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«Ha ffhatt’ ‘u spicùni!»: così avrebbe detto Manzoni della Perpetua di Don Abbondio…

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«Ha ffhatt’ ‘u spicùni!»:così avrebbe detto Manzoni della Perpetua di Don Abbondio…

«Ha fatto la spiga!»: espressione che indica il fenomeno per cui i cereali e certi ortaggi, nel periodo estivo, cacciano fuori la spiga

E fin qui nulla di anormale: la cosa strana è che, talvolta, essa viene riferita anche alle donne, per sottolineare che esse hanno ormai superato l’età di passare a nozze. È un’immagine tratta dal lessico contadino per travestire la scortesia con un pizzico di burla: noi, più sinteticamente, siamo abituati a sentir dire soltanto “zitella”, laddove la voce non è accompagnata da aggettivi qualificativi dequalificanti.

A proposito del termine succitato, complice un’infelice involuzione linguistica, si è presto tramutato in un’etichetta sociale con lettera scarlatta: quella di una donna bisbetica, nubile non più giovane e dal carattere acido. Tornando al nostro modo di dire, sapendo l’affezione del Milanese verso il lessico botanico, traslato non poche volte a temi fondamentali della vita umana, probabilmente ce lo saremmo ritrovato nel primo capitolo dei Promessi Sposi:

«serva affezionata e fedele, che sapeva ubbidire e comandare, secondo l’occasione, tollerare a tempo il brontolìo e le fantasticaggini del padrone, e fargli a tempo tollerar le proprie, che divenivan di giorno in giorno più frequenti, da che aveva passata l’età sinodale dei quaranta, rimanendo celibe, per aver rifiutati tutti i partiti che le si erano offerti, come diceva lei, o per non aver mai trovato un cane che la volesse, come dicevan le sue amiche».

Chissà, evitando tante perifrasi, «spicata» sarebbe incocciata vivacemente: l’immagine non l’avrebbe storpiata, assolutamente! Quanto al prosieguo, senza infierire sugli  scodinzolamenti mancati, avremmo semplicemente detto: «‘un si cc’ha accucchjiàtu nissunu», dove «cucchjia» sta per coppia, che per lei si risolve a famiglia autonoma a se stessa: «‘Un d’ha avutu fhurtuna, porella!». Tra pietà e sfottò…

Prof. Francesco Polopoli

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