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Il giornalista Gabriele del Grande è libero

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Gabriele Del Grande è stato liberato ed è tornato in Italia. Anche il Presidente della Regione Calabria, Mario Oliverio, ha manifestato il suo compiacimento nell’apprendere la notizia. Lameziaterme.it si unisce alla soddisfazione del  Presidente Oliverio e di tutto il Paese  per il rilascio del giornalista e regista italiano.

Gabriele Del Grande toscano, classe 1982, è un giornalista, blogger e regista. La sua attività principale è legata al blog Fortress Europe, in cui raccoglie e cataloga tutti gli eventi riguardanti le morti e i naufragi dei migranti africani nel Mediterraneo nel tentativo di raggiungere l’Europa.
Lo scorso 9 aprile, Del Grande è stato fermato dalle autorità turche, al confine tra la Siria e la Turchia, e da allora è stato trattenuto nel centro di detenzione amministrativa di Mugla, sulla costa egea del Paese.  Del Grande era arrivato in Turchia qualche giorno prima per realizzare alcune interviste per il suo nuovo progetto in crowdfunding  “Un partigiano mi disse”.
Il documentarista non ha ricevuto nessuna formalizzazione del suo stato. Proprio sulla base di questa contraddizione, l’avvocato turco ha più volte fatto richiesta degli atti giudiziari, ma non gli sono stati ancora consegnati. Secondo le indiscrezioni, il blogger e giornalista 35enne, sarebbe stato trattenuto dalle autorità turche, perché privo del permesso stampa che si deve chiedere prima di arrivare in Turchia per poter svolgere il proprio lavoro nel Paese (la Turchia è molto rigida sul rispetto delle regole da parte della stampa). Ma fonti della Farnesina affermano di non conoscere,  ufficialmente, i motivi del fermo.
Per 9 giorni, Del Grande non ha avuto alcun contatto con l’esterno, salvo una breve telefonata martedì alla famiglia, in cui ha anche annunciato l’avvio di uno sciopero della fame.  Poi, finalmente il Ministro degli Esteri Angelino Alfano annuncia l’incontro di Gabriele Del Grande con l’avvocato. «Ci hanno riferito che sta bene e attendiamo gli sviluppi. Gabriele sta bene ma proseguirà lo sciopero della fame fino a quando non sarà chiarita la sua situazione, ovvero se sarà rimpatriato o se verrà imputato di qualcosa. Per ora, secondo quanto ci è stato spiegato, è prematuro parlare di un rimpatrio in tempi brevi, ma noi continuiamo a sperare».  Così aveva parlato il padre di Gabriele Del Grande.
L’ambasciata turca in Italia ha invitato a Roma il padre di Gabriele Del Grande. “In quanto Rappresentanza in Italia della Repubblica di Turchia, – si legge in una nota dell’ambasciata – in collaborazione con le autorità italiane ci stiamo impegnando intensamente e sinceramente, con il desiderio che la situazione delicata formatasi intorno al cittadino italiano Gabriele Del Grande, da qualche giorno in custodia della polizia in Turchia, possa essere rapidamente superata, tenendo in considerazione i forti e amichevoli legami tra i due Paesi alleati come la Turchia e l’Italia”. 

La situazione di Del Grande è rimasta incerta per giorni, senza alcuna “accusa formalizzata nei suoi confronti“, come ribadito dal presidente della Commissione diritti umani, Luigi Manconi. A spingere per la sua liberazione è stato anche il capo del governo, Paolo Gentiloni che si era espresso così: “Spero che il problema sia rapidamente risolto. È solo un esempio del fatto che abbiamo bisogno di un impegno su un processo inclusivo di tutta la popolazione turca, nel  rispetto dei diritti fondamentali”.

Il giornalista originario di Lucca si occupa da tempo del delicato e difficile tema delle migrazioni e dei rifugiati. Tra i suoi lavori, il documentario pluripremiato  “Io sto con la sposa”, che racconta il viaggio di un gruppo di profughi siriani e palestinesi dall’Italia alla Svezia sotto la “copertura” di un corteo nuziale.

È il pomeriggio del 20 ottobre 2013 e tre amici si incontrano alla stazione del treno di Milano Porta Garibaldi per un caffè: Il giornalista Gabriele Del Grande, il poeta ed editore KHALED SOLIMAN AL NASSIRY e il poeta e traduttore TAREQ AL JABR. Un ragazzo palestinese li sente  parlare in arabo e si avvicina, chiedendo loro se conoscono da quale binario parte il treno per la Svezia. Il ragazzo, Abdallah, racconta di essere uno dei superstiti del naufragio di Lampedusa dell’11 ottobre e di aver visto annegare in mare 250 dei passeggeri. Gabriele, Khaled e Tareq si chiedono cosa fare e qualche giorno dopo decidono di parlarne con un amico regista.
Perché non facciamo un matrimonio? Nessuno oserebbe mai fermare un corteo nuziale”. Sembra solo una battuta, e invece Nel frattempo, conoscono altre quattro palestinesi e siriani arrivati a Milano da Lampedusa per raggiungere la Svezia. E così,  il giornalista italiano e i poeti palestinesi, aiutano i “nuovi amici” a raggiungere la Svezia senza essere arrestati dalle autorità: coinvolgendo anche una giovane ragazza siriana con passaporto tedesco il gruppo inscena un corteo nuziale. Così mascherati, attraverseranno mezza Europa, in un viaggio di quattro giorni e tremila chilometri: tra Milano e Stoccolma, passando per la Francia, il Lussemburgo, la Germania e la Danimarca, i protagonisti raccontano le loro storie e i loro sogni sperando soprattutto in un futuro senza più né guerre né frontiere.

Fortissima è stata in questi giorni la mobilitazione popolare, sui social e nelle piazze, per chiedere il rilascio del giornalista. Questa mattina, finalmente, l’annuncio del Ministro degli Esteri Angelino Alfano che ha accolto Del Grande all’aeroporto di Bologna, dove il blogger è atterrato intorno alle 10.30,  e lo ha accompagnato in una saletta riservata, dove il giornalista italiano ha riabbracciato la compagna e i familiari: “ Sto bene, il problema è sta lata detenzione, la privazione della libertà personale. Sono stato vittima di una violenza istituzionale. Quello che mi è successo è illegale, un giornalista privato della libertà mentre sta svolgendo un lavoro in un paese amico. Non ho ancora capito perché sono stato fermato. Non dimentichiamoci degli altri giornalisti”.

Agli avvocati e alle Istituzioni il compito di far chiarezza sulla vicenda; nel frattempo, da più parti sono arrivate dichiarazioni di soddisfazione per la liberazione del giornalista.
Anche il Presidente della Regione Calabria, Mario Oliverio, ha manifestato il suo compiacimento nell’apprendere la notizia.
Lameziaterme.it si unisce alla soddisfazione del  Presidente Oliverio e di tutto il Paese  per il rilascio del giornalista e regista italiano.

Valeria Folino

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