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Dissequestrate le quote societarie della Isca Dream

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Sono state dissequestrate le quote societarie della Isca Dream srl colpite da sequestro preventivo nell’inchiesta “Mariage” e da un analogo atto nell’operazione “Metropolis” coordinata dalla Dda di Reggio Calabria. Aquino: non sono un prestanome.

isca dream

Il gruppo di Locri della Guardia di Finanza, tramite gli agenti di Polizia Giudiziaria, ha notificato il provvedimento di dissequestro delle quote societarie della società denominata “Isca dream”.
Il procedimento è stato notificato presso lo studio dell’avvocato Francesco Mazzaferro.
Le quote sono quelle appartenenti a Domenico Aquino, che era stato ritenuto assieme ad altri cosi un prestanome delle cosche Morabito e Aquino operanti nel territorio della provincia reggina.
La società era stata raggiunta, nel febbraio del 2014, da un sequestro preventivo nell’ambito del processo di prevenzione Mariage, ed ancor prima, nel corso dell’operazione Metropolis, conclusasi successivamente con una sentenza di non luogo a procedere a favore del titolare, Domenico Aquino – 44enne di Marina di Gioiosa Ionica, nel reggino, ma residente in Toscana – e col relativo dissequestro.

È lo stesso Aquino, attraverso una nota, a rendere pubblica la notizia del dissequestro affermando che “la società Isca Dream srl non è di proprietà di nessun altro sennonché dei suoi soci, così come le mie quote societarie appartengono solo a me”, sottolineando poi di non essere i prestanome di nessuno.
Nella missiva giunta in redazione, l’imprenditore ha voluto poi evidenziare come l’azienda, durante i quattro anni di sequestro, abbia dovuto affrontare diversi problemi e subire dei danni alla sua attività: “altri cinque (anni, ndr) di indagini per un totale di nove anni”.
Il riferimento è anche alla precedente operazione “Metropolis”, che ha interessato anche le società che hanno realizzato alcune costruzioni a Isca sullo Ionio, “che si è conclusa con una sentenza di non luogo a procedere a mio favore e relativo dissequestro”.

Di seguito, pubblichiamo integralmente la lettera inviata alla nostra redazione del sig. Aquino:

“ALLA CORTESE ATT.NE DELLA REDAZIONE Notizia: DISSEQUESTRATA LA ISCA DREAM AQUINO DOMENICO E SOCI NON SONO I PRESTANOME DI NESSUNO!! Il sottoscritto AQUINO DOMENICO C.F. QNA DNC 73T 04E 956D nato a Marina di Gioiosa Ionica R.C., il 04/12/1973, e residente in Firenze (FI), viale E. de Amicis, imputato del processo di prevenzione denominato Operazione Mariage, secondo i principi della libertà di parola e di espressione ed anche allo scopo di far conoscere la verità a chiunque legge i quotidiani, espone quanto segue ieri (13 maggio, n.d.r.) mi è stato notificato il dissequestro delle mie quote societarie ed anche ai miei soci relative alla società Isca Dream srl colpita da sequestro preventivo il 20/02/2014 in riferimento al processo di prevenzione denominato Mariage proc n. 7/14 n. RGMP 1714, ed ancor prima da un altro sequestro in relazione all’operazione Metropolis poi successivamente conclusosi con una sentenza di non luogo a procedere a mio favore e relativo dissequestro.
In merito a ciò vorrei che per come sia stata fatta tanta pubblicità negativa nei miei confronti e della società di cui io faccio parte penso che sarebbe opportuno e corretto per come io penso lei ed il quotidiano di cui lei fa parte lo siate, che venga dato lo stesso rilievo alla notizia di dissequestro e cioè che la suddetta società Isca Dream srl non sia proprietà di nessun altro senonché dei suoi soci e che le quote societarie di Domenico Aquino siano solo ed esclusivamente sua proprietà ed ancorché Domenico Aquino ed i suoi soci non siano i prestanome di nessuno!!
Pertanto uno dei processi più pubblicizzati cioè sequestro di 450 milioni di euro, per come tutti i quotidiani hanno pubblicato e fatto apparire come beni della ndrangheta, si è rivelato sempre secondo la mia idea un processo “BUFALA” a danno di onesti imprenditori, cittadini operai imprese e della Calabria intera, le lascio immaginare i danni che sono stati fatti ad un azienda sotto sequestro per quattro anni , altri cinque di indagini per un totale di nove anni, chi li paga questi danni?
L’altra cosa che m’infastidisce e che sia stata data luce solo alle confische fatte cioè alludendo ad una maxi confisca di 84 milioni di euro che francamente non mi tocca, ma, mi sorge spontanea una domanda e cioè: se il maxi sequestro fosse davvero di 450.000.000 di euro e ne sono stati confiscati 84.000.000 i relativi 366.000.000 di euro allora sono stati restituiti?
E perché non sono stati menzionati e si dà rilievo solo alla confisca??? QUESTO SAREBBE UN SUCCESSO?
Francamente a mio modesto avviso queste notizie vere a metà non danno una buona immagine alla nostra terra, penso sia giusto comunicare tutto quello che succede ma penso sia anche giusto fare informazione vera e più chiara in modo che i lettori possano conoscere le verità vere e non a metà!
Mi scuso per quest’ultime mie opinioni ma il mio pensiero è questo e mi sembrava doveroso esprimerlo. Pertanto chiedo alla S/V i.llma ed alla redazione di voler comunicare e dare lo stesso rilievo a questa notizia per come lo fu fatto in passato.
Certo di un V/S positivo riscontro e rimanendo a V/S completa disposizione per qualsiasi delucidazione in merito porgo i miei più cordiali saluti. Marina di Gioiosa Ionica, lì 13/05/2017 in fede Domenico Aquino”.

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