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Coronavirus. Borrelli: dovremo stare a casa anche l’1 maggio

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Angelo Borrelli

Il capo della Protezione Civile, Angelo Borrelli, nel corso della lettura del bollettino quotidiano, al termine della riunione sull’emergenza coronavirus in videoconferenza con le regioni a Roma, 9 marzo 2020. ANSA/MAURIZIO BRAMBATTI

Il capo della Protezione civile avverte: ‘Non credo che passerà questa situazione per quella data’

Dopo Pasqua e Pasquetta, anche il 1 maggio lo passeremo chiusi in casa? “Credo proprio di sì, non credo che passerà questa situazione per quella data. Dovremo stare in casa per molte settimane”.

Lo ha detto il capo della Protezione Civile Angelo Borrelli a ‘Radio Anch’io’ su Rai Radio 1 ribadendo la necessità di avere “comportamenti rigorosissimi”. Il coronavirus, ha aggiunto, “cambierà il nostro approccio ai contatti umani e interpersonali, dovremo mantenere le distanze” per diverso tempo.

Il governo “ha garantito alle Regioni le risorse per i dispositivi di protezione individuale e per quelli necessari al superamento dell’emergenza” ha aggiunto Borrelli rispondendo a chi gli chiedeva dell’ennesimo scontro tra Governo e Regioni, in particolare con la Lombardia. “In ordinario la sanità è una competenza che spetta alle regioni e sarebbe stato un guaio se governo e protezione civile avessero preso ogni competenza – ha aggiunto Borrelli – ma nel momento in cui c’è stata l’emergenza è dovuto intervenire il governo”. E a chi gli chiedeva se fosse necessario alla fine dell’emergenza rivedere il titolo V della Costituzione per evitare in futuro gli stessi problemi e gli stessi balletti sulle responsabilità che si stanno verificando oggi, Borrelli ha risposto che “è evidente”.

Sulla sanità “ci vuole una regia unitaria forte condivisa e coesa, credo che ci sarà da ripensare al modello organizzativo ma io sono un tecnico e mi limito a rispondere alle disposizioni vigenti”.

“Dobbiamo andare avanti con il massimo rigore” ha ribadito il capo della Protezione Civile a ‘Circo Massimo’ su Radio Capital rispondendo a chi gli chiedeva quando fosse possibile una ripartenza. “Dobbiamo usare misure forti e precauzionali” ha aggiunto, anche perché non è esclusa la possibilità che vi possa essere un ritorno del virus, come dimostrano le nuove misure in Cina.

Borrelli è poi tornato sulla circolare del Viminale che ha suscitato diverse polemiche sottolineando che non ha introdotto alcuna novità. “Il documento non sposta i termini, dobbiamo fare attenzione ed evitare di trovarci poi in una situazione che poi ci sfugge di mano. L’ora d’aria è una misura che non è ancora operativa, bisogna fare attenzione, rispettare le regole di prudenza e stare ancora in casa”.

La cosiddetta ‘fase 2’ di convivenza con il coronavirus potrebbe iniziare a metà maggio, anche se al momento non c’è alcuna certezza – ha spiegato il capo della Protezione Civile a ‘Circo Massimo’ ricordando che se si faranno tamponi a tappeto, indagini sierologiche e demoscopiche sulla rete di contagi, spetterà agli esperti del comitato-tecnico scientifico deciderlo. E su questo si sta già lavorando.

Il 16 maggio potrebbe essere la data giusta per la fase 2? “Se l’andamento non cambia, potrebbe essere, come potrebbe essere prima o dopo, dipende dai dati” ha risposto Borrelli sottolineando che al momento la situazione è stazionaria”. “Dobbiamo vedere quando questa situazione inizia a decrescere. Non vorrei dare delle date, però da qui al 16 maggio potremo aver dati ulteriormente positivi che consigliano di riprendere le attività e cominciare quindi la fase 2”. La situazione attuale, ha concluso, consente però di “dare un po’ di respiro alle strutture sanitarie e alle terapie intensive: si stanno alleggerendo di un carico di lavoro che ogni giorno era molto più forte e comportava sacrifici straordinari per trovare nuovi posti di ricovero e cura”.

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