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Lamezia. Presto in ospedale l’esame per valutare il grado di immunità al Covid

3 min di lettura
coronavirus test tamponi

Anche all’ospedale Giovanni Paolo II si farà l’esame per valutare il grado d’immunità raggiunto. Il nosocomio lametino tra i primi in Calabria a far partire le vaccinazioni con le dosi di richiamo. Gli assembramenti nell’area vaccini sono anche segno dell’incapacità a rispettare le regole.

 

Nei prossimi giorni sarà possibile effettuare anche nell’ospedale di Lamezia Terme l’esame che consente la verifica dell’immunità raggiunta dopo aver effettuato i vaccini. Sino ad ora, pur essendo disponibili i macchinari adatti all’esame, non sono stati effettuati perché mancano i reagenti. La terna commissariale che dirige l’Asp di Catanzaro, ha dato disposizione per l’acquisto subito dopo Pasqua. Oltre a ciò, saranno resi disponibili anche i “tamponi veloci”, della stessa portata dei test molecolari, consentendo di avere in poco tempo risultati validi quanto quelli molecolari. La struttura lametina avrà così la possibilità di offrire più opportunità agli utenti. Tutto ciò mentre ieri è partita sul territorio la possibilità per oltre 80 medici di effettuare il richiamo per i vaccini.

ospedale lamezia

 

Tra i primi in Calabria a riuscire a fare questo passaggio grazie anche all’area farmaceutica diretta dal dottor Giuseppe Aloe, che è riuscita a consegnare le dosi necessarie. C’è un altro approfondimento da fare in merito a vaccini e assembramenti, accoglienza e dosi rimanenti. A seguito di alcune segnalazioni giunte in redazione abbiamo pensato di informare su quanto sta accadendo nell’area vaccinazioni dell’ospedale di Lamezia Terme. Per quanto riguarda gli assembramenti, se pur è da migliorare l’organizzazione interna alla struttura ospedaliera che, ogni giorno dalle 14 in poi effettua i vaccini come prevede la legge, (tranne oggi sabato di Pasqua e domani, domenica di Pasqua), tanto è da imputare alla incapacità di molti cittadini a rispettare le norme. Oltre a presentarsi in orari precedenti a quello assegnato, quindi a sostare nell’attesa in maniera impropria, non vengono nemmeno rispettate le regole delle distanza tra una persona all’altra.

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E’ anche capitato che i medici hanno dovuto far intervenire le forze dell’ordine per far rispettare le regole più elementari. Per quanto riguarda l’accoglienza tra le segnalazioni di poco garbo riscontrato in alcuni rappresentanti del personale, che non sono state poche, ci è giunta però anche la telefonata della mamma di una ragazza con sindrome di  Down, che ha sottolineato come con grande disponibilità e affetto sia stata trattata sua figlia e lei stessa, sia nell’attesa che è stata minima, che nel momento dell’ingresso in ambulatorio per effettuare la vaccinazione. Altro, “dilemma”, ci viene rappresentato da chi si chiede come si può accedere alle dosi che rimangono a fine giornata. Ci è stato riferito da chi lo ha già fatto, che bisogna segnare il proprio nome con i dati personali su di un elenco che verrà esaminato quando tutti coloro che ne hanno diritto sono stati vaccinati.

Per esempio, con le dosi rimanenti di Astrazeneca vengono vaccinate le persone che non hanno patologie e sono giovani. Pertanto, vengono scelti, tra coloro che si sono registrati, quanti hanno queste caratteristiche sino ad esaurimento dosi. Ciò avviene per non sprecare i vaccini. La difficoltà in questo caso è che rimane l’incognita di quante dosi saranno disponibili a fine serata, potrebbe anche verificarsi che non ne rimanga nessuna. Questi passaggi implicano, inoltre, la presenza delle persone in ospedale e se le regole civili e quelle previste per il Covid 19, non vengono rispettate dai cittadini, è difficile anche con l’intervento delle forze dell’ordine evitare gli assembramenti.

 Nadia Donato

 

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