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La Notte dei Licei classici

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La Notte dei Licei classici

E’ un evento collaudato in rima con gli appuntamenti degli scorsi anni: il fine è il medesimo, quello di avvalorare il pensiero che senza radici non si è un “bel fusto”

Ironia a parte, ma anche quella è socratica, è questione di gusto, già!

Non dimentichiamoci, poi, che “sapere” dal latino sapĕre significa appunto provar sapore: quindi, cogliamo pure nel segno!

“In hoc signo vinces”, potremmo continuare con Costantino, pur traslando il significato in senso linguistico.

E mi viene da pensare anche alla riflessione di Günter Grass: “Ieri sarà quel che domani è stato”.

Insomma, le memorie tornano sempre: a dirla in musica sono evergreen, eh sì! A proposito, un professore del Regno Unito, restando in tema, ha tradotto in latino le canzoni dei Beatles: l’idea è quella di restituire una melodia giovane alla lingua di ieri.

Il suo nome, per riconoscerne i meriti, sia pur postumi, è O’ Hara, non imparentato con il lignaggio di Rossella del Dopotutto è un altro giorno, giusto perqualificarlo: tuttavia, il tracciato da lui percorso è una curiosa Macchina nel tempo degna di appaiarsi a Via col Vento.

She loves you

Amat te, mehercle,

amat te, mehercle

amat te, mehercle.

Te putas amorem, te putas amisisse;

heri eam vidi – se dixit meminisse,

et amat te – num id putas malum?

Amat te -decet te gaudium?

Amat te, mehercle,

amat te, mehercle

amat te, mehercle.

 

Basta cantare insieme alle sue strofe per supportare l’idea che per proiettarsi bene in avanti occorre posizionare lo sguardo all’indietro.

Anche i Beatles docent.

Prof. Francesco Polopoli

 

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