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Cosenza: il nuovo Sindaco “distruttore” ha avviato la sua opera!

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Mentre da una parte, con la discussione in Consiglio Comunale, ritengo si stia sciogliendo come una bolla di sapone la tanto sbandierata “operazione verità” tesa ad imputare all’Amministrazione uscente

Comunicato Stampa

Cosenza- responsabilità esclusive di un dissesto che, di fatto, abbiamo ereditato nel 2011 e che abbiamo gestito nel migliore dei modi attenuando negli anni gli effetti di un epilogo già scontato, dall’altra parte, con le dichiarazioni rese dal Sindaco Caruso in merito alle modifiche alla viabilità, assume concreta consistenza la vocazione demolitrice dell’attuale Amministrazione di Cosenza che si appresta ad avviare l’annunciato processo di involuzione che nei prossimi anni interesserà il nostro contesto urbano.
Certo, non può sorprendere la notizia dell’imminente smantellamento di Piazza Rodotà, la piazza antistante gli edifici scolastici di Via Roma-Misasi, né quella dell’eliminazione di tratti della nuova ciclopolitana che collegano il Centro Storico con la città nuova e con il Parco Benessere: dopotutto, tali determinazioni risultano coerenti con quanto chiaramente proclamato nella recente campagna elettorale dall’attuale Sindaco e (dobbiamo credere?) evidentemente condiviso dalla maggior parte dei cittadini che si sono recati alle urne; per cui appare legittimo e, mi spingo provocatoriamente a dire, un obbligo da parte sua attuare tali intendimenti.
Tuttavia, la lettura di tali notizie sulla stampa non può che gettare nello sconforto chi, come me, ha creduto in una crescita della nostra amata città lungo il cammino della sostenibilità, riportando al centro il cittadino e oggi vede, invece, concretamente segnato l’avvio di un percorso di decadenza, di regressione, da un periodo di un esaltante umanesimo urbano ad un triste ritorno ad un passato lontano, ad un’anacronistica ed inaccettabile motorizzazione indiscriminata, serva di un egoismo urbano e di pratiche tutt’altro che virtuose.
Il trascorso decennio amministrativo 2011/2021 ha segnato una formidabile stagione di ripensamento complessivo dell’idea stessa di città, aprendo Cosenza verso un futuro ispirato alla sostenibilità, alla socialità e all’innovazione urbanistica.
Questo rivoluzionario progetto urbano, che avrebbe potuto trovare continuità attraverso dei lavori che sono stati già progettati, alcuni avviati, alcuni in corso di completamento altri, infine, che aspettano solo di poter essere iniziati, viene arrestato da logiche tese ad assecondare solo la pancia dei cittadini, rinunciando a quel ruolo di guida e di educatore che dovrebbe essere proprio di ogni amministratore.
Ci eravamo abituati ad una Cosenza in controtendenza perché, proprio grazie alle realizzazioni della passata Amministrazione e al conseguente raggiungimento delle migliori performance ambientali, la città è risultata in risalita in tutte le graduatorie riferite alla vivibilità e alle buone pratiche, ricevendo premi e riconoscimenti.
Adesso, dovremo abituarci a registrare una diversa controtendenza: quella rispetto a tutte le città del mondo che viaggiano nella direzione del green, della sostenibilità economica, sociale e ambientale; una tendenza che la nostra città aveva nei fatti anticipato con lungimiranza, specie con riguardo a quanto oggi messo a nudo dall’emergenza Coronavirus, che ha attraversato tutti gli insediamenti abitativi trasformando le vite di ognuno di noi e imponendo un nuovo stile di vita e una nuova visione e idea di città, fatta di spazi aperti attrezzati di relazione, fruibili ai pedoni e ai mezzi alternativi.
E dire che (non so se per circostanze beffarde, o assenza di buon senso o aperta ipocrisia) i temi della sostenibilità ambientale, del verde e della qualità di vita sono da sempre dei cavalli di battaglia della sinistra (sempre cavalcati, a quanto pare, ma mai condotti oltre il traguardo della concreta attuazione).
Migliorando la qualità degli spazi urbani davanti alle scuole di Via Roma, abbiamo realizzato ambiti di aggregazione, di socialità, di sicura fruizione per genitori e bambini, luoghi di educazione e apprendimento.
Spazi aperti importanti anche dal punto di vista ambientale, per un bene comune che attraversa e coinvolge tutti, da insegnanti a dirigenti scolastici, da amministratori pubblici a tecnici e associazioni, da genitori a studenti, primi soggetti attivi nella scuola. Abbiamo compiuto una chiara scelta di mobilità dolce per favorire gli spostamenti pedonali e quelle relazioni fondamentali per la formazione degli adulti di domani.
Spazi aperti ispirati alla decarbonizzazione e alla mobilità sostenibile, salutare, la stessa che abbiamo favorito con la realizzazione di un sistema organico e integrato di mobilità alternativa diffusa, attraverso un insiemecomplesso e coordinato di interventi volti a incrementare l’utilizzo di mezzi alternativi, riducendo l’impatto ambientale derivante dall’uso delle auto.
Abbiamo realizzato, così, una rete capillare e strutturata di percorsi ciclopedonali, quasi interamente in sede propria protetta a doppio senso di marcia, che garantiscono spostamenti rapidi, flessibili, sicuri, riducendo l’impatto del traffico motorizzato.
A quanto pare, ritorneremo all’assenza di piste ciclabili, eccezion fatta per alcuni tratti saltuari e discontinui (che presto andranno in disuso) e alla prepotente e invadente presenza di “sua maestà l’automobile”, per la gioia di tanti cittadini che con la stessa potranno muoversi, diversamente da quanto fanno in tutte le altre città italiane, magari sfoggiando la stessa come status symbol.
Fin qui sul piano politico.
Resta da discutere se possono essere spesi fondi pubblici per distruggere opere realizzate, di recente, per una prestabilita vita utile…
Ad ogni modo, se, stando ad Alvin Toffler, il cambiamento è il processo col quale il futuro invade le nostre vite, con tali prospettati modifiche il futuro che sta per invadere le nostre vite appare decisamente buio.
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