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Coronavirus. Speranza: “Seconda ondata possibile”

3 min di lettura
Roberto Speranza

Questi mesi difficili, in cui i cittadini hanno imparato a combattere il coronavirus, ci hanno insegnato a tante cose

E tra queste quella di essere molto determinati. Possiamo provare a contenere la seconda ondata se sapremo essere veloci e determinati nell’isolare i casi, individuare i focolai e contenerli immediatamente.

Lo ha detto il ministro della Salute, Roberto Speranza, intervenuto a ’24 Mattino’ su Radio24.

“E’ evidente – ha continuato – che non possiamo avere certezze su settembre ottobre. In alcuni Paesi la seconda ondata è avvenuta, è avvenuta in epidemie precidenti. Non è certa, ma dobbiamo considerarla come possibile. E quindi dobbiamo tenerci pronti”. L’Italia oggi, ha aggiunto, “è più forte di quanto lo fosse i primi di febbraio. In primo luogo perché conosce meglio l’avversario con cui si confronto. Non dimentichiamo che nel mondo questo virus si è palesato alla fine del 2019 e in Cina. In Europa per la prima volta l’abbiamo incrociato a febbraio. Abbiamo acquisito conoscenze sul campo. Determinazione e velocità di intervento sono fattori essenziali”.

TRE REGOLE – Sono rimaste tre grandi regole fondamentali. La prima è l’uso delle mascherine, la seconda è il distanziamento di almeno un metro ed evitare gli assembramenti, la terza il lavaggio frequente delle mani, ha quindi ricordato il ministro. “Queste tre regole – ha ribadito – sono ancora essenziali. Devono accompagnarci per le prossime settimane, fino a quando non avremo sconfitto definitivamente il virus. Capisco che anche in queste regole c’è un pò di sacrificio, ma dobbiamo continuare a rispettarle perché ne va della nostra capacità di ripartire. Come ministro della Salute sono preoccupato ogni volta che ci sono queste tre regole non rispettate”. In questi mesi, ha aggiunto Speranza, “gli italiani sono stati davvero straordinari. Noi non siamo ancora in un porto sicuro ma siamo usciti dalla tempesta, dalla fase più difficile. E questo è avvenuto soprattutto grazie al comportamento corretto della stragrande maggioranza delle persone. Questo va riconosciuto”.

ASSEMBRAMENTI – Nei luoghi chiusi il pericolo di contagio” da Covid-19 “è sempre maggiore, tant’è che l’obbligo di mascherine vige nel nostro Paese nei luoghi chiusi aperti al pubblico. Dopo di che, anche all’aperto bisogna evitare assembramenti: gli assembramenti sono ancora vietati nel nostro Paese anche all’aperto”. Speranza ha ricordato “le tre grandi regole che ancora restano in piedi e che sono ancora essenziali” per proteggersi da Covid-19: igiene delle mani, distanziamento sociale e uso della mascherine quando non è possibile mantenerlo. Mascherina pure all’aperto senza distanza di sicurezza, quindi, “anche se è chiaro che all’aperto è più facile rispettare la distanza di un metro che non in una stanza chiusa, in un autobus o in un vagone della metropolitana”, ha osservato il ministro.

STATO EMERGENZA – Lo stato di emergenza per Covid-19 in Italia verrà prorogato al 31 ottobre? “L’orientamento del Governo è che non siamo fuori da questa vicenda. Stiamo molto meglio di prima, non siamo più nella tempesta di marzo, ma ancora c’è bisogno di tutta una serie di norme, regole, elementi di sicurezza che sono connessi a questa stagione straordinaria”. “La proroga dello stato di emergenza – ha comunque precisato – è una valutazione che proprio ieri sera in Consiglio dei ministri abbiamo deciso di fare solo dopo un ulteriore confronto con il Parlamento, perché il Parlamento per noi è evidentemente la fonte della forza del Governo attraverso il rapporto di fiducia, ed è giusto – ha ribadito Speranza – che ci sia un ulteriore confronto e poi si assuma una decisione finale”.

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