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Lamezia. D’Ippolito (M5S), conferenza stampa in preparazione alle prossime elezioni comunali

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Giuseppe d'Ippolito

Giuseppe d'Ippolito

Sabato 3 novembre il deputato M5s Giuseppe d’Ippolito terrà alle ore 10,30, presso il suo ufficio territoriale di Lamezia Terme, al numero 19 di corso Nicotera, una conferenza stampa per illustrare la linea politica del Movimento 5stelle rispetto alle prossime elezioni comunali lametine.

Comunicato Stampa

«Il Movimento, da me rappresentato in città, intende avviare da subito – anticipa il parlamentare M5s – un percorso di coinvolgimento e partecipazione di tutti i cittadini e della società civile, sia nella fase di stesura del programma elettorale che di predisposizione della lista 5stelle».

«Personalmente – sottolinea il deputato – ho da tempo aperto un’interlocuzione con il Ministero dell’Interno, perché il commissariamento cessi allo scadere dei 18 mesi e Lamezia Terme torni ad avere un’amministrazione democraticamente eletta entro il primo semestre del 2019».

«Lo sciagurato commissariamento per infiltrazioni mafiose – rimarca il parlamentare – ha provocato e sta provocando danni ingenti al tessuto sociale, politico, economico e culturale della città. È palese l’incapacità gestionale della terna commissariale indicata dall’allora ministro del Pd Marco Minniti, che non ha saputo imprimere all’amministrazione di palazzo Maddame sollecitazioni in discontinuità con la precedente disciolta. L’amministrazione corrente, scelta da Minniti, non ha dimostrato di possedere capacità di organizzazione, controllo e direzione sull’apparato burocratico del municipio, non riuscendo a impedire i numerosi abusi che si sono consumati e si stanno consumando in danno dei singoli cittadini e delle strutture associative nelle quali essi si riconoscono».

«Va comunque ricordato – conclude D’Ippolito – che le responsabilità del disastro assoluto che subisce Lamezia Terme sono da attribuirsi agli amministratori del passato, almeno degli ultimi due consessi, che hanno sempre proceduto ignorando leggi e regolamenti e, da ultimo, anche col sospetto, ancora sub iudice, di aver favorito pesanti infiltrazioni di organizzazioni criminali nella gestione della cosa pubblica».

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