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La giornata Unesco dedicata ai giornalisti uccisi

2 min di lettura
I dati sui giornalisti uccisi nel mondo

Oggi, 2 novembre, si celebra la giornata Unesco dedicata ai giornalisti uccisi e alla difesa degli operatori dell’informazione. Oltre mille i cronisti e reporter morti dal 2006 a oggi. 78 quelli uccisi solo nel 2018.

Ogni cinque giorni un giornalista viene assassinato

L’Unesco ha dedicato la giornata di oggi a tutti quei giornalisti uccisi nell’adempimento della propria professione e alla difesa di tutti gli operatori dell’informazione. Secondo le Nazioni Unite tra il 2006 e il 2017 i giornalisti uccisi nel mondo superano le mille unità. Ogni cinque giorni un giornalista è assassinato. Numeri da guerra.
Nel 2018 sarebbero già 78 i reporter e cronisti periti per aver semplicemente condotto senza compromessi il loro mestiere.
Una giornata che ha un hashtag dedicato, #TruthNeverDies, per urlare no all’impunità generale nei riguardi dei crimini commessi contro i giornalisti: addirittura il 90% di questi delitti rimane impunito.

Dal caso Khashoggi ai delitti di mafia

Di stretta attualità è il caso Khashoggi, il giornalista saudita scomparso, lo scorso 2 ottobre, all’interno del consolato del suo paese a Istanbul, divenuto uno scandalo diplomatico che potrebbe portare a conseguenze tra le due nazioni e non solo.
Ad aprile l’attentato di Kabul, nei pressi del quartier generale della Nato, quando un finto reporter si è lasciato esplodere uccidendo ben 9 tra giornalisti e reporter.
Aghanistan, Iraq, Siria, Yemen, Somalia: questi i paesi che contano più giornalisti morti.

Giornata giornalisti uccisi nel mondo

Anche il Messico è uno dei posti più pericolosi del mondo dove intraprendere il mestiere di giornalista. Lo scorso maggio viene uccisa Alicia Diaz Gonzalez, penna dei quotidiani economici “El Financiero” e “Riforma”.
Oltre 40 i giornalisti assassinati in Messico negli ultimi sei anni.
Come Javier Valdes, ucciso a colpi d’arma da fuoco a Culiacán per il suo profondo impegno nella lotta al narcotraffico, la cosiddetta guerra messicana della droga.

Una lista insanguinata molto lunga. Come dimenticare il giovane reporter slovacco Ján Kuciak, ucciso insieme alla sua fidanzata Martina Kusnirova il 21 febbraio di quest’anno, e Daphne Caruana Galizia, la giornalista e blogger maltese rimasta uccisa in un attentato il 16 ottobre 2017 per la sua tenacia in numerose inchieste contro la corruzione.
Anche l’Italia conosce la cruda realtà dei giornalisti uccisi e scomparsi nell’adempimento del proprio lavoro.
Mario Francese, Peppino Impastato, Giuseppe Fava, Beppe Alfano, Giovanni Spampinato, Giancarlo Siani, Mauro Rostagno: solo alcuni dei cronisti che hanno perso la vita per mano della criminalità organizzata italiana.

Antonio Pagliuso

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