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Essere Leonardo da Vinci. Un’intervista impossibile, in scena al Teatro Grandinetti

3 min di lettura

«L’uomo ha bisogno di comunicare e se non può  comunicare direttamente  si inventerà altre forme ed altri strumenti di comunicazione».
Essere Leonardo da Vinci. Un’intervista impossibileQuesta la profezia più grande di Leonardo da Vinci emersa dallo spettacolo teatrale “ Essere Leonardo da Vinci. Un’intervista impossibile”, diretto e interpretato da Massimiliano Finazzer Flory sul palco del Teatro Grandinetti di Lamezia Terme a conclusione della seconda edizione del festival della Scienza promossa dal Liceo Scientifico “Galilei”, diretto da Teresa Goffredo.
Lo spettacolo, organizzato anche da Ama Calabria, rappresentato per la prima volta in Calabria e introdotto da tre brani musicali del Rinascimento eseguiti alla chitarra dal giovane maestro calabrese Diego Cambareri, ha raccontato in lingua rinascimentale i tratti più salienti della vita di Leonardo da Vinci e la sua poetica mediante una serie di domande rivolte a lui da Gianni Quillico per la durata di circa 70 minuti.
Domande intelligenti, incalzanti, acute, alle quali il genio, l’artista, lo scienziato Leonardo da Vinci, impersonato alla perfezione nella voce, nei gesti, nel fisico da  Massimiliano Finazzer Flory, ha risposto in maniera edotta, scientifica, filosofica muovendosi armoniosamente sul palco disadorno ma impreziosito sul fondo da tre grandi dipinti di Leonardo tra cui la Gioconda.
Una biografia, già presentata in anteprima a Londra (2012) in forma di lettura scenica in occasione della mostra “Leonardo da Vinci.
Painter at the court of Milan alla National Gallery, ed ora riproposta a più di 600 studenti frequentanti il Liceo Scientifico “Galilei” accompagnati dai docenti che hanno cercato di seguire e capire una rappresentazione piuttosto impegnativa sia per la lingua, talvolta poco comprensibile, e sia per i contenuti di alto spessore culturale ma molto importanti ai fini dell’offerta formativa e quindi dell’approfondimento delle discipline studiate a scuola.
Pertanto Leonardo da Vinci ha risposto, con la massima precisione e acume, ai vari quesiti come a quello sul rapporto tra pittura e poesia  sostenendo che «la pittura è poesia e la poesia è pittura e ognuna delle due è se stessa e parla con il linguaggio dell’altra», aggiungendo che «la pittura è scienza ed è anche nipote della natura».
Interessante anche le idee di Leonardo sul Cenacolo e sulle figure degli apostoli, sulla luna che non è dotata di luce propria come il sole, sull’acqua esaminata in tutte le sue forme o l’analisi dei moti dell’anima e le profezie sul volo dell’uomo presenti nel “Trattato degli uccelli” composta da quattro capitoli e mai completato, seguito dal Codice sul volo degli uccelli (1505) che comprende i ragionamenti più avanzati sul volo, incluso il Grande Nibbio, la sua macchina volante più complessa ed evoluta.
L’incalzante dialogo ha messo in luce «un Leonardo – ha spiegato Massimiliano Finazzer Flory a fine spettacolo – non uomo da monologo ma un uomo da frasi, citazioni, aforismi, un uomo simile ad una macchina del tempo che guarda al futuro nonostante sia nato quasi 500 anni fa, un uomo che ci fa riflettere sul tempo che si curva sulla base di una idea che abbiamo dell’avvenire».
Alla luce della difficoltà del testo proposto ai ragazzi con frasi autentiche ed originali, tratte dalle opere di Leonardo, «è necessario – secondo Massimiliano Finazzer Flory  – ritornare e meditare sullo spettacolo per penetrare nell’intrinseco significato e far lavorare la mente perché se noi continuiamo a semplificare le cose, a dare la pappetta ai nostri ragazzi, avremo dei bambini.
Noi dobbiamo essere duri come i nostri maestri. Io non vizio i ragazzi trattandoli come bambini perché essi devono avere la percezione del lavoro da svolgere. Io odio le cose facili. Basta cose facili. I ragazzi devono fare un percorso di vita verso una vetta».

Lina Latelli Nucifero

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