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Coronavirus. Marsico (Croce Rossa): la difficoltà maggiore? nessuno ci crede volontari

4 min di lettura

Abbiamo intervistato telefonicamente Simone Marsico, vicario delegato all’emergenza Coronavirus, che ci ha raccontato l’impegno con cui la Croce Rossa lametina sta affrontando l’emergenza

Ci risponde in un raro momento di quiete dalla sua postazione, mentre disbriga pratiche burocratiche, “sono queste che ci permettono di andare avanti e che allo stesso tempo spesso ci bloccano”.

In che modo state affrontando l’emergenza? Che tipo di servizio state offrendo?

Siamo subito entrati in emergenza attraverso la Croce Rossa regionale per fare sorveglianza sugli aeroporti. Dal 5 febbraio abbiamo iniziato i controlli sui voli internazionali e su quelli in arrivo da Roma, e ancora oggi continuano con l’unico volo giornaliero rimasto. Quando è iniziata la quarantena poi, ci siamo mossi per la popolazione, per le persone più vulnerabili: anziani e persone con patologie. Abbiamo attivato un “prontospesa” e un “prontofarmaco” per dare assistenza, e un numero verde che fornisce informazioni sul virus per contrastare le fake news e dare supporto psicologico. E’ lo stesso numero fornito dal comune per la richiesta delle mascherine. Questo ci ha causato qualche problema, ci hanno letteralmente intasato di chiamate! Ma abbiamo chiarito col sindaco e iniziato a collaborare col comune. Noi avevamo le direttive nazionali, eravamo più preparati rispetto ai comuni del sud.  Ci siamo mossi anche per la spesa solidale, abbiamo coinvolto le parrocchie e la Caritas. 

Quindi lo stesso numero funziona per i servizi di “prontofarmaco”, “prontospesa” e per fornire informazione?

Si ma ora è tutto filtrato e anche tra la gente c’è molta più informazione.

In che modo siete stati supportati dal comitato nazionale della Croce Rossa?

Possiamo definirla una catena ma al nord erano più preparati. Ci hanno fornito due macchine a uso gratuito che ci hanno permesso di svolgere i nostri servizi più comodamente, a Lamezia avevamo solo ambulanze. Ci hanno dato la possibilità di attivare i volontari temporanei e abbiamo ricevuto le richieste di tantissimi cittadini che volevano poter dare una mano attraverso di noi. Abbiamo preso dieci ragazzi che tutti i giorni sono impegnatissimi a distribuire mascherine, farmaci e spesa. Hanno ricevuto una formazione on-line e hanno molta voglia di fare! Ci sono pervenute circa novanta domande. Ma al momento loro dieci sono tutta la forza di cui abbiamo bisogno.

I volontari temporanei

Quali sono le difficoltà maggiori che state incontrando?

Sicuramente le difficoltà maggiori sono di comprensione di quello che facciamo: nessuno crede che siamo volontari. Per fortuna però le soddisfazioni sono sempre maggiori rispetto alle critiche.

Eppure state facendo tantissimo, non solo per la popolazione ma anche per l’ospedale. Avete donato uno sfigmomanometro elettronico alla postazione 118 dell’ospedale di Lamezia.

Si, i nostri volontari che lavorano al 118 ci hanno informato fin da subito di essere sprovvisti di presidi elettronici e persino di tute di biocontenimento. Ci eravamo persino resi disponibili a donare le nostre. Dalla direzione poi sono arrivate le tute, ma non lo sfigmo. Così lo abbiamo donato noi. Dobbiamo aiutarci a vicenda.

E’ proprio grazie alla solidarietà vostra e di tanti altri cittadini generosi che Lamezia sta affrontando questa sfida, riuscendo, anche se con qualche difficoltà, a contenere la crisi. Qual è la percezione che avete voi che vivete l’emergenza dall’interno? La città sta reagendo bene? Quali sono le maggiori carenze?

Come tutti gli umani, Lamezia è un pò carente nel seguire le regole. Non mancano i furbetti ecco. Ma credo di poter dire che sta rispondendo bene. Quello che ci preoccupa ora è la Fase 2. Abbiamo letto che i treni saranno pieni di persone che scendono dal nord, quindi abbiamo proposto al sindaco un presidio di controllo in stazione come quello in aeroporto. Quantomeno perchè vengano fatte le segnalazioni sugli arrivi e si attivi il protocollo (tamponi, quarantena, etc…). Stiamo poi facendo pressioni sull’ospedale. Sarebbe il caso che si muovesse in maniera più significativa per quanto riguarda la possibilità di ingresso dei positivi. Ci siamo proposti al direttore sanitario per fare presidio di controllo per dipendenti e utenti. Siamo in attesa di risposte. Paventavano la possibilità di mettere il termoscanner, se così non dovesse essere diamo la disponibilità per sopperire. Lamezia è un pò in ritardo, lo siamo a livello regionale. Si poteva fare di più visto il tempo a disposizione. Le difficoltà che affrontano i cittadini sono tantissime: noi diamo supporto alle persone vulnerabili e ogni giorno per loro abbiamo a che fare con la Saub e con il rinnovo di piani terapeutici. Certi uffici hanno iniziato ad avere orari ridotti, lasciando l’intera cittadinanza in difficoltà. Senza determinate associazioni, molta gente sarebbe sola con i propri problemi! Per gli anziani è tutto più complicato, anche l’invio di una mail. 

Un’ultima curiosità, sappiamo che vi siete occupati del rientro a casa delle piccola Salma, vittima dell’incendio che ha distrutto la sua abitazione nel quartiere di Cafaldo. Si tratta di una vicenda che l’intera comunità lametina ha preso a cuore. Com’è andata? Come sta?

E’ andata molto bene. Lei non vedeva l’ora di tornare dalla sua famiglia, anche se si vergognava delle ferite che ancora porta. Ha compiuto gli anni il giorno prima del rientro, così quando è arrivata a casa, quella che li sta ospitando temporaneamente, i nostri volontari temporanei le hanno fatto trovare una torta. La famiglia avrebbe voluto pagarci il trasporto, ma non potevamo accettare, lo abbiamo fatto gratuitamente. Riceveranno per quattro mesi un appartamento del comune, i nostri volontari stanno controllando che tutto funzioni, così da dar loro il tempo di trovare una nuova casa.

Il rientro della piccola Salma
Il rientro della piccola Salma

Ringraziamo Simone Marsico e tutti i volontari dell Croce Rossa impegnati in prima linea in questa emergenza.

Maria Francesca Gentile

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