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La gurna di Caronte: le terme libere di Lamezia

2 min di lettura
Da Caronte al Cantagalli: è tutta una favola bella…

Da Caronte al Cantagalli: è tutta una favola bella…

Da sempre la famosa “Gurna” di Caronte attira visitatori locali e non che vogliono usare liberamente la vasca di raccolta delle acque sulfuree per bagni rigeneranti

Localizzate in contrada Caronte, a poche centinaia di metri dagli stabilimenti privati, le terme di Lamezia erano conosciute già in antichità. Nella famosa Tabula Peutingeriana, una mappa militare del XIII secolo copia di una romana conservata a Vienna, e nell’Itinerario Antonino la stazione viene segnalata con il nome Acquae Angae.

tabula Peuntingeriana
Tabula Peutingeriana

In realtà, ad oggi, nulla resta delle vestigia romane della stazione termale del II secolo d. C., ma le note proprietà benefiche delle acque continuano ad essere sfruttate grazie alla presenza di una vasca, liberamente accessibile, nota col nome di “gurna“.

Caronte, la famosa “gurna”

Si tratta di una vasca naturale posta ai piedi del Monte Sant’Elia, incorniciata in una splendida ambientazione paesaggistica, inserita in quello che doveva essere il Parco Mitoio della città.

La temperatura raggiunta dalle acque minerali sulfuree è di 39 gradi centigradi ed è possibile usufruire della vicina cascata di acqua fresca per garantire il meccanismo applicato nelle terme romane in cui si passava dal calidario al frigidario. In questo luogo è possibile usare anche i fanghi presenti nel fondo della vasca; non di rado, i più assidui frequentatori del posto prelevano piccole quantità del prezioso fango per filtrarlo e farne un uso domestico.

Terme di Caronte, vista aerea

Secondo alcuni il nome Caronte deriverebbe dal fiume d’Epiro Acheronte, riportato dai poeti – tra i quali Dante – da storici e geografi; in realtà l’ipotesi più accreditata è che si tratti di una variazione dovuta alla presenza della vicina chiesetta intitolata ai Santi Quaranta Martiri, i cui resti sono ubicati all’interno dello stabilimento termale  di proprietà della famiglia Cataldi: Quaranta si sarebbe prima tramutato in Caranta e poi in Caronte.

Felicia Villella

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