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Lamezia, Lucano: “Riace è ai minimi termini ma la vittoria c’è già stata”

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LAMEZIA. Il salone della parrocchia di San Francesco di Paola stasera era gremito fino all’inverosimile. Il maltempo che ha imperversato sulla città da stamattina non ha scoraggiato le centinaia di persone che da oggi pomeriggio si sono ritrovate nella sala parrocchiale per poter ascoltare Mimmo Lucano, sindaco di Riace. L’incontro, organizzato dall’associazione “Graziella Riga” è stato introdotto dai due attori lametini Dario Natale e Achille Iera che hanno letto due poesie: la “Preghiera laica” di Erri De Luca e la poesia “Ceneri” tratta da un poema sulla guerra in Iraq; due riflessioni sul dolore e la sofferenza legate all’immigrazione. La scrittrice Daniela Grandinetti ha spiegato che l’incontro con Lucano è stato organizzato in concomitanza con il flash mob che in tutta Europa si è tenuto per ricordare Riace, paese dell’accoglienza.

A fare gli onori di casa Padre Vincenzo Arzente dell’Ordine dei minimi che così si è rivolto a Lucano: Se la può consolare, sappia che San Francesco di Paola è stato arrestato tre volte”. Prima di dare la parola a Lucano, intervistato dal giornalista Carlo Macrì, la docente universitaria Giovanna De Sensi ha ribadito che il Mare Mediterraneo, da sempre, è stato percorso da gente in fuga. Gente che fuggiva dalla tirannia, dalla guerra, dall’oppressione straniera nel proprio Paese. “L’emigrazione – ha sottolineato De Sensi – è un fenomeno ricorrente nella storia dell’umanità e non bastano i muri e il filo spinato per fermarlo”. Al sindaco Lucano, la docente ha augurato di poter avere un giudizio equo in merito alla vicenda giudiziaria che lo riguarda.

“Il giudizio equo – ha commentato De Sensi – è empatico, tiene conto di tutto. Riace è stata un’esperienza di accoglienza e di interazione. Nel percorso si può anche inciampare ma non per questo l’esperienza perde di significato”. Lucano ha risposto con molta schiettezza alle domande di Macrì ripercorrendo la sua storia degli ultimi vent’anni, da quando cioè arrivò sulle coste di Riace il primo sbarco di curdi. All’epoca Lucano non era ancora sindaco ma quel primo arrivo gli diede la possibilità di fare il volontario dell’accoglienza per quel primo gruppo di profughi. Poi la sua è diventata una vera e propria missione, una priorità per quando è diventato primo cittadino del Comune della Locride. Senza peli sulla lingua il primo cittadino riacese, attualmente sospeso dalle sue funzioni, ha ricordato il sostegno morale e spirituale ricevuto dall’ex vescovo di Locri, mons. Giancarlo Bregantini e dal missionario comboniano Alex Zanotelli. Queste le due figure ecclesiali che hanno segnato positivamente la vita umana e politica di Lucano che si è definito “laico di estrema sinistra”. Attualmente il modello d’accoglienza messo in campo a Riace è stato smantellato dal governo centrale.

“Riace è ridotta ai minimi termini – ha detto Lucano – ma la vittoria già c’è stata. Non ho la presunzione di dire che ho fatto tutto giusto, sicuramente ho sbagliato chissà quante volte. Ma non dobbiamo dimenticare che l’accoglienza è nel Dna dei calabresi. La Calabria non è solo gastronomia, ma è anche civiltà millenaria, incontro di culture”. Il sindaco di Riace ha aggiunto: “Calabresità è anche antropologia dei luoghi che sono segni della storia. Questo fa la differenza fra noi e il Nord”. L’incontro è proseguito in un clima caloroso e informale. Lucano ha parlato anche della sua vicenda giudiziaria ormai nota a tutti. “Fare antimafia veramente e non solo di facciata, questo è molto difficile nella nostra regione – ha evidenziato – Comunque non esiste solo la Calabria mafiosa. C’è anche la Calabria pulita”. A conclusione del suo intervento, l’ex sindaco di Lamezia Gianni Speranza ha ringraziato Lucano esortando la cittadinanza, le istituzioni e anche i mezzi d’informazione a difendere il modello di accoglienza nato a Riace e apprezzato in tutto il mondo. La cantastorie Francesca Prestia ha concluso la serata proponendo alcuni brani del suo repertorio di canti popolari calabresi. M.S.

 

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