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Lamezia, parte Ormeggi Festival: intervista al direttore artistico Simona Viciani

4 min di lettura
intervista a simona viciani-LameziaTermeit

Ormeggi Festival di Lamezia Terme dal 15 al 17 marzo 2019

LAMEZIA. È ufficialmente iniziato il conto alla rovescia per Ormeggi, il festival letterario di Lamezia Terme ideato da Open Space – Associazione culturale e parte del più ampio progetto di Impressioni Mobili.

Tre giorni, tre diverse location – Chiostro Caffè Letterario, Sistema Bibliotecario Lametino, TIP Teatro – verso le quali salpare e un cartellone fitto di eventi per una kermesse culturale prima nel suo genere nella città della Piana. Si alzerà il sipario su scrittori di rilievo nazionale, ospiti dal mondo dello spettacolo, laboratori di scrittura e lettura, dibattiti, workshop di fotografia, performance artistiche e musicali.

A supervisionare e coordinare il lavoro Simona Viciani, direttore artistico del festival e traduttrice ufficiale di Charles Bukowski per l’Italia. Sarà proprio Simona a presentare in anteprima nazionale, e a 25 anni dalla sua scomparsa, Taccuino di un allegro ubriacone (Guanda, 2019) di Bukowski.

A quasi ventiquattro ore dal taglio del nastro dell’Ormeggi Festival approfondiamo però, per quanto possibile, la conoscenza della traduttrice pavese.

Simona, ancora poco e si apriranno le danze della tre giorni del Festival letterario Ormeggi. Dopo una prima esperienza come ospite qui a Lamezia Terme, a distanza di qualche anno hai deciso di puntare nuovamente sulla città della Piana e su un gruppo di giovani. Cosa ti ha spinto a tornare in terra calabra e questa volta in qualità di direttore artistico di questo grande evento culturale?

La prima volta che sono stata a Lamezia Terme mi sono subito sentita accolta, poi c’è stata una seconda volta e per me è stato come ‘tornare a casa’. Per me è stato naturale accettare con gioia l’invito a ricoprire ‘il ruolo’ di direttore artistico per il neo-nato festival letterario Ormeggi. I giovani ideatori del festival fanno parte dell’Associazione culturale Open Space che organizza da svariati anni tantissime iniziative culturali, tutte importanti e meritevoli. Quindi dagli esordi potevo supporre che sarebbe stato un festival di qualità.

Cosa dobbiamo aspettarci da Ormeggi?

Momenti di condivisione, un festival letterario che è nato con l’intento di avvicinare e di unire le persone attraverso tante esperienze intellettuali che racconteremo e scopriremo insieme. Momenti di riflessione, ma anche di spensierata allegria: cultura non è sinonimo di noia, anzi.

Il motto del Festival recita: “un libro ti salpa la vita”, quale libro ha rappresentato uno snodo – o forse dovrei dire un attracco – importante nella vita di Simona Viciani?

Non riesco mai a scegliere solo un libro, in realtà. Sono sempre stata una lettrice impenitente e impertinente. Da bambina sicuramente le fiabe che hanno sviluppato la mia fantasia. Da adolescente Post Office, di Charles Bukowski. Sì, Post Office è il libro che mi ha salpato la vita. Mi ha fatto conoscere la disperata ironia di Bukowski traghettandomi nell’America degli sconfitti vittoriosi che sulla dirittura d’arrivo tagliano il traguardo da vincenti.

taccuino di un allegro ubriacone-LameziaTermeitUna vita dedicata a Charles Bukowski, fino a diventarne traduttrice ufficiale per l’Italia. Ora, tramite il tuo lavoro, Bukowski tornerà in scena con una prima nazionale e proprio qui a Lamezia per Ormeggi Festival, dicci di più.

È un libro molto particolare. Oltre a racconti inediti ci sono articoli, interviste e anche recensioni sulle opere di altri scrittori, tra i quali anche Hemingway. Recensioni al vetriolo, come ci si aspetta da Bukowski. Ho già detto troppo: vi aspettiamo al festival.

Quella dello scrittore è stata un’esistenza vissuta con un ardore che gli è valso la reputazione di bevitore, di provocatore, del ragazzaccio che rompe i tabù. Ma ha anche palesato – a chi ancora si dimostrasse scettico – di possedere una dote letteraria naturale e una certa vena poetica. Ecco, cos’ha da dirci questa volta il caro vecchio Hank attraverso questa nuova pubblicazione e a 25 anni dalla sua scomparsa?

Bukowski a 25 anni dalla scomparsa c’è! È la grande dote che possiedono i veri artisti: essere in avanti mille anni rispetto al contesto in cui vivono. Chi deciderà di leggere il libro capirà subito di cosa parlo: stile moderno, temi attuali presentati con l’ironia e la sagacia bukowskiana.

Bukowski prima ancora di essere scrittore era un poeta, le sue pagine sono intrise di poesia. Gli amanti di Bukowski già lo sanno, con molta soddisfazione ho constatato che si è sparsa la voce. L’allegro ubriacone aveva un’anima poetica che tracimava in ogni verso, anche nel verso apparentemente più grafico e più crudo.

Molti credono che il lavoro di traduzione si limiti a riportare ciò che è stato scritto parola per parola; ma se così fosse molte pubblicazioni perderebbero di senso. Quanto è importante, dunque, tradurre cogliendo il senso profondo di ciò che l’autore sta cercando di trasmettere attraverso quelle pagine? E quanto è importante una buona traduzione per testi intensi come quelli di Charles Bukowski?

La traduzione è fondamentale. Io sono legata all’insegnamento che ci ha tramandato il grande Luciano Bianciardi: per essere un buon traduttore è necessario essere fedeli e leali verso l’autore che si sta traducendo. Bisogna conoscere il peso e l’importanza che un autore dà alle parole, bisogna coglierne il respiro.

Valentina Dattilo

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