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Consorzio di Bonifica Alto Ionio Reggino, Coldiretti: Le “perle” della gestione commissariale

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Il comunicato di Coldiretti Calabria

Molinaro: non è stato nemmeno presentato un progetto che poteva essere finanziato con fondi ministeriali

Dopo i nostri rilievi sulla chiusura dell’acqua per l’irrigazione agli agricoltori e la contestuale richiesta di apertura, apprendiamo che la gestione commissariale del Consorzio di Bonifica Alto Ionio Reggino, incarnando la stretta osservanza delle regole burocratiche, riferisce che il regolamento irriguo impone la chiusura entro una determinata data degli impianti irrigui e che nessun utente ha richiesto il ripristino dell’irrigazione.

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Pietro Molinaro – Presidente Coldiretti Calabria

“Ci chiediamo – commenta Molinaro, Presidente di Coldiretti Calabria – ma dove vive il commissario di nomina regionale? Basta leggere le cronache o fare un giro nel comprensorio di competenza per rendersi conto che l’estate appena trascorsa ci ha lasciato con una siccità che ancora persiste e che è entrata nella storia per i danni causati all’economia complessiva, ai cittadini, al made in Italy agroalimentare. La gestione commissariale questo lo disconosce o meglio, non se ne fa carico:  aspetta le richieste e vuole la trafila burocratica; insomma non gli basta che Coldiretti, l’organizzazione agricola maggiormente rappresentativa esponga il problema e faccia la richiesta dell’irrigazione.
Se vuole una manifestazione – aggiunge – sotto gli uffici consortili siamo sempre pronti a farlo! Non si rende conto o fa finta che i Consorzi di Bonifica gestiti dagli agricoltori, stanno facendo sforzi economici e di programmazione immani per assicurare l’acqua. Forse la gestione commissariale vuole che l’ordine dell’apertura delle condotte deve essere fatto dal “don Rodrigo politico” che lo ha voluto al vertice  dell’Ente, in modo da scambiare un diritto (quello degli agricoltori) con un favore? Insomma, tutto d’un tratto, il Commissario applica la magica virtù della austerità e ne diventa fautore, non rendendosi conto dei danni che produce; lo fa poi “motu proprio” senza consultarsi con i dirigenti del Consorzio preposti da anni al servizio irriguo.

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L’altra perla del Commissario poi è la rinuncia alla presentazione del progetto predisposto dall’Amministrazione Consortile di Arturo Costa, fatto con i tecnici interni all’Ente e quindi a costo zero. Il progetto a cui ci riferiamo è: “Interventi di ammodernamento dei distretti irrigui Stilaro-Precariti, Allaro, Amusa, Torbido Roccella, Torbido Gioiosa, Torbido Mammola e Condojanni” per un importo di 19.949.323,47 euro.”
Il progetto, che poteva essere finanziato  dal Ministero delle Politiche Agricole, non è stato presentato in quanto l’Amministrazione commissariale del Consorzio non ha inteso provvedere alla prevista verifica di asseverazione da parte di un soggetto terzo, così come specificato dal relativo bando ministeriale.

Una miopia – insiste Molinaro – che il territorio, che necessità di interventi e potenziamento delle condotte irrigue pagherà a caro prezzo. Ad esempio, i sindaci del territorio interessato dal progetto sono stati avvisati? Insomma anche in questo il Commissario, non si è dimostrato attento, sensibile e responsabile nei confronti degli utenti e degli agricoltori. Non è stato capace insomma di cogliere le opportunità infrastrutturali  per assicurarsi importanti risorse messe a disposizione. Praticamente non è sceso nemmeno in campo!
È una vicenda che genera molte perplessità poiché priva un territorio importante e in cerca di riscatto di risorse finanziarie cruciali per la sostenibilità delle attività, per l’innovazione e, in definitiva, per favorire crescita e occupazione.

Se questo è quello che vuole anche la Regione – la chiosa finale – c’è davvero da essere molto preoccupati”.

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