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Lamezia, Mascaro: “La città stava rinascendo, passo ai cittadini il testimone del governo”

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Incontro pubblico di Paolo Mascaro con i cittadini

LAMEZIA. Aria di attesa e a tratti di inquietudine permeavano la location scelta per l’ultimo incontro tra la città di Lamezia Terme e l’ormai ex sindaco.

paolo mascaro-LameziaTermeitAl suo arrivo Paolo Mascaro, apparso trafelato e amareggiato, è stato però accolto da una moltitudine di lametini pronti ad appoggiarlo e a sostenerlo; abbracci solidali, applausi e lacrime di commozione lo hanno accompagnato fin sul palco dove ad attenderlo c’erano tutti i componenti della giunta.

“Da quando esiste l’uomo sulla terra, nel momento in cui qualcosa di negativo si avvicina ad una persona scappano tutti e quella persona resta sola. Nel momento in cui ad una amministrazione accade qualcosa di inspiegabile non resta nessuno accanto.

Questa sera la città di Lamezia Terme ed il popolo di Lamezia Terme è tutto presente. Grazie. Lamezia dimostra che si possono sconfiggere anche le regole negative dell’umanità”, esordisce Mascaro ringraziando tutti i presenti.

Un incontro pubblico dal sapore amaro indetto a seguito dei noti eventi che hanno sconvolto l’equilibrio politico e non della città e che, dopo la commozione dei primi minuti, lascia subito spazio ai chiarimenti dell’ex primo cittadino il quale sin dalle prime parole fa capire l’intenzione di voler rendere tutti i cittadini partecipi delle varie fasi che hanno portato allo scioglimento.

“È giusto che la città sappia quanto con coraggio si è ritenuto di agire contro la criminalità. Lamezia è terra che purtroppo storicamente è stata permeata da una criminalità pericolosa. È una terra che vuole reagire, che ha energie positive, Lamezia è una terra che in questi anni ha dimostrato di aver alzato la testa e di aver coraggio.

Con il piglio deciso del leader, proprio della dialettica di Mascaro, vengono ricordate due date in particolare che, secondo l’avvocato, rappresentano due dei momenti più significativi e positivi per la città.

Una è quella del 27 ottobre del 2017, “mentre la commissione ostinatamente continuava a non ascoltare l’implorazione di un sindaco che voleva apportare un utile contributo all’attività di indagine, si scrive una delle pagine più belle degli ultimi anni di Lamezia di coraggio nel contrastare la criminalità. Abbiamo acquisito in tempi record, un anno e tre mesi, partendo dalla manifestazione d’interesse, due beni confiscati alla criminalità organizzata del valore di un milione di euro.

L’altra data importante, pietra miliare nel contrasto alla mafia, riportata da Mascaro è il 27 giugno del 2017. Quel giorno infatti, sempre in tempo record, un bene nato con il malaffare viene per 30 anni destinato alla Caritas per finalità sociali.

“Noi abbiamo massacrato il prestigio delle cosche – urla Mascaro – e lo abbiamo massacrato con fatti concreti. Questa comunità ha voltato pagina, si è autodeterminata con coraggio per sconfiggere ogni forma di criminalità di cui non aveva paura.

La volontà dell’ex sindaco è quella di indicare, seppur a grandi linee, quali siano stati fino ad ora gli atti concreti a contrasto della criminalità organizzata e a difesa dei principi di buona amministrazione. Punti cruciali già affrontati da Mascaro in una conferenza stampa indetta a seguito della notizia, trapelata e pubblicata su alcuni organi di stampa locale, della richiesta di scioglimento. 

Ricorda i ben 12 processi per mafia in cui il Comune di Lamezia Terme si è costituito parte civile; la misura cautelare applicata a quattro uomini di etnia rom dopo l’accensione dell’ennesimo rogo con fumi tossici, procedimento che prende avvio proprio grazie alla querela presentata dal sindaco Paolo Mascaro a seguito della quale è partita attività investigativa con apposizione di telecamere.

Fa il quadro insomma di una Lamezia che ha sempre cercato di combattere le infiltrazioni mafiose, ma che per lo stesso motivo vede il proprio Comune sciolto per la terza volta ad una manciata di mesi dai festeggiamenti che ne avrebbero celebrato i 50 anni.

“Lamezia stava rinascendo e questa coalizione non ha avuto i voti della mafia– tuona l’avvocato Mascaro, che ricorda l’intercettazione ambientale il giorno prima del ballottaggio, in cui il reggente della cosca (definito così nell’operazione Crisalide, presa a motivazione per l’arrivo della commissione d’accesso al Comune), rivolgendosi alla moglie, pronunciava la frase: “domani non andiamo a votare, con Mascaro e Sonni non ci caviamo niente”.

Non può e non vuole accettare Mascaro il fatto che in cinque mesi di indagine della commissione d’accesso non si siano trovate tre ore per poter ascoltare il rappresentante della comunità che per mesi ha chiesto, e quasi pregato, di essere sentito sicuro della legittimità di ogni atto, richiesta che non ha mai ricevuto riscontro e risposta, almeno fino alla decisione del sindaco di portare avanti uno sciopero della fame con la conseguente convocazione in Prefettura.

Una convocazione avvenuta però quando i giochi erano ormai conclusi, quando la città ormai era stata condannata a subire l’ennesima onta. Una convocazione farsesca fatta per mera cortesia e formalità istituzionale, ma che per l’ex sindaco aveva il sapore di una presa in giro, “una pagliacciata”, come l’ha definita egli stesso, dovuta solo allo sciopero della fame. Si è arrivati quindi ad uno scioglimento senza diritto di replica.

“Io oggi sono qui soprattutto per un motivo – aggiunge Paolo Mascaro-, questa amministrazione per le mani del sindaco consegna simbolicamente ed idealmente il testimone del governo cittadino, non a burocrati nominati dall’alto, ma a voi. Perché da oggi dovrà essere questa grande comunità, senza distinzione di colore politico, senza distinzioni partitiche, senza distinzioni ideologiche e di classi professioni e culturali a guidare la città. Voi da stasera dovete promettere che difenderete questa terra. Aiutateci nei progetti che abbiamo interrotto. Vi imploro.”

“Io non posso – conclude – non ringraziare la giunta, tutti i consiglieri comunali, tutti coloro che non sono fuggiti di fronte ad un sindaco in difficoltà, ma che sono al suo fianco. Io ringrazio tutta la città che in queste ore ci sta tributando manifestazioni di affetto commoventi. Ringrazio chi si impegna e lotta tra mille difficoltà. Non c’ è nulla di più bello che essere alla guida della città che si ama.

Chiudo stasera la più bella pagina della mia vita, la chiudo insieme a tutti voi e insieme a tutti voi vi dico andiamo avanti, con lo sguardo che sia teso lontano per una Lamezia che sappia essere unita. Concludo con le parole di San Paolo: ho combattuto una buona battaglia, ho terminato il percorso, ho mantenuto la fede. Mantenete voi la fede di amare questa terra e di amarla per sempre, viva Lamezia”.

Valentina Dattilo

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