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Italia Nostra: “Fermate la legge sui parchi e le aree protette”

3 min di lettura

L’appello di Italia Nostra alla Commissione Ambiente del Senato

Comunicato stampa:

La sofferta revisione della legge 394/91 sui parchi e le aree protette non si è ancora chiusa.
Dopo l’approvazione alla Camera, il testo è ritornato alla commissione Ambiente del Senato dove il vicepresidente Senatore Massimo Caleo e gli altri senatori componenti hanno ascoltato in audizione un rappresentante di Italia Nostra.

La nostra Associazione ha dichiarato il proprio rigetto verso una visione dei parchi nazionali che le modifiche della legge 394 rischia di trasformare in agenzie di sviluppo locale. Inutili e inascoltate, fino ad oggi, tutte le richieste avanzante da Italia Nostra e dalle altre associazioni di tutela per migliorare e correggere una legge che, se così approvata, condanna a morte un patrimonio paesaggistico, faunistico e di biodiversità che fino ad oggi la 394/91 ha contribuito a preservare.

Italia Nostra ritiene che la legge che si sta approvando richieda ancora una riformulazione nella elaborazione normativa con un adeguato approfondimento dei temi contenuti nella legge. In mancanza di questo, il rischio è di licenziare una modifica peggiorativa di una grande legge italiana: la 394/91.

Parliamo della realtà – aree protette e parchi –  che potrebbe rilanciare la grandiosità del paesaggio italiano nel mondo. I parchi nazionali sono un vero e proprio tesoro che non può essere trasformato in un contesto riferito solo agli interessi delle realtà locali.

Tra i punti più contestati da Italia Nostra e ieri ribaditi in commissione vi sono:

  • Governance: la nuova legge prevede consigli direttivi totalmente squilibrati a favore di interessi locali senza nessuna garanzia di veri benefici per le popolazioni che presidiano i territori. Nessuna competenza in materia di tutela ambientale viene richiesta per le cariche di Presidente e Direttore. Un abuso di potere per chi chiede, al contrario, direzioni autonome, autorevoli a livello professionale e scientifico-culturale, capaci di disegnare una programmazione strategica sia di livello gestionale che di promozione internazionale delle nostre aree protette;
  • Royalties: viene introdotto un sistema di contributi “royalties” (in alcuni casi solo dell’1% !!!) una tantum e non annuali per “giustificare e quindi sanare” attività che un parco non dovrebbe neanche contemplare (controllo faunistico affidato ai cacciatori, apertura verso attività industriali come trivellazioni, parchi eolici e grandi campi fotovoltaici) quale contributo compensativo per lo sfruttamento delle aree protette e alterazioni paesaggistiche;
  • Semplificazioni amministrative: la nuova legge rischia di svendere i territori preservati a causa dell’allentamento delle misure che prevengono la degenerazione di ambienti naturali in ambienti banalmente urbanizzati. Gli articoli che trattano i nullaosta e l’iter autorizzativo per interventi edilizi nelle aree protette e nei parchi non sono per niente chiari e rischiano di generano confusione di interpretazione;
  • Agricoltori nei consigli di gestione: l’introduzione di questa novità consentirà di veder privilegiati interessi particolari rispetto all’interesse generale e primario dell’area protetta o del parco.
  • Caccia aperta nei parchi: i cacciatori con la nuova legge potranno abbattere gli animali con la scusa del controllo faunistico delle specie che si riproducono troppo. Contro quello che viene considerato un “regalo alla lobby dei cacciatori”, le associazioni hanno proposto controlli alternativi come la contraccezione chimica;
  • Infine la nuova legge non riconosce pari dignità nazionale alle Aree Protette Terrestri e alle Aree Marine Protette.

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