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Via libera all’etichetta sui salumi: una buona notizia per i suinicoltori calabresi

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maiale

Dopo un autentico pressing di Coldiretti, in Conferenza Stato Regioni si è raggiunta l’intesa sul decreto che introduce l’indicazione della provenienza per le carni suine trasformate e questa è sicuramente una buona notizia per i suinicoltori calabresi

Al netto dei quattro salumi DOP calabresi (pancetta, soppressata, salsiccia e capocollo) che già rispondono a precisi disciplinari sulla provenienza delle carni, Coldiretti stima che in Calabria il settore della produzione di salumi, insaccati e carne di maiale, dalla stalla alla distribuzione, è di oltre 400 milioni di euro.

L’obbligo dell’etichettatura d’origine, su tutti i salumi, atteso e richiesto dalla stragrande maggioranza di cittadini/consumatori che ritengono importante conoscere l’origine degli alimenti e dire finalmente basta all’inganno di prosciutti, salami e altre produzioni fatti con carne straniera, ma spacciati per Made in Italy, farà finalmente chiarezza rispetto a una situazione che fa anche concorrenza sleale ai nostri allevatori.

Il provvedimento prevede – spiega Coldiretti – che i produttori indichino in maniera leggibile sulle etichette le informazioni relative a: “Paese di nascita: (nome del paese di nascita degli animali); “Paese di allevamento: (nome del paese di allevamento degli animali); “Paese di macellazione: (nome del paese in cui sono stati macellati gli animali). Quando la carne proviene da suini nati, allevati e macellati nello stesso paese, l’indicazione dell’origine può apparire nella forma: “Origine: (nome del paese)”.

La dicitura “100% italiano” è utilizzabile solo quando la carne è proveniente da suini nati, allevati, macellati e trasformati in Italia.

Quando la carne proviene da suini nati, allevati e macellati in uno o più Stati membri dell’Unione europea o extra europea, l’indicazione dell’origine può apparire nella forma: “Origine: UE”, “Origine: extra UE”, “Origine: Ue e extra UE”. Per adesso, l’etichettatura dei salumi è l’ultimo capitolo della storica e continua battaglia per la trasparenza condotta dalla Coldiretti.

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