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Chianalea di Scilla: la piccola Venezia del Sud

4 min di lettura

Chianalea di Scilla è uno dei borghi più belli non solo della Calabria ma dell’Italia tutta. L’estate è quasi alle porte, LameziaTerme.it racconterà, per i prossimi mesi, i tesori della nostra terra che siano note mete turistiche o località meno conosciute.

Chianalea di ScillaLa Calabria è stata, come tutti ormai sanno, l’unica destinazione italiana menzionata, al 36° posto, nella prestigiosa classifica, stilata dal «New York Times», dei 52 posti da visitare.
Certamente un riconoscimento importante per la regione, a livello internazionale: ai Calabresi ora il compito di riscoprire e valorizzare, tra gli innumerevoli problemi, le bellezze della loro stessa terra.
Lameziaterme.it vuole dare il suo piccolo contributo a questa valorizzazione e promozione della Calabria, proponendo, nei prossimi mesi, un percorso di promozione dei tesori, noti e meno noti, della regione: iniziamo oggi con il borgo di Chianalea di Scilla (Rc).
Chianalea di ScillaIl suo nome deriva il suo nome da “Piano della Galea“, ma è chiamata altrimenti anche Acquagrande o Canalea, per via dei vicoli che scendono a mare sembrano dei piccoli canali e le sue origini sono antichissime, tra storia, leggende di paese e mitologia. Già Omero narrava del passaggio della nave di Ulisse tra Scilla mostruosa e Cariddi vorace.
Scilla è il mostro a sei teste e un ventre da cui spuntano cani furiosi. Essa se ne sta nascosta nelle cavità della roccia sullo stretto, scrutando le prede nel mare. Oggi la sua figura appare come emblema del comune di Scilla, rappresentata come sirena che termina con una doppia coda di pesce.
Scilla veniva anticamente chiamato in greco antico Skylla o Skyllaion, in latino Scylla, dunque il nome di Scilla potrebbe probabilmente significare scoglio. La mitologia narra di una giovane ninfa di nome Scilla, creatura di rara grazia e bellezza, solita bagnarsi nelle acque del mare per rinfrescare il corpo dalle calure della giornata.
Chianalea di ScillaAll’inizio Scilla era una ninfa dagli occhi azzurri, figlia di Forco e Ceto. Scilla viveva in Calabria ed era solita recarsi sulla spiaggia di Zancle e fare il bagno nell’acqua del mare. Una sera, vicino alla spiaggia, vide apparire dalle onde Glauco, figlio di Poseidone, che un tempo era stato un mortale, ma oramai era un dio marino metà uomo e metà pesce.
Scilla, terrorizzata alla sua vista, si rifugiò sulla vetta di un monte che sorgeva vicino alla spiaggia. Il dio, vista la reazione della ninfa, iniziò ad urlarle il suo amore, ma Scilla fuggì lasciandolo solo nel suo dolore.
Allora Glauco si recò dalla maga Circe e le chiese un filtro d’amore per far innamorare la ninfa di lui, ma Circe, desiderando il dio per sé, gli propose di unirsi a lei.
Glauco si rifiutò di tradire il suo amore per Scilla e Circe, furiosa per essere stata respinta al posto di una mortale, volle vendicarsi.
Quando Glauco se ne fu andato, preparò una pozione malefica e si recò presso la spiaggia di Zancle, versò il filtro in mare e ritornò alla sua dimora. Scilla arrivò, s’immerse in acqua per fare un bagno e vide crescere molte altre gambe di forma serpentina accanto alle sue, che nel frattempo erano diventate uguali alle altre. Spaventata fuggì dall’acqua, ma, specchiandosi in essa, si accorse che si era trasformata in un mostro gigantesco con sei enormi teste di cane con tre file di denti ognuna, un busto enorme e delle gambe serpentine lunghissime.
Per l’orrore, Scilla si gettò in mare e andò a vivere nella cavità di uno scoglio vicino alla grotta dove abitava anche Cariddi.
Chianalea, oggi, è un suggestivo e caratteristico borgo di pescatori, frequentatissima meta estiva, incastonato proprio sulla punta dello stivale, nell’incantevole Costa Viola in provincia di Reggio Calabria: le sue pittoresche viuzze sono state meta di artisti in ogni epoca e di ogni nazionalità.
Nella “piccola Venezia del Sud”, così come è stata rinominata, troviamo uno dei più bei castelli della Calabria: il castello Ruffo di Scilla noto anche come castello Ruffo di Calabria, una fortificazione, secondo alcuni di età sveva, per altri di impianto normanno, che si erge a picco su una distesa infinita di mare color smeraldo.

Le colorate casette del quartiere compongono quasi un mosaico nel quale spiccano, per la loro bellezza, le caratteristiche chiesette e fontane: un vero e proprio “museo a cielo aperto”.
Da non dimenticare  la sagra del pescespada che si svolge, nel mese d’agosto, al porto di Scilla.
Corrado Alvaro definì la Calabria come “la regione più misteriosa e inesplorata d’Italia. I calabresi mettono il loro patriottismo nelle cose più semplici, come la bontà dei loro frutti e dei loro vini. Amore disperato del loro paese, di cui riconoscono la vita cruda, che hanno fuggito, ma che in loro è rimasta allo stato di ricordo e di leggenda dell’infanzia”.

Che questo amore disperato per la nostra terra sia sempre forte, malgrado tutto.

Valeria Folino

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