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Lamezia, Piccioni su ultime dichiarazioni Mascaro: “A chi giova guerra allo Stato?”

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Rosario Piccioni

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Piccioni a Mascaro: a chi giova la guerra allo Stato e buttare fango su chi c’era prima?

Rosario Piccioni
Rosario Piccioni

Comunicato stampa:

Le notizie diffuse negli ultimi giorni aprono scenari fortemente preoccupanti per la nostra città.

Da cittadino, prima che da consigliere comunale, condivido con tutti i lametini la rabbia, la delusione, il disorientamento, l’amarezza per una città che, per la terza volta, corre molto seriamente il rischio di essere marchiata come città “ammalata” di ‘ndrangheta.

Sono giorni che la nostra comunità ha già conosciuto in passato purtroppo. Sono giorni che avremmo voluto non si ripetessero.

Non è il momento delle polemiche e degli scontri. La fase estremamente delicata impone a tutti serietà e responsabilità. I toni del sindaco Mascaro, quelli della conferenza stampa di ieri e quelli utilizzati nei giorni scorsi, vanno esattamente nella direzione contraria rispetto alla serietà che il momento richiede.

Mi domando, e come me tanti cittadini, perché si sta ricercando a tutti i costi lo scontro con lo Stato, perché si sta alimentando una sorta di guerra alle istituzioni che fanno il proprio dovere, guerra che inevitabilmente danneggerà ancora di più la nostra città. Lamezia non meritava e non merita tutto questo.

E, senza entrare minimamente nel merito della polemica che ancora ieri il sindaco continua a sollevare, come se si trattasse in un momento di “ordinaria amministrazione” della vita cittadina, vorrei porre una sola domanda: in una fase come questa, serve a qualcosa continuare a scaricare responsabilità, a dire “mezze verità” e palesi bugie, e addirittura a buttare fango su chi ha preceduto questa amministrazione? I toni alti, le urla, i continui scaricabarili in questo momento non servono a nulla.

Ciò che si sarebbe potuto fare per tentare di evitare tutto ciò, più che le polemiche di oggi, lo abbiamo detto nei mesi passati: siamo stati gli unici ad avere il coraggio di parlare in piazza ai cittadini. Dicendo una cosa molto semplice: per il bene di Lamezia era il momento di mandare un segnale forte allo Stato, rassegnando tutti le dimissioni con l’obiettivo di tentare di evitare lo scioglimento e tornare nel giro di pochi mesi al voto.

Siamo rimasti inascoltati.

Adesso è il momento di dire da che parte si sta: io certamente sto dalla parte dello Stato e ribadisco massima fiducia nelle istituzioni.

È il momento di avere rispetto delle determinazioni, qualunque esse siano, che assumerà il governo. Penso ai tanti giovani lametini rimasti qui, impegnati nell’associazionismo e nel mondo della cultura, che assistono al riprecipitare indietro di 20 anni di questa città per la quale si danno da fare ogni giorno con passione ed entusiasmo.

Ai tanti lametini fuori regione, che rischiano di vedere di nuovo addosso alla loro città un marchio infamante che credevamo debellato per sempre. Non è il momento delle urla.

È il momento in cui assumersi le proprie responsabilità, tutti noi, porre le basi per ricostruire una comunità che, comunque andranno le cose, esce da questo momento lacerata e fragile. È il momento in cui amare ancora di più la nostra Lamezia con i gesti concreti.

Non con le parole (che sono state già troppe). Non con le urla.

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