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Il Paradiso di Dante illustrato all’Uniter attraverso il linguaggio figurato

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Andrea Mazzucchi

Andrea Mazzucchi

Dopo una lunga pausa per la pandemia, anche se talvolta interrotta da alcune iniziative culturali, l’Uniter ha ricominciato in presenza con il professor Andrea Mazzucchi che con la sua relazione “Figurando il Paradiso”

Le sfide della rappresentazione dell’indicibile ha arricchito in maniera significativa il progetto “Comunicare Dante”, già avviato dall’associazione, per celebrare i 700 anni della morte del Sommo Poeta.

«Noi oggi – ha affermato la presidente dell’Uniter Costanza Falvo D’Urso ad inizio di serata – inauguriamo ufficialmente il XXXIII anno accademico della costituzione dell’Università della Terza Età, e se il principale obiettivo del nostro sodalizio è lo stare insieme, allora da questo incontro riprenderemo quella continuità di intenti e di scopi che ci ha permesso, nel corso del tempo, di dare prova di grande serietà e consistenza, ottenendo ampi consensi per il carattere preminentemente culturale e socialmente utile delle nostre iniziative. Io mi darò da fare per far crescere in ognuno di noi il senso di collaborazione e di solidarietà affinché i nostri progetti possano essere realizzati».

Costanza Falvo D'Urso
Costanza Falvo D’Urso

Subito dopo, il professore Andrea Mazzucchi, Ordinario di Filosofia italiana e di Filologia dantesca presso l’Università di Napoli II e direttore di Studi Umanistici, ha affrontato con la massima competenza il tema cruciale della rappresentazione dell’indicibile  attraverso codici, manoscritti, miniature nel tentativo di restituirci ciò che per Dante era indicibile relativamente alla visibilità del divino.

«Nella concezione medievale – ha spiegato il professore – Dio è per definizione ciò che non si può dire , ciò che non può essere conosciuto perché profondamente lontano dall’individuo. Pertanto la sfida di Dante è quella di forzare il linguaggio per provare a restituirci quell’esperienza di visione della divinità che lui ha avuto».

Ha inoltre sottolineato la straordinaria fortuna della traduzione in immagine avuta dalla commedia e il modo in cui i miniatori e gli illustratori della commedia hanno provato a restituire ciò che per Dante era indicibile.

Due le finalità fondamentali emerse dalla dissertazione del professore Mazzucchi miranti a mostrare da una parte la fortezza dei valori formali di Dante, la straordinaria capacità di gestire mirabili miraggi verbali per restituire una potenza di senso che ancora ci riguarda e ci interroga e dall’altra la capacità di costruire mondi nei quali ancora ci riconosciamo dal punto di vista religioso, etico, morale, politico ma proprio dal punto di vista dell’attraversamento della realtà Dante è capace di dire tutto il reale precorrendo i tempi.

Il professore Mazzucchi ha messo in luce, tra l’altro, il linguaggio di Dante caratterizzato dalla metafora soffermandosi sulla terza Cantica della Divina Commedia, cioè sul Paradiso, in cui il linguaggio figurato diventa molto complesso in quanto la dimensione mistica del mondo dei beati, incomprensibile al limitato intelletto umano, richiede di essere rappresentata con simboli. E già nel Medievo appaiono le miniature che sono dei veri gioielli incastonati in fondo alle pagine di un manoscritto assumendo il valore di commento figurato e, avvalendosi della forza iconografica delle immagini miniate, riuscivano a raccontare il mondo articolato della Commedia.

Il professore Mazzucchi, rivisitando alcuni canti del Paradiso come il 3°, il 23°, il 30° e il 33°, mediante l’esibizione di importanti miniature, ha illustrato in modo eccellente  il viaggio dantesco e ha richiamato alla memoria famosi personaggi come Piccarda, Costanza, San Bernando, San Francesco, San Domenico e ha fatto ascoltare la “Preghiera alla Vergine” mediante un video  cercando di far «capire quello che Dante ci ha lasciato».

Lina Latelli Nucifero

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