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L’informazione: un diritto oltre i cancelli del carcere

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L’informazione: un diritto oltre i cancelli del carcere

Un luogo dimenticato, spesso volutamente ignorato: il carcere. Una regione dimenticata, spesso volutamente ignorata: la Calabria

Comunicato stampa

Questo il punto di partenza per un libro che è un saggio giuridico, ma anche il racconto di un’esperienza ed un omaggio al giornalismo: La notizia oltre le sbarre: il diritto all’informazione nel carcere e sul carcere, scritto da Elisa Latella e pubblicato adesso dalla Pav edizioni di Pomezia.

Seguire il  «viaggio delle notizie: quelle che nascono “fuori” e non sempre riescono ad arrivare “dentro” e quelle che nascono in carcere e devono oltrepassare le sbarre per essere conosciute dalla comunità libera».

Una sfida che segue diverse tappe: il testo  approfondisce il diritto all’informazione nel processo penale, il diritto all’informazione in carcere, i dati 2018 e 2020 sulla libertà di informazione nel mondo e descrive la realtà della Casa Circondariale di Catanzaro, in cui i detenuti studiano, seguono laboratori di lettura e scrittura e creativa, e soprattutto leggono. Perché anche nel carcere, spesso considerato un contenitore di disperazione, deve esistere l’indipendenza del pensiero che si forma solo leggendo, ascoltando le notizie, ragionando.

Una realtà, quella degli istituti di pena, ulteriormente condizionata dalla pandemia da Covid 19 , che pesanti conseguenze ha avuto sulla libertà di stampa nel mondo, e, di riflesso, anche nelle carceri.

Eppure la chiave di lettura del testo descrive un mondo “chiuso” da orientare ogni giorno alla luce della Costituzione: viene fuori che nel carcere di un paese democratico ci può essere più libertà di informazione di quanta ce n’è, anche per i cittadini formalmente liberi, in un regime dittatoriale.

La storia d’Italia passa anche da edifici che in passato sono stati prigioni, ed oggi hanno ancora qualcosa da raccontare; la stessa Costituzione nasce dall’esperienza dei membri dell’assemblea costituente nelle carceri del regime  fascista, dove l’arbitrio regnava sovrano.

Oggi in Italia la libertà personale è inviolabile e le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato. Poche parole che sono una grande conquista, a cui molti Paesi devono ancora arrivare.

Elisa Latella, classe 1979, consegue la laurea quadriennale in Giurisprudenza il 17 luglio 2001 all’Università di Messina, con 110 e lode, completando il corso di studi quadriennale in tre anni e una sessione.

Vince subito dopo diverse borse di studio post-universitarie, due delle quali per la ricerca in diritto costituzionale.

Nel frattempo fa pratica in due mondi: quello dell’avvocatura e quello del giornalismo. Nel  2004 diventa avvocato, nel 2005 giornalista pubblicista ( nel 2013 supera l’esame di giornalista professionista).  Scrive per quotidiani e periodici nazionali. E’ Capo Area- Funzionario dell’Organizzazione e delle Relazioni al Dipartimento Amministrazione Penitenziaria del Ministero della Giustizia presso la Casa Circondariale di Catanzaro ed è stata anche consulente socio giuridico presso l’Università Dante Alighieri in un progetto  sui diritti umani dei cittadini di paesi terzi.

La Pav edizioni è una casa editrice indipendente, non a pagamento, che investe esclusivamente sulla qualità delle opere che pubblica e che ha all’attivo diverse collane: presta particolare attenzione alle “storie non raccontate.”

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