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Lamezia. Centro regionale di neurogenetica: arrivano i licenziamenti per mancanza di fondi

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Il Centro regionale di neurogenetica che ha sede all’interno dell’ospedale Giovanni Paolo II di Lamezia Terme, è costretto a ridurre le attività: da marzo saranno 10 i professionisti licenziati.

Mancherà l’assistenza, i tempi si allungheranno e difficilmente sarà garantita la ricerca: è quanto accadrà all’ eccellenza calabrese, vittima della mancata erogazione, da parte della Regione, dei finanziamenti promessi in quanto stabiliti per legge ma, negli ultimi anni, di fatto mai erogati.

Eppure, la legge regionale n.9 del 2007  prevede un fondo stabile annuale di 500 mila euro, come spese di rimborsi (già venuti meno dal 2018) riconoscendo all’associazione il lavoro svolto per l’attività di ricerca. Uno studio continuo e costante avviato grazie all’esperienza internazionale maturata dalla dottoressa Amalia Bruni, ricercatrice di fama mondiale, responsabile del centro.

“Bisognerebbe capire se la legge sia stata abrogata dalla Regione, dal commissario Scura o da Cotticelli. Non sembrano esserci atti chiari” – ha dichiarato Antonio Laganà, presidente dell’Arn (Associazione ricerca neurogenetica) in una conferenza stampa tenutasi questa mattina nella sala polivalente del Chiostro Caffè Letterario.

“Ventitré anni fa è partita la collaborazione tra l’Associazione per la ricerca neurogenetica Onlus e il Centro regionale di neurogenetica, “ora – ha continuato il presidente dell’Arn – continueremo le attività all’esterno. Tra queste c’è casa Alzal che da anni accoglie i pazienti affetti da malattie neurodegenerative insieme ai loro familiari”.

In tutta questa vicenda resta l’amarezza, la delusione e lo sconforto da parte di tutti; in particolare dei professionisti impegnati quotidianamente e con gran passione nell’attività di studio e ricerca e naturalmente anche in quella di cura dei pazienti. Ritorna sempre più incalzante la solitudine e l’emarginazione dei malati presi in carico nella struttura che saranno le prime vittime della drastica riduzione del personale per la mancanza di fondi.  Un epilogo triste, frutto di una grande ingiustizia, a cui davvero è difficile rassegnarsi!

M.F.G.

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