fu raggiunto il quorum, ma l’86% votò sì per la limitazione delle attività estrattive nonostante una faticosa campagna informativa con un governo, ricordiamolo, guidato da Renzi che invitò a non andare a votare.

Ma vi sono ancora le istanze sulla terraferma, da Rocca Imperiale a Rossano-Corigliano fino a Cariati, oltre 100 chilometri di costa. Si tratta delle istanze “Solfara mare”, “Tempa la Petrosa”, “Torre del Ferro”, “Fonte della Vigna”.  È presente ancora quella del pozzo esplorativo di Sibari, la “D.R. 74.AP-Liuba 1 Or”, nonostante il parere negativo del 24/10/2019, espresso chiaramente, dell’allora ministro all’ Ambiente Sergio Costa, in seguito ad altre osservazioni scritte con il contributo di altri tecnici e che furono determinanti per la sospensione del progetto.

Mi chiedo quale sarà l’orientamento del nuovo ministro/fisico circa queste istanze sospese ma che ancora incombono sulla Calabria. Non sono questi gli obiettivi della “Transizione Ecologica”. E lo scienziato/ministro Cingolani dovrebbe saperlo. Obiettivo primario è quello della riduzione dell’uso dei combustibili fossili e incremento dell’uso delle fonti alternative di energia. Nell’era in cui si punta all’idrogeno verde come motore energetico, all’economia circolare per il riuso e riutilizzo dei materiali, e di abbattimento dei cambiamenti climatici, come ribadito oramai anche nelle direttive per la destinazioni di gran parte dei fondi del Recovery Fund, cercare ed estrarre fossili compromettendo l’economia, la salute ed il benessere di interi ecosistemi e popolazioni è fare passi indietro nella storia e venire meno ai principi per il quale è stato voluto lo stesso Ministero della Transizione Ecologica.

Ma soprattutto bisognava rispettare e applicare la proroga di sospensione di nuove autorizzazioni e rinnovi fino al 30 settembre 2021, data in cui dovrà essere approvato il Piano per la Transizione Energetica Sostenibile delle Aree Idonee (PTESAI) che dovrà stabilire le aree entro cui è vietata l’attività estrattiva. È quantomai insensato dare delle autorizzazioni nel mese di marzo e poi doverle annullare nel mese di settembre perché magari poi quelle zone risulteranno interdette. Oppure si verificherà che le aree interessate da permessi e autorizzazioni di attività estrattive in essere, vengano poi esclusi dai divieti?

A tal proposito la mia proposta è che tutta l’area del Golfo di Taranto fino alla costa calabrese del crotonese, venga inserita nelle aree da interdire a tutte le attività estrattive, comprese quelle di ricerca e prospezione con l’uso degli air-gun, atteso che vi è già una intensa attività della marina militare che utilizza sonar ed altri strumenti che hanno già provocato una grande quantità di spiaggiamenti di cetacei. Ma il danno sarebbe per tutta l’economia legata alla pesca ed al turismo come ampiamente documentato nelle osservazioni presentate e presenti sul sito del Ministero della “Transizione” ecologica.

È questa la “svolta verde”, la “green economy” di cui parlava Draghi con il governo dei migliori? Cingolani nel 2016, mentre eravamo impegnati a portare le persone al voto per il referendum no-triv che Renzi boicottò, lui riceveva l’incarico proprio da Renzi per progettare il polo scientifico da realizzare nell’ex area Expo a Milano Human Technopole ricevendo anche diversi fondi, contestati da più parti del mondo scientifico. Insomma più che “transizione ecologica” è “continuità renziana” pro-trivelle.

Dalla Calabria deve partire un segnale forte di reale politica ambientale con l’istituzione di uno specifico Dipartimento alla Transizione Ecologica, [che non sia un bluff come il ministero omonimo] poiché oramai è chiaro che lo stato di Salute di un territorio è strettamente correlato allo stato dell’ambiente circostante, e gli studi dimostrano alti tassi di mortalità in zone particolarmente inquinate.

Rosella Cerra
Redattrice osservazioni contro istanze di ricerca di idrocarburi nel Golfo e Candidata alle regionali nella lista “Tesoro Calabria con Tansi”

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