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Covid. Report Istat sulle imprese, un bollettino di guerra

2 min di lettura

Molte le imprese che chiudono i battenti

Comunicato stampa

Sono ben 17 mila le imprese che prevedono, con grande rammarico, di chiudere i battenti per sempre.

E’ quanto emerso dal report Istat sulle imprese, nel quale sono state intervistate, tra ottobre e novembre, oltre un milione di imprese. Un dato sconfortante.

73 mila imprese hanno chiuso e 17 mila non riapriranno, mettendo cosi, a dura prova l’economia, riducendo drasticamente i posti di lavoro, e togliendo serenità a migliaia di famiglie italiane.
Tra giugno e ottobre oltre due terzi delle imprese italiane hanno avuto importanti riduzioni di fatturato.

Dal report emerge che il 68,9% delle imprese è in piena attività nonostante l’emergenza sanitaria, il 23,9% è parzialmente aperta e svolge la propria attività in condizioni di grande disagio, per le restrizioni e misure di sicurezza che hanno imposto limiti non indifferenti, in ottemperanza ovviamente delle regole imposte a livello nazionale. Il 7,2% ha invece dichiarato di essere chiuso.

Le attività sportive e di intrattenimento presentano la più alta incidenza di chiusura, seguite, come ben noto, dai servizi alberghieri e ricettivi e dalle case da gioco. Un vero e proprio bollettino di guerra, che mette in luce un sipario disastroso.

Sebastiano Guzzi, Vice Presidente Nazionale Unilavoro Pmi, “Il peso e le conseguenze del Covid sono state forti e hanno segnato, incisivamente, tutti i settori imprenditoriali. Dal commercio, al dettaglio, alla grande industria. Quasi tutte in ginocchio. Un calo di fatturato senza precedenti”. A vivere una situazione fortemente drammatica, che fatica a trovare sollievo, sono tutti gli addetti al terziario con ristoranti e strutture ricettive.

Situazione altrettanto complessa riguarda le imprese che si occupano di servizi alla persona, parrucchieri e centri estetici, con fortissimi cali di fatturato. Nel dettaglio, la quota di operatori che riportano una imponente perdita di fatturato, riguarda il comparto dei benialimentari e quello dei beni di investimento. Dalla ricerca risulta inoltre un evidente disparità tra le diverse aree geografiche del Paese.

L’epidemia del Covid 19, oltre agli impatti devastanti sulla salute, ha determinato disuguaglianze su scala globale, sacrificando nel tempo, la storia, i sacrifici e gli sforzi di tutti. Le imprese italiane, evidenzia Marco Ruberto, Presidente di Unilavoro Pmi di Catanzaro, hanno dato una grandissima dimostrazione di resilienza in questo drammatico anno, ora bisogna intervenire non solo con aiuti, ma soprattutto con progetti e piani di sviluppo. Salvare i settori maggiormente colpiti senza dimenticare tutti gli altri, perché tutti, purtroppo, assisteranno, impotenti, a graduali perdite di profitto.

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