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I sordi fhanu vinìri ‘a vista alli cicàti!

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I sordi fhanu vinìri ‘a vista alli cicàti!

«I soldi fanno riacquistare la vista ai ciechi!»

Miracolo, allora, da buona novella evangelica, ma non è proprio così! Modo di dire volto ad esaltare l’onnipotenza del denaro e che viene ripetuto dalla gente, ad ogni piè sospinto, per esprimere la convinzione che, oggi, con i contanti, si può ottenere tutto, anche le cose più impossibili.

Era questa, del resto, una convinzione abbastanza radicata in età classica. Al tempo dei Romani, infatti, Sallustio scriveva che «a Roma tutto era venale» («Romae omnia venalia sunt») e Cicerone, convinto quant’altri mai che «con i baiocchi si potesse fare ogni cosa» («pecunia omnia effici possunt»), non esitava a definire la “grana” (Verr. 3, 152), utilizzando un termine di origine greca, «panchrestum medicamentum», ossia «un medicamento utile a tutto», un rimedio universale, una sorta di panacea. Viene da domandarsi che cosa un Sallustio o un Cicerone direbbero della situazione attuale, in cui si è giunti ormai al punto – secondo quanto scritto efficacemente da qualcuno – «di porre il quattrino al posto del Dio Uno e Trino».

Una strana Trinità, quindi, su cui si può ridere solo di Zio Paperone, scartabellando uno dei fumetti cult tascabili più evergreen: per il resto cala il sipario della tristezza, così Credo, per rinunce, forse da buon cristiano.

Al primo posto nella scala morale c’è tutt’altro o si scende, pur salendo: catabasi con surrogati di soddisfazione, peccato!

Prof. Francesco Polopoli

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