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D’Elia: “Fittante, il suo impegno civile senza sconti e mezze misure”

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Costantino Fittante - LameziaTerme.it

Costantino Fittante

D’Elia: “Fittante, uomo “di altri tempi” capace di coltivare relazioni umane, impegno civile senza sconti o mezze misure”

Le immagini, le parole, i gesti di cortesia e di affetto di questi quasi dieci anni di amicizia con Costantino Fittante si affacciano in queste ore senza sosta alla memoria del cuore, lì dove sentimenti e valori autentici non muoiono e vivono per sempre. Sembra ieri, eppure sono trascorsi dieci anni da quando ci siamo conosciuti con Costantino.

L’ho subito chiamato onorevole; senza convenevoli ma con quella schiettezza che lo contraddistingueva mi disse subito: “io mi chiamo Costantino.” Ci siamo conosciuti sul piano professionale, abbiamo condiviso il percorso e l’appartenenza a una medesima comunità politica, soprattutto abbiamo costruito una relazione di affetto autentica e sincera, da “nonno a nipote”, immagine che spesso utilizzava nelle nostre conversazioni, soprattutto negli ultimi tempi.

Siamo tutti più soli. E’ più sola una famiglia, una comunità umana e politica, un mondo in bianco e nero di una politica che passava le notti nelle sezioni a ragionare e poi con colla calda e pennello andava ad affiggere i manifesti elettorali. Mancheranno tante cose di Costantino a questa città ma soprattutto mancheranno quei gesti di altri tempi, quella galanteria e quella capacità di coltivare, con i tempi che occorrono e le accortezze che esigono, la profondità delle relazioni umane.

Perché per Costantino la forma era sostanza, i gesti erano tanto più autentici quanto più ragionati e frutto di riflessione, le cose non si mandavano a dire e non andavano taciute. Soprattutto su quei valori che per Costantino erano “non negoziabili”, a partire dal rifiuto categorico di ogni forma di mafia e mafiosità, la diffidenza verso chi non si schiera in maniera netta e sta “nel mezzo” della zona grigia.

Costantino era uomo di altri tempi perché sapeva coltivare nel tempo i rapporti umani, con quella pazienza e “lentezza” propria dell’arte delle relazioni, sottraendoli allo sciupio  e alla fretta che segna questo nostro tempo, alle chat e agli occhi sul cellulare che giustamente non tollerava. Da qui la stima e la statura umana e morale che da tutti gli era riconosciuta, dalla comunità politica di cui faceva parte e da chi la pensava diversamente da lui.

Non nascondo che, soprattutto nei primi tempi in cui ci siamo conosciuti, una delle prime domande che mi ponevo, quando lo vedevo indaffarato tra iniziative da organizzare e centinaia di ospiti da contattare, era questa: “ma chi glielo fa fare, dopo anni e anni di battaglie, dopo aver ricoperto ruoli politici e istituzionali, dopo aver raggiunto importanti traguardi”.

Il rapporto che si è cresciuto e si è fatto sempre più intenso negli anni, la condivisione di percorsi, aver collaborato alla revisione di alcune delle sue ultime pubblicazioni, leggendo i testi dei suoi interventi e delle iniziative portate avanti all’interno del PCI e poi alla Camera dei Deputati e al Consiglio Regionale, mi ha dato la risposta: per Costantino l’impegno civile e politico era questo. Senza sconti e senza mezze misure.

Al populismo dei giorni nostri o a chi si vanta di “non vivere di politica”, Costantino controbatteva con orgoglio di aver vissuto per la politica, con quello studio meticoloso delle questioni e delle dinamiche sociali e culturali che lo hanno tenuto vivo e attivo fino all’ultimo respiro. Il degrado etico di una parte della politica di oggi non viene certamente da chi, come Costantino, alla politica e all’impegno civile ha consacrato la quasi totalità del proprio tempo, bensì da chi lo usa come passatempo o come treno elettorale su cui salire in fretta con precise garanzie sull’arrivo.

Costantino ci lascia questa eredità, questa alta e appassionata testimonianza civile e, forse, anche un po’ di nostalgia. Per un tempo che forse non c’è più e che non tornerà, per valori umani, sociali e politici che dovrebbero essere senza tempo. Ciao Costantino e grazie.

Salvatore D’Elia,

giornalista e amico di C. Fittante

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