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Fare Critica Festival: il programma di giovedì 21 febbraio

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Domani sarà la terza giornata di Fare Critica, il festival interamente dedicato alla critica teatrale e cinematografica

La kermesse, diretta da Gianlorenzo Franzì, è in corso di svolgimento nella città di Lamezia Terme (presso il Chiostro di San Domenico) e si chiuderà sabato 23 febbraio.

Le attività inizieranno la mattina, alle ore 9:30, con l’allegorico Moby Dick daMelville, spettacolo per l’infanzia con Maurizio Stammati, adattato dal Centro R.A.T. – Teatro dell’Acquario, storica cooperativa teatrale cosentina diretta da Antonello Antonante e Dora Ricca, entrambi Premio Speciale UBU (2018) per il loro ininterrotto impegno nell’organizzazione e divulgazione del teatro in Calabria.
Nel pomeriggio, alle ore 17:30 (Sala 1), continueranno le consuetudinarie proiezioni dei capolavori d’inizio Novecento del cineasta Georges Méliès: il primo film che verrà proiettato, Barbe-bleue (1901), riprende la storia di Barbablù e delle sue famose mogli assassinate nel castello; seguirà il film Le pantoufle merveilleuse (1912), adattamento della favola di Cenerentola.

A partire dalle ore 18:00, in Sala 1, inizieranno gli incontri con gli ospiti di giornata: si partirà con uno degli “eventi collaterali”, l’incontro tra Giuseppe Soluri (Presidente dell’Ordine dei Giornalisti della Calabria) e la giornalista Maria Scaramuzzino.

Seguirà l’incontro con Giuseppe Carullo e Cristiana Minasi, che insieme costituiscono una delle realtà teatrali più eclettiche del teatro contemporaneo, impegnati a riflettere sui temi urgenti dell’attualità attraverso spettacoli parodistici.

A seguire ci sarà un intervento – destinato sempre ai temi del teatro – di Antonello Antonante e Dora Ricca e, infine, Mario Mattia Giorgetti, noto attore e regista teatrale e cinematografico, nonché interprete adorato da Carlo Lizzani e storico direttore della rivista Sipario.

Dalle ore 21:00 (Sala 2) si terrà lo spettacolo di grande successo diretto e interpretato dal duo Carullo-Minasi, Due passi sono (2011): in un rapporto di apparente normalità, un uomo e una donna, nel cicaleccio ossessivo di un linguaggio di coppia, elaborano una lingua tra Sicilia e Calabria in cui va a consolidarsi l’insostenibile malattia dei rapporti. Lo spettacolo, ricco di echi filosofici sulla natura dell’arte, ha goduto di importanti riconoscimenti nel corso degli anni, tra i quali il Premio Scenario per Ustica 2011 e il Premio dell’Associazione Nazionale Critici di Teatro 2017.

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