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Discoteche nuovamente aperte: cosa ballano gli italiani quando scendono in pista?

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discoteca

Dopo tanti mesi di chiusura, i gestori dei locali di ballo hanno avuto la possibilità di poter riaprire le proprie attività, seppur nel doveroso rispetto del rigoroso protocollo covid imposto dalle autorità sanitarie

Una notizia che ha rallegrato l’animo degli italiani, che sono un popolo da sempre amante delle sale da ballo e delle discoteche, dove hanno trascorso serate allegre e divertenti alla ricerca del divertimento.

D’altro canto, per ballare in discoteca non occorre essere dei provetti ballerini, ma è sufficiente lasciarsi andare al ritmo della musica per ritemprare l’anima e la mente. Un modo estremamente gradito per scaricare lo stress accumulato durante la settimana lavorativa, dove il tempo da dedicare a sé stessi viene inevitabilmente meno.

House, la regina incontrastata degli ultimi vent’anni

In discoteca poi, inutile negarlo, molti uomini vanno alla ricerca di incontri amorosi, sognando di poter incontrare donne affascinanti e conturbanti come le migliori escort Torino che si possono incrociare all’ombra della Mole Antonelliana. Il genere più ballato dagli italiani in discoteca resta, per quanto ovvio, la discomusic, che, nelle varie declinazioni intercorse nel corso dei decenni, ha cresciuto intere generazioni di giovani.

Il genere più ballato della discomusic è l’EDM, acronimo di electronic disco music, che comprende il genere “disco” più apprezzato degli ultimi venticinque anni: l’house. Un genere nato negli Stati Uniti ad inizio degli anni ‘80, anche se ha iniziato a fare “proseliti” in tutto il mondo a partire dalla seconda metà degli anni ‘90, quando era ancora percepito, tuttavia, come un comparto di “nicchia”.

Il “boom” della house ha avuto inizio nella prima metà del primo decennio del nuovo millennio, quando ha iniziato ad intercettare l’interesse di un numero sempre più ampio di giovani. In pochi sanno, però, da dove derivi il nome “house.” Per scoprirlo bisogna risalire ai primi anni ‘80, quando il resident dj The Godfather of House, inventore del genere, sfornava i primi pezzi al Warehouse Club di Chicago.

Dalla house discendono direttamente altri due generi adorati dai giovani di tutto il mondo, italiani inclusi: la Deep House e la Electro House, solo per citare quelli più famosi. Il genere house è oggi quello più amato. Un tempo, però, a svettare nelle preferenze degli italiani c’era la Techno.

Techno, un genere sulla cresta dell’onda da quasi quattro decenni

Nata negli Stati Uniti, più precisamente a Detroit, negli anni ‘80, rappresenta l’abbreviazione della parola “technology”. Ed il motivo è presto detto. Questo genere, infatti, ricorre ad un utilizzo massivo di strumenti tecnologici, come, ad esempio, i sintetizzatori digitali, i sovrani indiscussi dell’intero comparto della Techno. Un genere disco che affonda le proprie radici nelle realtà musicali europee legate al mondo del rock, ai quali si aggiunge l’utilizzo del suono sintetico generato da segnali

Se la techno e l’house, a conti fatti, sono ballabili da qualunque soggetto, come un tempo si faceva col bistrattato “ballo del mattone”, altrettanto non si può dire di un genere che negli ultimi trent’anni, grazie anche alle contaminazioni culturali causate dai fenomeni migratori avvenuti nel nostro paese, si è imposto tra gli amanti della sale da ballo e locali notturni: il latinoamericano.

A questo settore fanno capo una serie infinita di balli, tutti provenienti dall’America Centrale o Meridionale, come Samba, Rumba, Cha Cha, Tango e Paso Doble, solo per citare i più noti. Tutti balli, a differenza dei generi della Electro Disco Music, che si possono effettuare solo ed esclusivamente in coppia.  In questo genere hanno un’estrema importanza le melodie e si ricorre ampiamente all’utilizzo della chitarra acustica.

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