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Chi vò ‘ncripàri lu sua nimìcu, illu cumu pàrra e tu cumu ti sta citu

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indifferenza

L’unico modo per annichilire il proprio disturbatore è azzerarlo, standosene in silenzio: questo, in soldoni, è il consiglio della nostra saggezza popolare in un distico assonante

D’altronde, «molta gente perde la propria calma semplicemente vedendo che tu mantiene la tua»: sentenzia, con le medesime argomentazioni, Frank Moore Colby.

Spesso, infatti, attraverso uno di questi atteggiamenti, non solo non si cade vittima del provocatore, ma si rimanda al mittente l’effetto sperato: e così, evitando qualsiasi reazione, in modo monolitico, tetragono (avrebbe chiosato il Sommo Fiorentino), si spegne sul nascere qualsiasi velleità di successo da parte di chi tenta di farci perdere le staffe.

Pertanto, mai prestarsi al gioco sporco dell’attacco: ne verrebbe fuori una certa sudditanza psicologica e non fa bene, direi  propria-mente di no!

Lo sappiamo, per legge d’intimità, che è il nostro inconscio filosofico a metà, che l’unica strategia per estraniarsene è la più totale indifferenza.

Filosofia, dammi se non il sorriso, l’indifferenza almeno del saggio.

Menti, ma consolami.

(Carlo Dossi)

Prof. Francesco Polopoli

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