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Giovani PD: nomina Franco Lucia non è espressione dell’assemblea

4 min di lettura

Apprendiamo con profonda amarezza e ormai rassegnazione, la nomina a coordinatore cittadino di Franco Lucia

Comunicato Stampa

Per l’ennesima volta apprendiamo dalle testate giornalistiche ciò che accade all’interno del partito democratico lametino. Questo conferma ciò che pensavamo, il partito ha al suo interno dei gruppi di potere o come le chiamano loro “sensibilità” e ci conferma che la denuncia di Sirianni era giusta. Non sapevamo che in un partito si scegliessero i coordinatori e chi andrà a dettare la futura linea politica ascoltando le sensibilità, delle quali a quanto pare i giovani non fanno parte perché vengono solo considerati come manovalanza e belle facce da esporre alle elezioni. Credevamo che Assemblea degli iscritti e Direttivo dovessero decidere e fare passaggi politici per non uccidere definitivamente questo partito, ma ci sbagliavamo.

Queste sensibilità, che vorremmo venissero rese pubbliche ai tesserati tutti, hanno deciso in una stanza buia e con le saracinesche abbassate il futuro e le sorti di questo partito, che si era rimesso in piedi dalle macerie escludendo noi giovani e i tesserati.

Coloro che oggi hanno deciso questa nomina vuota e senza significato sono le stesse persone che poi parlano di coinvolgere i giovani, per mandarli al macello alle elezioni in modo da dare una falsa verginità alle liste elettorali che vengono presentate sponsorizzando il rinnovamento. Ebbene questo non è rinnovamento, ma è operare sempre allo stesso modo, operare allo stesso modo che ci ha fatto perdere le elezioni regionali con l’imposizione di un candidato che nessuno voleva, il metodo che ci ha fatto perdere le comunali, imponendo un candidato non condiviso, con un’imposizione dall’alto che tutti abbiamo subito, con risultati sotto gli occhi di tutti, risultati che hanno portato alla guida della città l’Avv. Paolo Mascaro.

Ci dispiace inoltre sapere che coloro i quali abbiamo riposto la massima stima e rispetto politico abbiano partecipato e non si siano sottratte a questo gioco, ma capiamo che il potere (anche quello fine a sé stesso) ha il suo fascino ma soprattutto i suoi vantaggi.

Sia chiaro, nulla contro Franco Lucia, uomo di quarantennale militanza, traghettatore dal secolo breve al corrente, anche lui arbitro assiso, ma assente negli ultimi 15 mesi in qualsiasi progetto portato avanti dal partito cittadino. Non crediamo però che una nomina dettata da quattro menti possa rappresentare gli oltre 250 iscritti.

Così come non concepiamo il fatto che Lucia, che fino allo scorso anno si professava paladino dei giovani credendo nelle loro iniziative, abbia accettato di essere poi successivamente nominato senza prenderci minimamente in considerazione. Nessuna chiamata, nessun messaggio.

Qui ci troviamo di fronte a chi ha ucciso la politica e il modo di fare politica, dapprima portando Antonio Sirianni alle dimissioni e successivamente dando il colpo di grazia con la nomina di un ultrasessantenne messo lì ad avallare gli interessi di questo o quel gruppetto interessato alla candidatura a questa o quella elezione o al ruolo interno al partito.

Aspettiamo inoltre di vedere se questo nuovo coordinatore sarà il coordinatore di se stesso visto che di solito un coordinatore è affiancato ad un coordinamento, ma a quanto pare non è questo il caso, visto che la democrazia è un optional poco gradito a chi ha fatto queste scelte.

Ci fa anche piacere vedere che chi ha fatto questa scelta e il nuovo coordinatore stesso non abbiamo menzionato nemmeno con un passaggio piccolissimo tutto il lavoro fatto fin’ora dall’ex segretario Sirianni e di noi giovani, ma naturalmente organizzare questi giochini e inciuci richiede tempo, tempo tolto all’osservazione di ciò che è accaduto nel PD Lametino: Raccolta alimentare durante il periodo Covid, seminari e webinar durante il Covid con esponenti Nazionali del partito e persone di spicco nel panorama nazionale, o ancora la campagna di ascolto che avevamo lanciato, o tutte quelle iniziative atte ad avvicinare e a far riavvicinare i cittadini al PD, come ad esempio la mancata festa dell’Unità, non organizzata a causa della pandemia. Ma forse anche questo ha dato fastidio, il fatto che qualcuno stesse effettivamente lavorando perché aveva degli ideali e un progetto da portare avanti, per la città e non per i propri interessi, magari ha fatto paura e ha colto di sorpresa queste sensibilità che si sono risentite.

Inoltre, vorremmo capire alcuni passaggi politici del loro comunicato, come “il preciso mandato di affrontare le imminenti elezioni regionali” e se questo ha a che fare con l’esigenza particolare di qualcuno ad essere candidato e a non avere rivali in città confermando quindi personalismi e interessi personali, alla faccia della rigenerazione, uccidere un partito e un progetto politico che stava funzionando in maniera ottimale per cosa? Per la paura di non essere candidati o non avere garanzie? Ci fa piacere che abbiano giocato d’anticipo, togliendo ogni possibilità di discussione e facendo venire meno il Democratico del nome trasformando il PD Lametino e provinciale in un mero comitato elettorale.

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