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L’irrazionalità del Pi greco affrontato all’Uniter di Lamezia Terme

3 min di lettura
Angelina Esposito

Un curioso viaggio attorno al Pi greco, la più bella formula matematica, è stato al centro dell’incontro “Semplicemente Pi greco” promosso dall’Università della Terza Età nella sua sede operativa nel rispetto dell’attuale normativa anti-Covid

Dopo una breve nota introduttiva da parte della presidente del sodalizio Costanza Falvo D’Urso, la professoressa Angelina Esposito ha relazionato sull’argomento indagando dal punto di vista algebrico e matematico senza tralasciare le  curiosità ruotanti intorno alla famosa  e magica costante matematica che viene festeggiata il 14 marzo in tutto il mondo soprattutto da matematici e fisici.

«Il Pi greco, che rappresenta la sedicesima lettera dell’alfabeto greco, equivale al valore di 3,14 risultante dal rapporto tra la misura della circonferenza di un cerchio e il suo diametro ed è costante in tutte le circonferenze» ha affermato la relatrice  Esposito che ha tracciato anche la storia del Pi greco oggetto di studio fin dall’antichità.

D’allora si è cercato di trovare sempre più cifre decimali a cominciare dai grandi architetti e matematici babilonesi, i quali impiegavano questo numero attribuendogli il valore di 3,14 desiderosi di sapere quanta strada  potesse percorrere una ruota di un certo diametro per un giro completo ma lo utilizzarono anche nei calcoli della Piramide di Giza.

Addirittura nella Bibbia è presente il calcolo del Pi greco con la costruzione del tempio di Salomone nel 968 avanti Cristo e di un bacino di rame utilizzato dai sacerdoti. Anche i cinesi si avvalsero del Pi greco e  nel corso dei secoli illustri personaggi,  come Archimede , Fibonacci, Newton, assegnarono  al Pi greco un valore approssimativo variabile.

Inventato dal fisico statunitense Larry Show, il Pi greco non è solo appannaggio dei fanatici della matematica ma anche di un pubblico meno appassionato allo studio delle scienze essendo parte integrante dell’essere umano: è sempre 3,14 il rapporto tra le varie parti del corpo come ad esempio la distanza che separa l’alluce e l’ombelico e quella tra quest’ultimo e la punta della testa.

Insomma questo numero irrazionale e trascendente è onnipresente nella nostra vita quotidiana.

Inoltre è presente ovunque nella natura che ci circonda, nei cerchi concentrici che si formano quando si lancia un sasso in uno specchio d’acqua o quando sulla superficie cadono gocce di pioggia e anche nella forma dei fiumi poiché il rapporto tra la lunghezza  effettiva di un fiume dalla sorgente alla foce e la lunghezza in linea d’aria è sempre approssimabile al Pi greco.

Il primo a spiegare questo fatto affascinante fu Albert Einstein per il quale piccole anse nel letto di un fiume provocano un forte aumento della corrente sul lato esterno della curva che erode ulteriormente l’ansa causando un maggiore incurvamento. Questo processo  continua fino a quando il fiume non si piega su se stesso e comincia a formare un’ansa nella direzione opposta.

«Troviamo il Pi greco – ha puntualizzato la relatrice –  nel calcolo dei ponti e delle gallerie dove è necessario tenere in considerazione le oscillazioni dei fenomeni fisici che hanno frequenza di risonanza definite dalle funzioni periodiche  in cui  la presenza del Pi greco è fondamentale per evitare catastrofici disastri. E ancora nelle corde di una chitarra, in medicina nella risonanza, nell’elettrocardiogramma, nel moto ondoso planetario e particellare, nelle statistiche e nell’economia curva a campana. È da evidenziare che il Pi greco riveste altre importanti funzioni come quella di scoprire altre leggi della Fisica».

Lina Latelli Nucifero

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